• User Newbie

    Partita IVA o no?

    Non posso permettermi di versare 100€ o + al mese x una piva senza RICAVO SICURO, ma vorrei comunque svolgere delle attività online.
    Mi appassiona molto lavorare sui siti internet e vorrei un guadagno, certo non è facile, ma prima di passare a questo argomento vorrei risolvere la questione fiscale perché le sanzioni potrebbero essere pesanti.
    Non sono impreparatissimo, ho letto diversi articoli.
    Mi sono informato in tutti i modi possibili, ma non riesco ad arrivare a una soluzione fattibile.

    A fine estate mi ero informato meglio sull'argomento e mi ero avviato per fare la firma digitale (l'articolo era questo, ma con la data 2019 bit.ly/2T6zAy3 )ma quando stavo per aprire la piva mi sono fermato perché avevo capito che i costi inps erano alti e non essendo nel campo, non potendo pagare così di punto in bianco un commercialista, ho lasciato perdere, ma ho visto che non ci sono altre strade, a meno che qualche buon anima riesce a indicarmele

    Io vorrei qualcuno mi dicesse se effettivamente sono legalmente fattibili queste azioni sotto citate oppure no.

    1a)Senza partita iva posso gestire un sito con l’AGGIUNTA di una sezione compravendita tra utenti registrati (senza dati di pagamento) affidando “l’atto di vendita” ad una piattaforma esterna? 1b)Se si, anche trattenendo una tassa (per esempio di 0,50€) per me?

    1c)Altrimenti, senza partita iva in che modo posso fare?

    2)in un altro sito posso vendere prodotti digitali auto-prodotti, sfruttando un marketplace esterno per il pagamento?

    Vorrei trovare una soluzione economica per il primo anno anche perché non penso di fatturare oltre i 2m€ e qualora dovessi veramente farlo sarà mia premura aprire una p.iva. Sarà un'attività continuativa, ma il guadagno sarà basso, il guadagno completo.
    Non è la mia attività principale, in quanto ho un lavoro da dipendente.

    Scusate se sono troppo schematico

    Grazie a chi può aiutarmi :smile5:


  • User Attivo

    ciao,
    faccio presente che non sono un commercialista e ti consiglio di chiedere ad un professionista (o ad un CAF) per avere maggiori e sicuri dettagli in merito.
    Per le modalità di apertura della partita iva e per i suoi costi di gestione, tutto dipende da cosa esattamente devi fare.
    Perchè dici 100 euro al mese? Da cosa derivano?
    Diciamo che potresti orientarti su un regime forfettario...
    Se hai un lavoro da dipendente che sia la tua attività preminente, puoi chiedere l'esenzione del pagamento dell'INPS per la partita iva. Quindi pagheresti 0.
    Per le tasse sui guadagni, avresti per primi i 5 anni solo il 5% (se non si tratta di una prosecuzione di un'attività precedente), ma comunque una percentuale sui guadagni, quindi se non fatturi non devi pagare.
    Gli altri costi sono quelli di apertura della partita iva, di gestione (commercialista) e eventualmente dell'attrezzatura e software necessario a svolgere l'attività (col forfettario qualunque costo NON è scaricabile).

    Poi ci sono molte altre condizioni, ma ti ripeto è meglio che chiedi ad un professionista.

    ciao 🙂


  • User Newbie

    Ciao,
    Grazie per la risposta. I 100€ al mese sono indicativi, un mio amico ha un'attività sua e mi ha detto che spende 200 di inps al mese però fattura sui 3000€ al mese, ma si tratta di un'attività legata a merce fisica, lui è il classico venditore che ti vende il prodotto e te lo spedisce a casa.
    E comunque ha un'attività non piccola.
    Diversi mi han detto che ci sono dei costi inps che si aggirano attorno ai 150-200€ al mese col forfettario. In quel sito che ho indicato (italian times) spiega come aprirla gratis, però non vorrei che aprendola gratis poi mi becco dei costi maggiori.
    Si lo so che ci vuole un commercialista, ma purtroppo non posso pagarmi adesso un commercialista per delle domande, per quello chiedo sui forum. :gtsad: .


  • Moderatore

    Buonasera Atreiu,

    sono un Dottore Commercialista e ti posso rispondere io. Per evitare problemi con l'Amministrazione Finanziaria (e di successivamente anche con l'INPS), eviterei questo tipo di operazioni. Il fatto principale è che stai svolgendo un servizio per il quale tratterrebbe una commissione e, senza partita Iva non è possibile di per sé percepirla perché deve essere dichiarata.

    Il tipo di servizio che offre (direttamente al cliente finale o tramite altra piattaforma per la quale trattieni qualche commissione) rientra nella fattispecie del commercio elettronico che obbliga l'apertura di una partita Iva come ditta individuale.

    Ciò significa che, in primo luogo dovrà aprire partita Iva e, successivamente, iscriversi sia in Camera di Commercio dove Lei intende operare (luogo di svolgimento dell'attività), sia all'Inps di competenza (alla sezione gestione commercianti). Inoltre, sempre prima dell'iscrizione in Camera di Commercio è obbligatorio presentare la SCIA per commercio elettronico dove il SUAP si fa pagare un importo fisso come diritti (ad esempio a Roma sono circa 100 euro di diritti di segreteria).

