• Consiglio Direttivo

    Il punto e virgola: uso e frequenza nei contenuti testuali

    Il punto e virgola: di certo il più delicato, raffinato e impalpabile tra i segni di interpunzione presenti nel nostro sistema scrittorio.

    Da sempre un mistero vago e ineffabile il suo ruolo, legato ad una definizione che sembra chiarissima, ma che dice davvero poco:

    "Il punto e virgola marca una pausa più lunga di quella espressa dalla virgola, più breve di quella espressa dal punto fermo".

    [Già, d'accordo. Ma di preciso cosa afferma la frase precedente, in concreto? :mmm: A me capita di rifletterci da molto tempo, da quando ho riscoperto questo segnetto delizioso ";" e non l'ho più lasciato andare. Ho trovato tante risposte diverse: tutte buone, nessuna definitiva, molte a mio avviso interessanti.]

    La scelta del suo inserimento in un paragrafo esige non di rado riflessione, riesame, scelta ponderata e lungimirante; per farne buon uso occorre saper progettare una frase nella sua interezza, prevedendone angoli, deviazioni, parentesi ed esiti imprevisti.

    Per il punto, la virgola o le marcature di enfasi interrogativa "?" ed esclamativa "!" si può anche tollerare un certo grado di improvvisazione, ma con il punto e virgola non si scherza: sceglierlo significa smettere di gettare le parole a caso sul foglio o sullo schermo ed iniziare a diventare architetti del testo.

    La mia domanda è allora - le mie domande sono, anzi:

    • Fate uso del punto e virgola nei vostri contenuti testuali?

    • Se sì, con che frequenza?

    • In quali contesti lo trovate più adatto ed efficace? Brani lunghi ed argomentati? Frasi brevi da raccordare in modo netto ma non secco come si farebbe con un punto?

    • Lo avete abolito del tutto nei vostri siti? Se sì, perché?

    • Lo usate poco perché vi è sempre sembrato arcano e "vecchio", ma in fondo vi tenta e vorreste saperne di più per poterlo usare ed arricchire la prosa dei vostri siti / blog / portali?

    • Lo trovate inutile e ne gradireste volentieri l'abolizione?

    Parliamone, se vi va. 🙂

    :ciauz:


  • Consiglio Direttivo

    Ciao Leonov,
    argomento interessante. Provo quindi a dire la mia attendendo con curiosità il pensiero di altri:

    • Fate uso del punto e virgola nei vostri contenuti testuali? Sempre
    • Se sì, con che frequenza?Spesso; gli attribuisco la stessa importanza che do al punto e alla virgola.
    • In quali contesti lo trovate più adatto ed efficace? Brani lunghi ed argomentati? Frasi brevi da raccordare in modo netto ma non secco come si farebbe con un punto?Lo ritengo essenziale quando il periodo è eccessivamente lungo e contorto, quando cioè le virgole non sono sufficienti a segmentarlo. Lo ritengo indispensabile anche in presenza di elenchi puntati e numerati.
    • Lo avete abolito del tutto nei vostri siti? Se sì, perché?
      -Lo usate poco perché vi è sempre sembrato arcano e "vecchio", ma in fondo vi tenta e vorreste saperne di più per poterlo usare ed arricchire la prosa dei vostri siti / blog / portali?
    • Lo trovate inutile e ne gradireste volentieri l'abolizione?
      Nooo! Anzi 🙂

  • Moderatore

    io sostituisco il punto e virgola con una virgola. Trovo che le persone con problemi di vista (come me) lo scambino per un due punti.
    Interessante notare che gli inglesi chiamano il punto e virgola "mezzo due punti" e lo usano molto spesso per separare gli elementi di una lista.


  • Consiglio Direttivo

    Ammetto, convenendo con Redsector, che la scelta grafica del punto e virgola possa presentare qualche problema, specie quando si legge di corsa, quando il carattere usato non è tra i più leggibili o quando il corpo del testo è a dimensione micrometrica (tipico esempio: le note a piè di pagina dei libri o peggio ancora quelle dei contratti).

    @redsector said:

    Interessante notare che gli inglesi chiamano il punto e virgola "mezzo due punti" e lo usano molto spesso per separare gli elementi di una lista.

    Vero; è il cosiddetto "semi-colon". Va tuttavia precisato che l'uso del punto e virgola per separare gli elementi di una lista è noto anche in Italiano (si parla in tal caso di "punto e virgola seriale") e può aversi sia in liste ordinate che in elenchi intertestuali, così:

    Lista ordinata:

    • Primo elemento;
    • Secondo elemento;
    • Terzo elemento;
    • ...

    Elenco intertestuale:

    Primo elemento; secondo elemento; terzo elemento; ...

    Lungi dal voler convincere Redsector a tornare sui suoi passi e a riconsiderare le sue scelte, mi permetto però di riportare un esempio per mostrare la forza del punto e virgola e i differenti gradi di sfumatura che esso consente agevolmente di raggiungere. Consideriamo il caso seguente:

    "Resistere, resistere, resistere."

    contro

    "Resistere; resistere; resistere."

