• User

    Appello a tutti gli articolisti: difendiamoci con una battaglia culturale

    Salve
    il mio appello vuole sensibilizzare su un problema, secondo me molto grave che porta a svilire, offendere e sminuire una categoria di persone: gli articolisti.

    Io credo che occorra iniziare una battaglia "culturale", volta al riconoscimento del valore e della qualità di chi scrive sul Web.
    Noi articolisti siamo l'anima della rete: con un lavoro paziente e silenzioso diamo voce e sostanza a ciò che sarebbe muto.

    Ritengo sia fondamentale per far si che questo diventi un lavoro che abbia una sua dignità, arrivare ad un prezzo base, oltre il quale non scendere.
    Solo così potremo cambiare le cose.

    Sta a noi difenderci e difendere quello che facciamo. Se chi cerca articolisti sa che c'è un prezzo oltre il quale non si scenderà mai, perchè nessuno lo accetta, le cose potranno cambiare.

    Allora si inizieranno a valutare le candidature sulla base del solo fattore che può fare la differenza: la qualità.
    Per questo desidero che tutti gli articolisti capiscano cha sta noi stessi difenderci.
    Facciamo in modo che nel Web inizia a circolare la qualità ( non dico che non ci sia), ma che diventi un parametro fondamentale sul quale valutare gli articolisti.
    Adoro questo lavoro, lo faccio con passione e serietà. Proprio perchè lo amo e lo rispetto so che non può continuare questo mercato selvaggio. Ho scritto questo post sul forum GT perchè è un punto di riferimento del settore a livello nazionale. Mi appello a tutti voi.
    Insieme possiamo arrivare a cambiare le cose, proponiamo un prezzo base. Lavoriamo affinchè questo possa diventare un lavoro di qualità.

    Vi aspetto numerosi!


  • User

    Sono perfettamente d'accordo.

    Il problema, caro maeva, affonda però in un contesto aggravato dalla particolare situazione italiana. Mi spiego meglio.
    In Italia, per varie cause, c'è una domanda di giornalisti pressoché abnorme. La risposta è che molti editori pensano bene di sfruttare la situazione a loro vantaggio, spesso mal retribuendo gli scrittori, altre volte non pagandoli affatto: con la promessa che se saranno così "comprensivi" da sborsare per i loro stessi articoli, potranno utilizzarli per essere iscritti all'Ordine dei pubblicisti.
    Talvolta l'editore prende gli articoli e scappa, perché tanto con i processi italiani dai tempi faraonici, chi mai potrà sperare in un risarcimento finanziario veloce?
    Infine, gli stessi Ordini non facilitano molti passaggi, per motivi ovvi e arcinoti (spesso inerenti vari clientelismi).

    Ciò che accade nel web è solo uno specchio, spesso ancor più triste, di ciò che accade quotidianamente in Italia.
    Come di consueto la vera rivoluzione, come tu suggerisci, dovrebbe partire dagli stessi scrittori: anche a costo di eseguire lavori più umili, sarebbe doveroso non svilire le proprie capacità intellettuali.


  • User

    Hai il mio totale appoggio anche se devo ammettere che sono trattato molto bene da tutti i siti per cui lavoro, se posso fare qualcosa per contribuire o appoggiare di più il tuo punto di vista sono disponibile e volentieroso nel farlo.


  • User

    Hai proprio ragione. Io ho adottato una politica che vada a mio vantaggio; non "svendo" mai il mio lavoro. Se vogliono che scriva io, allora devono pagarmi bene, altrimenti che lo facciano fare a chi fa semplice copia / incolla a scapito della qualità delle informazioni e della ricerca. Ragazzi, muoviamoci! Costituiamo un gruppo, facciamo sentire la nostra voce, perchè chi fa questo lavoro deve essere rispettato. Non abbasatevi a pochi centesimi! Il nostro lavoro vale molto di più!


  • User

    E' questo il punto: siamo noi che ci dobbiamo difendere e non lasciarci "sfruttare". Solo creando un movimento d' opinione che sia appoggiato di tutti si creerà una base oltre la quale non dover scendere mai.

    E' questo il mio obiettivo: vorrei insieme a tutti gli articolisti arrivare a definire un "prezzo base" oltre il quale non scendere mai.
    Io adoro scrivere e non posso ammettere che ci sia un deprezzamento del genere.
    E' vero questo è lo specchio di ciò che accade in Italia ma io mi pongo una domanda: se non ci difendiamo noi chi lo fara?

