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    Intervista a Antonio Fiabane

    Giovedì 7 Marzo 2013, Salvo Nugnes, Direttore di Agenzia Promoter, in occasione della festa della Donna, ha organizzato un grande evento di successo, invitando il noto sociologo Francesco Alberoni, in conferenza a Belluno. Durante l’incontro, il cantante bellunese Antonio Fiabane, si è esibito nella canzone “Donne” di Zucchero, che ha dedicato a tutto il mondo femminile.Di seguito l’intervista ad Antonio Fiabane.
    COME E QUANDO È COMINCIATA LA SUA PASSIONE PER LA MUSICA? Da piccolo, ero un bambino balbuziente. E quindi credo che il mio problema fosse di comunicare. Paradossalmente poi ho fatto anche il dj in radio, per un po’ di anni, poi la debolezza che avevo, quello strumento debole, è diventato il mezzo che ho usato per comunicare con gli altri, con il mondo. QUALI SONO STATI I SUOI PUNTI DI RIFERIMENTO? In quegli anni, sicuramente i grandi musicisti italiani. Pensando in grande, mi viene in mente Bennato, che era quello che piaceva di più quand’ero piccolo, poi il gruppo inglese degli Smiths. In piccolo i miei riferimenti sono stati i grandi nomi del piano bar italiano, come Enzo Scianna, Stelio Stella, Cristina Sartori, ovverossia i miei padri putativi per quel che riguarda il mondo del piano bar, in cui ho vissuto per tanti anni. CI RACCONTA QUALCHE ESPERIENZA O PARTECIPAZIONE CHE LE HA DATOPARTICOLARE SODDISFAZIONE? Mi ha fatto molto onore e mi ha dato una grande soddisfazione, il fatto che la Regione Veneto, tramite l’Assessore De Bona, nel 2006 mi ha dato l’incarico di scrivere una sorta di “inno per l’emigrante”, dedicato a tutti i veneti che sono in giro per il mondo. Chiaramente, avere il mio nome sotto il marchio del Leone di San Marco della Regione Veneto, in un disco che è stato presentato a Mendoza e in giro per il mondo. Questo mi ha dato particolare soddisfazione, sapere che questa mia idea di canzone dell’emigrante arrivasse veramente un po’ dappertutto. UNA DEFINIZIONE PER DESCRIVERE LA SUA MUSICA. E’ difficile da spiegare. In realtà è l’eterno problema di quando ci si chiede se la musica leggera, ma non solo, sia copiata e se esista musica non copiata, cosa che non credo, perché mi accorgo che io, ogni volta che suono o scrivo qualcosa, porto con me un messaggio genetico, che colleziona dentro tutti i Dna dei musicisti con cui ho suonato, dei musicisti che ho ascoltato ed anche dei musicisti che non mi sono piaciuti. Sono una persona curiosa e non ascolto solo quello che mi piace, ma certo di ascoltare un po’ di tutto. Allora, ogni volta che canto, suono o scrivo, dentro c’è un mondo di cose. Nel mio cd “ Riconosci i tuoi santi”, c’è un’unica lunga dedica a tutti i musicisti con cui ho suonato assieme. In fondo, è come se tutti loro, nel mio primo ed unico disco finora, suonassero con me, anche se materialmente non ci sono. GIOVEDI HA CANTATO DURANTE LA CONFERENZA DEL PROFESSOR FRANCESCO ALBERONI, AL CENTRO CONGRESSI GIOVANNI XXIII DI BELLUNO. COME SI SENTE AL RIGUARDO? Mi sento onorato. “Innamoramento e Amore” è un libro del Prof. Alberoni, che ho letto quando avevo 15 anni e stavo per iniziare il Ginnasio. Ero un lettore precoce, dato che non era una lettura per quindicenni, eppure l’ho amato come milioni di italiani. Oltre ad Alberoni, ringrazio Salvo Nugnes e Marcella De Pra, due persone che, in maniera diversa, hanno organizzato l’evento; ringrazio Belluno, la comunità in cui vivo, che mi ritiene adatto a cantare in una situazione che è molto importante per la cittadinanza, per le parole che verranno dette e spese.