    Nella scelta in alto, la ripetizione dell'infinito "resistere" viene rafforzata dall'uso delle virgole (avrei potuto scriverlo anche senza alcun segno tra le parole), ma la frase è unitaria, cioè sto esprimendo un unico concetto - la resistenza, appunto - usando l'espediente retorico della ripetizione.

    Nella scelta fatta in basso, invece, ogni verbo ha la sua propria importanza: non si continua a resistere, ma si insiste nel resistere ogni singola volta; il rafforzamento del concetto è notevolmente migliorato e l'esito retorico ne trae giovamento.

    [Ok, lo so, è una sfumatura molto sottile. Però sono appunto certe lievissime coloriture, in qualche caso, a fare la differenza.]

    Grazie a Redsector per l'ottimo contributo. 🙂


  • Consiglio Direttivo

    Beh, allora vuoi mettere:

    Resistere. Resistere. Resistere.

    oppure:

    Resistere! Resistere! Resistere!
    🙂

    Comunque, quello che dice redsector è condivisibile e meriterebbe un approfondimento. Anche a me è capitato di scambiarlo per i due punti, in testi poco leggibili.


  • Consiglio Direttivo

    Ah... La bellezza del punto e virgola! :gtlove:

    Permettetemi dunque di citare il mitico Beppe Severgnini:

    Da "L'italiano - Lezioni semiserie" di Beppe Severgnini:

    Su un libro di testo sottratto ad un nipote liceale trovo questa sconcertante affermazione: "Il punto fermo a volte può essere sostituito dal punto e virgola, che indica una pausa meno netta, il punto e virgola si usa infatti quando il rapporto tra le due frasi o i due periodi è molto stretto. Ma è necessario spezzare la frase che altrimenti diventerebbe troppo lunga. L'uso del punto e virgola, comunque, non è indispensabile."
    Non è indispensabile? Protesto. Il punto e virgola è più che indispensabile; è comodo (vedete?), filosoficamente utile e politicamente interessante. Secondo T.W. Adorno è "il simbolo stesso della dialettica": supera e riprende quel che è antecedente, e lo trasforma in qualcosa di diverso. Mi permetto di aggiungere: il punto e virgola è ammirevole. Una scelta liberale di fronte alla dittatura del punto e all'anarchia delle virgole.
    I nemici del punto e virgola dicono: bisogna semplificare! Sono i machos dell'interpunzione. Vogliono punti fermi, esclamazioni, domande; il punto e virgola viene considerato un segno equivoco. E se anche fosse? La punteggiatura è moralmente neutra. La promiscuità tra trattini e parentesi è da scoraggiare in quanto confusionaria: non per ragioni etiche. Così. l'eccesso di puntini di sospensione - ne parlaremo tra poco - va combattuto per motivi estetici. Questo morbillo delle email è infatti brutto da vedere, e contagioso.
    So che molti autori usano poco il punto e virgola, e preferiscono mitragliare la pagina di punti. Rispetto la scelta, e resto della mia idea. In mani esperte il punto fermo regala ritmo al discorso. Ma resta un segno assolutista: obbliga alla maiuscola, che è una forma d'inchino ortografico.
    Il punto e virgola, invece, è democratico e duttile: permette di rallentare fino quasi a fermarsi, e proseguire. Cambiando soggetto, oppure no. L'autore del testo liceale sostiene che serve per "spezzare la frase che altrimenti diventerebbe troppo lunga". Riduttivo. Il punto e virgola è invece il più piccolo manifesto ideologico mai scritto; bisogna saperlo leggere, però. Contiene una dose di dubbio e suspanse, e obbliga ad una deliziosa, impercettibile apnea mentale. Nello stesso tempo è un avvertimento al lettore:"Ehi, guarda che cambio discorso; ma potrei riprenderlo, se mi va. Quindi, attento a non dimenticare quello che ho appena scritto!".
    Sempre Beppe dice: Il punto e virgola è ritenuto il segno ortografico più "sensuale" della lingua italiana. 😄

    E ancora Beppe in un riepilogo: [A me piace. 😄 ]

    DUE PUNTI Sono la benedizione di chi scrive. Uno pensa: non si può evitare che le frasi siano piene di che. Sbaglia: grazie ai due punti, utili a introdurre la frase oggettiva, ne ho appena eliminato uno.

     [LEFT]**PUNTINI DI SOSPENSIONE** Sono il morbillo e la varicella del testo. Si fanno da bambini, poi basta.[/LEFT]
    

    PUNTO ESCLAMATIVO La virgola è francese, il punto americano, il punto interrogativo tedesco; ma il punto esclamativo è certamente italiano. Emotivo, eccitabile e lievemente enfatico. Si può usare: una volta all?anno, come il costume di carnevale.