    Le "grandi" battaglie e i "grandi" cambiamenti iniziano dal piccolo, a volte proprio dal cambiamento di mentalità.
    Io penso sempre a Ghandi: all' inizio la sua idea sembrava follia. Liberare un Paese dal dominio di un altro popolo, senza una guerra ma con la NON-VIOLENZA? Sembrava assurdo eppure.... (Ancora oggi si fa fatica a crederci).
    Lavoriamo insieme per stabilire una tariffa base: vorrei poterla concordare con il maggior numero di persone possibili.
    Iniziamo da qui, da questo pezzo di Italia, per raggiungere poi l'Italia tutta.
    Grazie


  • User

    Maeva, puoi contare sul mio appoggio in questa iniziativa, e mi auguro che il messaggio arrivi anche a quanti scrivono 10 ore al giorno per guadagnare pochi spiccioli.


  • User Attivo

    Il prezzo di un articolista non esiste. Tutti gli articolisti hanno le stesse qualità? C'è chi merita 50 euro ad articolo e chi non merita neanche 1 euro.. Secondo me non ha senso decidere una tariffa sotto la quale non si può scendere, come in tutte le cose si parte da una gavetta, magari si svendono i propri articoli per creare un CV e a quel punto ci si può proporre a siti autorevoli alla tariffa che meritiamo..
    Se si dice: nessuno scenda sotto i 3 euro solo i più bravi scriveranno per testate importanti perchè i blog piccoli non potranno permettersi tale cifra.
    Un calciatore si sera A deve guadagnare come uno di serie C ?

    P.S: So che mi sono reso antipatico a molti ma è quello che penso


  • User

    Queste cose valle adire ai contadini del Guatemala o ai minatori o a qualsiasi categoria di lavoratori che anni fa lavorava per poco o nulla.
    Vallo a dire a loro che non esiste un prezzo base sotto il quale non scendere....
    Vallo a dire a chi sa che proprio nei momenti in cui non c'è lavoro, si fa leva sui "piccoli".
    Dillo a chi ha buttato il sangue per arrivare a far valere il proprio lavoro. Poi tu non puoi usare come paragone il calcio mercato.
    Qui non vogliamo eliminare il libero mercato, lo vogliamo regolamentare (che è diverso).

    Vallo a dire a chi si è fatto una cultura di anni, leggendo, informandosi che il prezzo di un articolista non esiste...
    dicendo così hai eliminato in un solo secondo, un' intera categoria di persone che dà voce proprio ai blog e ai siti com il tuo.


  • User Attivo

    maeva tu hai ragione su tutto, quello che voglio dire è che in molti casi la retribuzione che è data è in base ai guadagni che ci sono, se un sito guadagna 5 euro al giorno non può pagarne 7 per un articolo, l'articolista non è obbligato ad accettarne 3 ma se non li accetta per guadagnarne 7 dovrà rivolgersi ai siti autorevoli e non sono molti in Italia quelli che si possono permettere di pagare 7 euro ad articolo..
    Morale? con una tariffa base (poi non hai specificato cosa intendi 1-2-3-100 euro) se oggi lavorano 1000 articolisti domani ne lavoreranno solo 20.
    Se parli di tariffa base dobbiamo anche parlare di qualità, tu hai ragione nell'ultima frase ma hai frainteso quello che volevo dire, io sono il primo a rispettare il lavoro delle persone.
    Come ci si dovrebbe difendere ad esempio da una persona che paghi e poi ti accorgi che ha copiato da un libro? Dopo che prendi 2 o 3 mazzate del genere non ti viene da pagare meno le persone fino a quando non sei sicuro del loro operato?
    Ci sono molti webmaster che vogliono fare i furbi ma ti assicuro anche molte persone che decidono di diventare articoliste senza averne le qualità, copiando da libri ecc e queste persone verrrebbero tutelate da una tariffa base..


  • User Attivo

    Concordo con Dalai Lama
    sono webmaster e gestisco siti web e nel frattempo sono anche articolista per una testata.
    Mi rendo conto che i budget di una testata nazionale e di un piccolo blog non sono minimamente paragonabili!!!

    Se io avvio un blog e mi servono degli articoli non posso permettermi di spendere 5 euro ad articolo o anche 3 perchè entrano in gioco molti fattori, rischio di non decollo del blog, introiti pubblicitari ridicoli al giorno d'oggi per noi "piccoli", concorrenza spietata da parte di aziende sempre più fameliche...

