• User Newbie

    aprire una cooperativa e sue attività e servizi

    insieme a 2 amici stiamo progettando di aprire una Cooperativa di 3 persone in abito culturale, turistico, ma anche di altri servizi.
    La nostra iniziativa vuole svolgere le seguenti attività: viaggi organizzati nei luoghi caratteristici d'Italia, manifestazioni sportive a carattere locale e provinciale, eventi culturali, feste estive in luoghi come agriturismi e masserie, e anche servizi tipo pulizie civili, consulenze legali immobiliari (avendone i titoli), supportare le aziende nella selezione di personale (avendone i titoli idonei a svolgere selezioni, colloqui, ecc...), oltre a oter partecipare a bandi e selezioni che spesso fanno i comuni (per gestire biblioteche, ecc...).
    Ovviamente vi sarebbe una ripartizione degli utili tra i 3 soci e, eventualmente, tra collaboratori esterni sporadicamente impegnati.
    Secondo voi che avete maggiori informazioni è possibile fare tutte queste attività in una Cooperativa?
    grazie


  • User Attivo

    Si, la cooperativa può svolgere queste attività, per tutti i dettagli comunque conviene che tu ti rivolga ad un consulente con esperienza in cooperative.


  • User Newbie

    grazie claudio per la tua risposta.
    ora ci sorge un dubbio. uno dei due amici sostiene che potremmo allargarci inserendo nello statuto anche altre attività, lui si riferisce, ad esempio, alla sistemazione e la manutenzione del verde pubblico e privato, l'organizzazione di servizi di animazione e le pulizie civili. Sono mansioni che nessuno di noi 3 sarebbe in grado di fare. il (futuro) socio sostiene che facendo acquisizione di curricula si potrà creare un database di soggetti che potremmo chiamare come collaboratori esterni quando queste mansioni verranno richieste dai clienti. fin qui nulla di che, credo si possa fare, ma lui sostiene anche che una piccola percenutale di quanto viene pagato dal cliente può essere acquisita da noi, quindi dalla cooperativa.
    faccio un esempio: un cliente chiede di mettere in ordine il proprio giardino, noi chiamiamo come collaboratore esterno un ragazzo (Tizio) che è pratico di giardinaggio, il ragazzo va e aggiusta il giardino del cliente, il cliente paga 100 alla cooperativa, la cooperativa dà 90 al ragazzo e si trattiene 10. Il mio socio sostiene che questo si possa fare, io ho i miei dubbi. Voi che dite?


  • User Newbie

    Buongiorno, mi sono appena iscritta e non sono molto pratica. Vorrei capire anch'io come viene gestito praticamente, economicamnte e fiscalmente il rapporto tra cooperativa, soci lavoratori e collaboratori occasionali o a chiamata. Vi ringrazio.


  • User Newbie

    Ciao!
    la prima chiara distinzione che occorre fare è se quando parli di cooperativa ti riferisci ad una cooperastiva sociale o a una società cooperativa.
    Ti chiedo questo perchè le due realtà sono molto diverese tra loro.
    Considera che le cooperative sociali facendo parte del Terzo Settore hanno tutta una normativa specifica che occorre ben conoscere e per questo ti consiglio di affidarti ad un fiscalista esperto del Terzo Settore.


  • User Attivo

    @barbarapanelli said:

    Buongiorno, mi sono appena iscritta e non sono molto pratica. Vorrei capire anch'io come viene gestito praticamente, economicamnte e fiscalmente il rapporto tra cooperativa, soci lavoratori e collaboratori occasionali o a chiamata. Vi ringrazio.

    Economicamente e fiscalmente vengono riconosciuti gli stessi contratti e le stesse condizioni economiche (anche qualcosa in più, dipende dalla cooperativa) come da contratto nazionale per l'attività svolta. L'unica differenza è il pagamento di una quota associativa (una tantum) per diventare socio e che comunque verrà restituita al termine del rapporto.

    Ciao,
    Claudio


  • User Attivo

    Trovandomi in difficoltà legate a profonda crisi dell'azienda presso cui sono dipendente sto pensando ad una attività autonoma: il mio desiderio sarebbe quello di svolgere attività di interior designer rivolta a offrire soluzioni, anche chiavi in mano, di ristrutturazione/ammodernamento di appartamenti e case, negozi, uffici ecc.
    Ho letto che forse c'è la possibilità, anzichè aprire partita iva come professionista, di aprire una mini cooperativa (minimo 3 persone).
    Chiedo gentilmente: se sì potrei costituire la cooperativa solo con famigliari (padre - madre - sorella)? Come sarebbe nel caso offrissi i miei servizi "chiavi in mano" cioè: io progetto e seguo i lavori, alcune imprese (edili,elettricisti, mobilieri, idraulici ecc.) eseguono i lavori fatturando a me (cooperativa); la cooperativa poi fattura l'intera prestazione (progettazione-direzione/esecuzione lavori - fornitura beni - mobili ecc.) all'utente.
    Sarebbe possibile tutto questo?
    Grazie e cordiali saluti
    Grazie