     **PUNTO E VIRGOLA** Il più breve manifesto ideologico mai scritto: basta saperlo leggere. Contiene una dose di dubbio e *suspense*, e obbliga a una deliziosa, impercettibile apnea mentale. Se, scrivendo, considerate il punto troppo drastico, e la virgola troppo frivola, il punto e virgola è quello che fa per voi.
          C'è poi questa definizione tratta dal sito dell'Accademia della Crusca:
    

    "Il *punto e virgola *(punto acuto, punto coma) segnala una pausa intermedia tra il punto e la virgola e il suo uso spesso dipende da una scelta stilistica personale. Si adopera soprattutto fra proposizioni coordinate complesse e fra enumerazioni complesse e serve a indicare un?interruzione sul piano formale ma non sul piano dei contenuti («il capo gli si intorbidò di stanchezza, di sonno; e rimise la decisione all?indomani mattina», A. Fogazzaro, Piccolo mondo moderno)".E voi vorreste eliminarlo? 😮

    Guardate quante cose si possono dire di lui!

    A me affascina soprattutto quando la frase che segue non contiene un verbo; mi è capitato di recente sotto gli occhi ma all'impronta un esempio non mi viene.

    E a questo punto urge una domanda al mio censore preferito, ovvero l'autorevole Bibliotecario: nella frase precedente è corretto l'uso del punto e virgola? Oppure si poteva fare di meglio? 🙂

    Aspetta prima di rispondere, caro Leonov: prima ti debbo passare la penna con cui mi aspetto tu corregga. Una penna che lascia segni rossi.

    :frust:


  • Consiglio Direttivo

    @lorenzo-74 said:

    Beh, allora vuoi mettere:

    Resistere. Resistere. Resistere.

    oppure:

    Resistere! Resistere! Resistere!

    Tutto giusto e accettabile. Dipende dal contesto, però. Mi spiego.

    Se a pronunciare l'invocazione è un rivoluzionario su una barricata durante uno scontro, meglio il punto esclamativo, più appropriato.

    Se si tratta di un giudice in un'aula di tribunale, meglio il punto. Perentorio.

    Se i tre "resistere" li trascina un adolescente indolente, la virgola rappresenta meglio il suo passo dinoccolato e fluido, con la liquida asciuttezza di certi atleti.

    Se però la frase la ripete a mezza voce un uomo che passeggia meditabondo in un salone silenzioso di un castello, occorre qualcosa di fermo ma non drastico, che renda onore al ritmo cadenzato dell'espressione senza far perdere il legame tra le parole e la coerenza d'assieme del pensiero.

    Il risultato possibile (l'unico, secondo me)? Punto e virgola.

    😄

    @lorenzo-74 said:

    Comunque, quello che dice redsector è condivisibile e meriterebbe un approfondimento. Anche a me è capitato di scambiarlo per i due punti, in testi poco leggibili.

    Senza dubbio: qui tutto si gioca sull'impostazione tipografica del glifo e sul font selezionato; alcuni set di caratteri hanno un punto e virgola molto ben delineato e riconoscibile, mentre altri - spesso quelli con una traccia grafica per la virgola poco incisiva - lasciano questo splendido simbolo in una preoccupante indeterminazione.

    @Nimue del Lago said:

    Ah... La bellezza del punto e virgola! :gtlove:

    A me affascina soprattutto quando la frase che segue non contiene un verbo; mi è capitato di recente sotto gli occhi ma all'impronta un esempio non mi viene.

    E a questo punto urge una domanda al mio censore preferito, ovvero l'autorevole Bibliotecario: nella frase precedente è corretto l'uso del punto e virgola? Oppure si poteva fare di meglio? 🙂

    No, non credo si potesse fare "di meglio", anche se resta pur sempre una questione di gusto personale.

    Per quel che mi riguarda, la scelta fatta sopra del punto e virgola è accettabile, corretta e condivisibile, dal momento che i due concetti erano distinti ma intimamente legati. Un punto li avrebbe scissi troppo; una virgola non avrebbe reso in modo consono la cesura semantica.

    Però, ripeto, è una questione di gusto.

    [Per dirne una: a me piacciono i trattini endolessematici - come questi - che uso spesso per averli assorbiti dalla letteratura scientifica anglosassone, innamorata di questi costrutti. Altri li detestano, li sostituiscono con parentesi o virgole, oppure mettono un punto fermo e ricominciano. Questione di gusti. :D]


  • Consiglio Direttivo

    @Leonov said:

    [Per dirne una: a me piacciono i trattini endolessematici...]

    Pure a me e per lo stesso motivo, cioè per averne apprezzato l'uso su testi in inglese. Io però lo chiamavo trattino meno. :giggle:


  • Moderatore

    Allora bisogna partire a monte. La scuola!
    Premesso che io ho fatto una scuola "particolare" in cui non ho imparato niente in 4 lingue diverse :fumato:, posso affermare che l'uso della punteggiatura era già carente a scuola.
    In primis perché non ci è stato insegnato a scriverla (o meglio: non ci è stato insegnato con sufficiente fermezza); in secundis perché pure i libri che leggiamo non la sfruttano.
    Io stesso quando scrivo mi accorgo di sbagliare. A volte metto una virgola dove, non serve 😄 o ne salto una: tutto il discorsi ne rimane stravolto.