• User Attivo

    Titolo di articolo su un quotidiano

    Mi rimetto alla sapienza del generoso e disponibile Leonov. 🙂

    La letterina "H" è una consonante o non lo è?

    Da dove sorge questo piccolo dilemma?

    Dal titolo che ho trovato leggendo un quotidiano locale:

    [CENTER]"A ......... il PD continua nel harakiri"

    [LEFT]Quel "nel harakiri" leggendolo a voce alta mi stonava; dopo averci ragionato un pò, ho penato che il buon Leonov avrebbe sicuramente dissipato i miei "tentennamenti" ed eccomi a chiedere.

    Grazie e ...... buon matrimonio!!!! 😉
    [/LEFT]
    [/CENTER]


  • Moderatore

    Ciao Acconto.

    La H è sicuramente una consonante.
    Il titolo da te menzionato è sicuramente cacofonico.
    Harakiri è sicuramente un termine giapponese.

    Il giornalista avrebbe potuto inventarsi una soluzione migliore?
    Probabilmente si.
    Il giornalista ha formalmente sbagliato utilizzando la preposizione 'nel'?
    Probabilmente no.

    Sicuramente Leonov ha qualcosa da aggiungere a questi sillogismi, e probabilmente i miei avverbi rispondono con certezza - ma solo in parte - al tuo dubbio.

    🙂


  • User Attivo

    Ciao Acconto!

    Effettivamente la scelta non è delle migliori, ma la "h" sorprende ancora molti giornalisti e scrittori, non sapendo bene come comportarsi.
    La scelta che trovo più spesso nei titoli sono delle virgolette che separano la preposizione dalla parola straniera in modo da evitare l'imbarazzo della scelta dell'apostrofo. Ad esempio nel tuo caso sarebbe **nel "harakiri". **Non credo sia la soluzione più corretta ma crea per lo meno quello spazio grafico che fa dimenticare al lettore che forse da qualche parte andava un apostrofo ed evita domande accorte come la tua. 😉


  • Consiglio Direttivo

    Saluti a tutti.

    Aggiungo qualche postilla, affidandomi al completissimo tomo di Luca Serianni (Italiano: Grammatica, Sintassi, Dubbi, ed. Garzanti), di cui riporto nel virgolettato alcuni passi scelti:

    1. La trattazione della h è annessa a quella delle consonanti, per cui tale la si può considerare sebbene «In italiano h è il grafema diacritico per eccellenza, dato che non rappresenta mai un suono tranne, ma solo come realizzazione facoltativa, quando compare in interiezioni. [...] In tal caso può corrispondere a una fricativa glottidale (o comunemente aspirata) cioè a un'articolazione – presente come fonema in molte lingue del mondo, dall'inglese al tedesco, dall'ebraico al giapponese – realizzata al livello della glottide.» (I, §136)

    2. Per quel che concerne la pronuncia della h nelle parole straniere: «È possibile, e forse anche preferibile, pronunciare "all'italiana", senza aspirazione, anche l'h iniziale di quei forestierismi che, per essere d'uso corrente, possono considerarsi acclimati nella nostra lingua». (I, §138)

    Leggendo, pronunceremo dunque semplicemente /ara'kiri/, non /hara'kiri/ (l'apostrofo indica, precedendola, la sillaba su cui cade l'accento nella parola); altrimenti, se volessimo attenerci alla norma, dovremmo consultare un parlante nativo giapponese e farci istruire sull'esatta pronuncia del termine – che temo essere decisamente più ardua di quanto inizialmente potremmo sospettare, come ho avuto modo di scoprire provando a pronunciare correttamente i cognomi dei miei colleghi ricercatori asiatici.

    1. Sulla questione dell'articolo (e quindi delle preposizioni articolate) due raccomandazioni fondamentali. La prima: «Con i forestierismi si usa, in generale, l'articolo che si troverebbe in una parola italiana iniziante con lo stesso suono.» (IV, §6) Scriveremo quindi la baguette, il file-sharing, lo stopper.

    La seconda raccomandazione, specifica: «Più difficile regolarsi davanti a h, che ora è muta (per esempio nelle voci latine e in gran parte di quelle francesi), ora è aspirata (come in inglese e in tedesco). Sarebbe opportuno usare l' e un nel primo caso (come si fa per le parole italiane con iniziale vocalica), e lo, uno nel secondo, per analogia con quel che avviene davanti a gruppi consonantici esotici.» (IV, §7)

    Quindi in un caso scriveremo dall'harem perché la pronuncia del termine è /'arem/, non /'harem/, mentre con il cognome Holbein che fa sentire la pronuncia dell'aspirata diremo e scriveremo uno Holbein – /'holbain/.

    1. Che succede infine col nostro harakiri che arriva dal lontano Oriente? In base a quanto detto, avremmo dovuto leggere come titolo di giornale:

    "A ......... il PD continua nell'harakiri"

    se si fosse voluta rispettare la pronuncia "all'italiana" senza aspirazione; altrimenti avremmo trovato:

    "A ......... il PD continua nello harakiri"

    con esplicitazione dell'aspirata. Il titolo trovato da Acconto è invece errato in ogni caso, purtroppo (i giornali sono sempre più infarciti da questi errori e orrori: passi che chi scrive magari lo fa in fretta, però dovrebbero esserci figure professionali pagate proprio per scovare ed emendare tali dimenticanze o refusi).

    1. Solo per la precisione: harakiri è un termine – usato nel parlato ma non nello scritto – che si riferisce a una forma di suicidio rituale giapponese (maggiori informazioni qua); il termine corretto da usare nella pratica scrittoria sarebbe seppuku (pron. /sep'puku/), il quale non solo ha il pregio di essere la forma più corretta dal punto di vista semantico e grafematico, ma offre l'indiscutibile vantaggio di non cominciare per h, il che rende immediato trovare l'articolo giusto.

    In sostanza, il titolo avrebbe dovuto essere:

    "A ......... il PD continua col suo seppuku"

    ovvero, dicendo pane al pane, vino al vino:

    "A ......... il PD continua il suo lento suicidio"

    che getta un'ombra di chiarezza tanto sul fatto quanto sulle implicazioni politiche della notizia (sic.).

    Saluti. 🙂


  • User Attivo

    @Leonov said:

    che getta un'ombra di chiarezza tanto sul fatto quanto sulle implicazioni politiche della notizia (sic.).

    Nessun intento di fare politica nel segnalare l'e(o)rorre, come da te definito, del titolo dell'articolo.

    Ti ringrazio infinitamente per la "magnifica" e sopratutto istruttiva risposta.

    Inoltre ho imparato un nuovo termine: seppuku. 🙂

    Grazie.


  • Consiglio Direttivo

    Tranquillo Acconto, avevo compreso che non c'era alcun intento politico nel post. 🙂

    Grazie invece a te per avermi dato la possibilità di sfogliare qualche altra pagina della sontuosa Grammatica di Serianni: non si smette mai davvero di imparare.

    :ciauz: