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    Cambio merce pubblicitario: quando l?invenduto diventa moneta di scambio

    ***È una piaga per le aziende, un costo insostenibile alla fine dell?anno. Grazie a questo sistema di adv innovativo, può diventare un asset importante.

    ***Le attività commerciali, ogni anno, devono far fronte a tantissimi problemi, dalla liquidità all?accesso al credito, dalla riscossione crediti al pagamento dei fornitori, e uno di quelli che può veramente metterle in ginocchio è rappresentato dalle merci invendute. Conservate in magazzino per mesi, con conseguente perdita di valore commerciale e aumento dei costi di stoccaggio e immagazzinamento, le merci invendute rappresentano un vero handicap per negozi e aziende, perché a fronte di spese già sostenute e rendicontate, si ritrovano con prodotti che non hanno portato i guadagni sperati o previsti.
    In un periodo di crisi come quello che stiamo vivendo, ormai da ben otto anni, questo problema si è acuito, perché è evidente che i negozi e le aziende vendono meno prodotti, con percentuali spesso a due cifre, ma non è detto che non si possa fare niente per ridurre il danno.
    Se vi dicessimo, infatti, che è possibile utilizzare le vostre merci invendute, destinate a prendere polvere in magazzino, per acquistare spazi pubblicitari?
    Certo, un?azienda in difficoltà non pensa a fare pubblicità, soprattutto se fa fatica anche solo a pagare le utenze mensili e gli stipendi dei dipendenti, ma partendo dal dato di fatto che quelle merci sono comunque un peso da smaltire, perché lasciarsi scappare un?occasione.
    La soluzione è il cambio merce pubblicitario, una sorta di evoluzione del baratto, che consente all?azienda di barattare, appunto, le merci invendute con una campagna adv, sia sui media tradizionali che su quelli digitali.
    Per sfruttare questa opportunità bisogna rivolgersi ad un barter, ovvero ad un?azienda che opera in questo settore e che svolge intermediazioni commerciali basate proprio sull?idea del baratto, con la differenza che il rapporto non è bilaterale, ossia non si limita ad uno scambio tra due soggetti, ma presuppone la multilateralità.
    Cosa significa? Che l?azienda baratta un tot di prodotti invenduti in cambio di pubblicità, ed il barter che si occupa di sviluppare la campagna adv rivende la merce ad altri soggetti, attraverso i cosiddetti shopping club, o club dello shopping, situati nelle principali città italiane.
    Come funzionano questi shopping club? È molto semplice. Sono dei negozi con le vetrine oscurate, all?interno dei quali vengono vendute le merci barattate in cambio di pubblicità. Per poter accedere a questi store, però, bisogna essere membri del club, quindi iscriversi al programma dimostrando di avere determinati requisiti. Chi acquista i prodotti esposti non saprà il nome dell?azienda che ha scambiato la merce, ed il prezzo di vendita verrà impostato nel pieno rispetto della concorrenza leale.
    Quindi, se siete iscritti al programma e vi trovate in una città in cui è presente uno di questi store, come Milano, ad esempio, potete recarvi nel club dello shopping Milano per dare un?occhiata alla merce in vendita e acquistare qualcosa.
    Come vedete, a volte le soluzioni più innovative e pratiche sono quelle che affondano le radici nel nostro passato, come il baratto, ad esempio, che per secoli ha caratterizzato gli scambi di beni e servizi tra gli uomini, fino alla comparsa del vil denaro.
    Da quanto il sistema del cambio merce pubblicitario è sbarcato anche in Italia molte attività commerciali hanno deciso di provare, ed i risultati sono stati soddisfacenti. Riduzione della merce stoccata in magazzino ed una campagna pubblicitaria che, in condizioni normali, non si sarebbero potute permettere, a causa di costi spesso insostenibili, soprattutto oggi.
    Quindi, se avete della merce invenduta, rivolgetevi ad un barter affidabile e investitela in pubblicità, potrebbe aiutarvi ad accrescere la popolarità e la reputazione dell?azienda e, perché no, il fatturato.