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    Caso Guidi, Sallustio interviene su conflitto di interessi

    All?indomani delle dimissioni del ministro Guidi, la candidata ariccina chiarisce la sua posizione in materia di attenzione nella scelta della nuova Giunta

    Arriva stamane il commento della candidata sindaco dell?Italia dei Diritti Luisa Sallustio che ha voluto intervenire riguardo la controversa vicenda sfociata nelle dimissioni del ministro dello Sviluppo Economico Federica Guidi, finita al centro del triangolo di interessi emerso nel corso delle recenti intercettazioni. L?ex Presidente del Consiglio comunale di Ariccia che nei mesi scorsi ha lasciato i banchi della maggioranza a seguito del mancato svolgimento delle primarie del Pd, è attualmente in corsa per la carica di Primo cittadino, il cui esercizio la vedrà presto impegnata nella nomina della nuova Giunta comunale. Proprio in vista dell?imminente impegno istituzionale a cui sarà chiamata, la candidata ha voluto esprimersi in materia di etica politica e attenzione agli aspetti di opportunità delle nomine pubbliche: ?Mi duole apprendere dai giornali gli ultimi accadimenti che stanno interessando il governo Renzi - ha esordito Sallustio - ma sento il dovere politico di intervenire in tema di conflitto di interessi. La prospettiva di amministrare la città in qualità di sindaco - ha poi proseguito ? mi rammenta la necessità di sottolineare quella che sarà la mia posizione, al momento della scelta dei miei collaboratori. In tale frangente, mi impegno a vagliare con la massima attenzione la selezione dei futuri assessori di Ariccia, fugando ogni possibile dubbio su eventuali conflitti di interessi in Giunta, contro i quali mi sono sempre e con forza battuta. Mi spiace invece osservare come il Pd sia divenuto oramai assai poco rispecchiante i valori portanti del centrosinistra, ridotti a mero stendardo elettorale. La prossima amministrazione ariccina - ha poi concluso - sarà sinonimo di trasparenza e sensibilità etica nella selezione dei rappresentanti. Entrambi gli ingredienti sostituiranno le trite e ritrite logiche di partito che non possono che logorare apparati autoreferenziali, sordi e ciechi di fronte alla sempre più pressante richiesta civica di un ritorno al senso primigenio della gestione della cosa pubblica?.