  • User Attivo

    Buongiorno a tutti
    Le cooperative sono delle entità economiche in cui tutti i soci sono sullo stesso livello societario. Non ci sono soci di maggioranza o minoranza.
    Faccio un esempio.
    Alcuni membri di una famiglia, o amici di lunga data, decidono di costituire una cooperativa. Nell’atto costituivo stabiliscono le regole e successivamente nominano gli amministratori e il Presidente (rappresentante legale). Tutto viene gestito in armonia e secondo parametri precedentemente stabiliti, considerati i preesistenti rapporti familiari o personali.
    In un secondo tempo possono subentrare, per motivi di lavoro o per nuove professionalità richieste, alcuni nuovi soci. Questi nuovi soci in un secondo momento potrebbero non condividere più le scelte o la gestione degli amministratori nominati. In ogni assemblea li possono mettere in minoranza e cambiare la gestione dei vecchi amministratori, estromettendoli.
    I nuovi soci, una volta ammessi, hanno gli stessi diritti dei soci fondatori e non sono considerati di “minoranza”. Ogni socio ha un voto.
    Nelle società invece, come è noto, può esistere il socio, o i soci, di maggioranza (che possiedono più del 50% delle quote o azioni) ed quindi anche in caso di subentro di nuovi soci quest’ultimi, in base al capitale sottoscritto, possono restare di minoranza senza influire sulla gestione della società.
    Detto questo ecco una breve descrizione delle cooperative.
    Le cooperative possono essere suddivise in cooperative a mutualità prevalente, a mutualità non prevalente e cooperative sociali.
    Per tutte necessita la costituzione con atto notarile, l’iscrizione alla CCIAA, il deposito dei bilanci, ecc.
    Le cooperative a mutualità prevalente si distinguono per la prevalenza dell’apporto di lavoro dei soci rispetto ai non soci, oppure per le prestazioni svolte dalla stessa che sono rivolte in prevalenza verso i soci.
    Le cooperative a mutualità non prevalente non hanno questi requisiti.
    Le cooperative sociali sono considerate Onlus e non hanno finalità di lucro. Svolgono la loro attività rispettando le regole del non profit e godono delle stesse agevolazioni fiscali.
    Per costituire una cooperativa occorrono minimo nove soci mentre è possibile costituire una cooperativa con solo tre soci se questa viene costituita nella forma a responsabilità limitata.
    Le cooperative possono assumere anche lavoratori dipendenti e operano allo stesso modo delle società di capitali (fornitori, professionisti, contratti con i clienti, ecc.).
    Alcuni esempi fatti nei quesiti sono normali rapporti tra società, clienti e prestatori di lavoro (dipendenti o autonomi).
    Non è possibile costituire una cooperativa che eserciti molte attività particolarmente dissimili tra loro in quanto il notaio, giustamente, potrebbe non redigere all’atto.
    Dopo aver depositato l’atto occorre redigere e approvare un regolamento interno da inviare alla direzione provinciale del lavoro. Nel regolamento vengono regolati in dettaglio i rapporti tra i soci (obblighi, doveri, diritti, rapporti di lavoro, ecc.) e vi sono descritti i vari tipi di rapporto di lavoro che si possono instaurare con i soci-lavoratori e cioè dipendente, professionale, co.co.pro e con esclusione delle prestazioni occasionali e altri contratti di lavoro che non garantiscono la continuità del rapporto associativo.
    Le cooperative hanno gli stessi obblighi di pubblicità legale e dichiarativi delle società di capitali il cui costo da sostenere non è indifferente.
    Inoltre le cooperative non godono più delle consistenti agevolazioni che avevano negli anni passati. I contributi Inps sono gli stessi delle altre attività economiche simili (secondo l’inquadramento Inps) e le agevolazioni sul trattamento fiscale si sono ridotte a modeste riduzioni di imponibile nella tassazione dell’utile se si seguono determinate norme (destinazione dell’utile, mutualità prevalente ecc.).
    Sono sottoposte agli studi di settore (tranne le cooperative sociali) e gli eventuali scostamenti rispetto alle loro risultanze devono essere giustificati, in quanto il loro esonero dall’aderire alle risultanze è una semplice raccomandazione.
    Se non c’è un motivo specifico per la costituzione di una cooperativa (particolarità dei rapporti che si vogliono instaurare, ricambio ricorrente dei soci, condivisione dei risultati e dei rischi, ridotta conflittualità) a mio modesto avviso non c’è una convenienza rilevante.
    Per le cooperative (e anche le società) che si occupano di lavori edili è noto che i contributi Inps sono più consistenti, si deve seguire la contribuzione alla Cassa Edile con relativi adempimenti e le aliquote contributive Inail sono alquanto elevate.
    Spero di essere stato chiaro.
    Cordiali saluti