    Oltre ai costi fissi "una tantum", però deve considerare la gestione commercianti, che è circa 980 euro al trimestre (quindi poco più di 300 euro al mese). Tuttavia, ho letto che Lei è un lavoratore dipendente full time, quindi si può evitare di pagare la gestione artigiani e commercianti, seppur spesso ci sono dei contrasti con l'INPS per dimostrare il lavoro full time.
    Poi dovrai confrontarti con un commercialista come il sottoscritto che ti predisporrà tutti gli adempimenti e svolge attività di consulenza periodica e Lei dovrà pagare le imposte periodicamente (Iva ed Irpef o imposta sostitutiva Irpef se entra nel regime forfettario).
    Nel Suo caso, ovviamente, potrebbe essere bene sfruttare il regime fiscale agevolato che comporta i primi 5 anni un aliquota del 5% e, successivamente, un aliquota del 15% fino a 65.000 euro di incassato e per tutta la durata di apertura della tua partita Iva. Peraltro, di per sé c'è una riduzione del 35% dell'INPS - gestione commercianti per chi aderisce al regime forfettario.
    Attenzione però che dal 2020 per mantenere il regime agevolato, l'anno precedente bisogna avere pari o meno di euro 30.000 lordi di reddito da lavoro dipendente.

    E' ovvio che per esercitare un'attività di commercio elettronico, che da un punto di vista fiscale ed operativo è abbastanza complesso, serve un investimento non importantissimo, ma serve, soprattutto per pagare le spese del Consulente e di sostenimento dei costi per l'apertura della partita Iva.

    In conclusione (e scusi se mi sono dilungato troppo), io non farei questo tipo di operazioni che ha descritto, per evitare problemi con l'Amministrazione Finanziaria e con l'INPS in futuro.
    Spero di essere stato chiaro ed esaustivo. Altrimenti, non esiti a contattarmi.

    Mattia Giannini
    Dottore Commercialista e Revisore Legale dei Conti


  • User Newbie

    Buonasera,
    Grazie per la risposta, mi perdoni, ma io sono già stato in Camera di Commercio per ottenere la firma digitale, come ho scritto, dovrò tornarci?
    La questione dei 980€ a trimestre mi è completamente nuova però.

    Io vorrei tamponare la non apertura della partita iva almeno per il primo anno.**

    Se proprio non è possibile non aprire la partita iva vorrei trovare una soluzione migliore di dare subito 3920€ in un anno, visto che non so se li guadagno subito. **Anche perché io non dovrei inquadrarmi solo come artigiano, ma anche come commerciante perché i prodotti sarebbero sia di natura propria (sia miei), sia di altri e quindi cosa dovrei fare, aprire piu partite ive??


  • Moderatore

    Buonasera,

    l'attività di commercio elettronico è considerata attività d'impresa e, di conseguenza, è obbligatoria l'iscrizione alla Gestione Artigiani e Commercianti, che prevede un importo di quasi 980 euro al trimestre. Tuttavia, per chi fa parte del Regime Forfettario, come dicevo nel precedente intervento, c'è una riduzione del 35% su scelta del Contribuente. Peraltro, le accennavo che con molta probabilità, essendo Lei lavoratore dipendente, se full time, può chiedere l'esonero dal pagamento della Gestione Artigiani e Commercianti dell'INPS. In ultimo, il commercio elettronico inquadra l'imprenditore come commerciante e non anche come artigiano.

    L'apertura della partita Iva è unica ed il codice ATECO associato può essere unico, ossia commercio di prodotti effettuato via internet.

    Cordiali saluti,

    Mattia Giannini
    Dottore Commercialista e Revisore Legale dei Conti


  • User Newbie

    Ho capito ma quindi quale sarebbe la piva giusta? Quella con Regime Forfettario Agevolato?
    Ma più che altro dove posso guardare una tabella dei costi, senza troppa dispersione (o anche un sito)?

    Conoscete magari un sito dove posso fare un test e avere un risultato? Spero di non chiedere troppo e grazie ancora.


  • Moderatore

    I siti non sono molto attendibili, anche perché i costi, seppur di poco, possono essere diversi da CCIAA a CCIAA, ad esempio. Inoltre, anche per un preventivo di un Commercialista, in base alla complessità della fattispecie, può essere diverso (regime agevolato o regime ordinario). I costi sono molto indicativi ed in generale, sono quelli che Le ho spiegato negli interventi precedenti.

    Per quanto riguarda la sua domanda, Le posso dire che il Regime Agevolato Le consente un risparmio (riduzione del 35% dell'INPS gestione artigiani e commercianti, pagamento di un aliquota del 5% i primi 5 anni, seppur nel rispetto di alcune condizioni). Tuttavia, è possibile accedervi soltanto se l'anno precedente a quello di accesso Lei non ha un reddito da lavoro dipendente superiore ad euro 30.000 lordi. Di conseguenza, se Lei ha percepito un reddito inferiore da lavoro dipendente, può avervi accesso, altrimenti, il regime fiscale in questione Le è precluso.

    Cordiali saluti,

    Mattia Giannini
    Dottore Commercialista e Revisore Legale dei Conti


  • User Newbie

    Ok, grazie molte per la risposta.