    Vuoi guadagnare di più con il tuo lavoro? Bene offriti a chi se lo può permettere di investire nelle tue reali capacità. Se sei così valida sicuramente non si lasceranno scappare la tua proposta.

    Chi magari non può sostenere tali spese si accontenterà di articolisti in erba che si accontentano di molto meno. Loro sono felici e magari anche noi (webmaster) lo siamo 😉 se magari gli introiti pubblicitari iniziano a salire ed il blog inizia a guadagnare.

    PS. l'azienda per la quale lavoro si è spostata in Cina per contenere i costi della produzione a discapito di una manodopera meno curata ma decisamente più abbordabile a livello di costo. Questo è il mercato!


  • User

    io ho iniziato a fare il blogger due anni fa. Ho scritto guide create da me (senza copiare) con foto e passaggi semplici. 30 visite al giorno. Ho riportato news da altri siti. 100 visite al giorno. Ora da qualche settimana sono sceso di nuovo alle 50 visite. Quello che voglio dire è questo: se non facessi il benzinaio, non mi guadagnerei neanche i soldi per pagarmi l'adsl con il mio blog. Ho la mia nicchia di utenti che mi segue ma facendo due conti, per guadagnare 1000 € al mese ci vogliono almeno 10000 visitatori unici. Io che guadagno 10 centesimi al giorno non posso pagare nemmeno 0.50 per articolo. Poi quello che mi fa rabbia è questo: i siti tecnologici che hanno più successo sono quelli che riportano news a volte molto brevi. I contenuti di qualità non portano visite. Però mi piacerebbe che mi pagassero 5 € a post. Ma chi se lo può permettere?


  • User

    @ Dalailama, klubin e alessio.

    Seguite una strada fuorviante. Non si discute solo del webmaster con scarso budget che mette su un sito. E che quindi non può permettersi di fornire retribuzioni stratosferiche.
    Si parla di un modo di intendere la professione giornalistica. Che riguarda, paradossalmente, big e piccoli quasi allo stesso modo.
    I grandi fanno la voce grossa: "non pretendere trattamenti civili, perché come te ce ne sono un milione e siamo in Italia".
    I piccoli utilizzano lo scudo del budget risicato. Ma non sempre è una giustificazione plausibile: da 1 ? a 3 ? per articolo c'è per esempio già una bella differenza (parlando di un pezzo di 250 parole). Eppure nulla.

    E' una situazione giusta e comprensibile secondo voi?


  • User

    La situazione è talmente variegata che è difficile semplificare tutto.
    Online da una parte troviamo grandi gruppi che gestiscono network e individui con piccoli blog e dall'altra abbiano persone che scrivono lavorando con partita iva e fatturando e altre che fanno tutto in nero.
    C'è un po di tutto insomma.
    Chiaro che la persona che gestisce due o tre blog non si rivolgerà a professionisti ma si accontenterà di chi gli fa spendere meno.
    Del resto le entrate pubblicitarie sono molto ridotte e solo i grandi gruppi possono permettersi di pagare decine di euro un articolo


  • User

    Questo è il mercato adesso che non ci sono regole: per cui si fa selvaggiamente ciò che si vuole.

    Legione ha ragione: è il modo di intendere la professione giornalistica. Si tratta di dare un minimo di regole ad un mercato che fa leva sulla penuria di lavoro.
    Io credo che ci sia un vuoto in questo senso, dove pescano tutti. Iniziamo insieme a colmare questo vuoto.
    Iniziamo ad intervenire laddove noi possiamo. Non si tratta di budget o blog piccoli o grandi.
    Si tratta di definire una base minima che garantisca tutti. Io non ho ancora parlato di questo prezzo base (anche se ovviamente ho già un' idea di partenza), perchè vorrei se ne potesse discutere insieme.
    Inoltre vorrei proposte: per esmpio potremmo creare un gruppo e discutere democraticamente il da farsi.
    Io vorrei approntare un documento che solleciti tutti ad una presa di coscienza della situazione. Il miglior modo per cambiare le cose è cambiare le cosicenze: rendiamoci comto che valiamo.

    Kublin forse non mi sono spiegata bene io non voglio guadagnare di più individualmente ( sembrerà strano non agire per prpri scopi), ma voglio dare dignità a tutta una categoria.
    E' un concetto più ampio. Voglio che tutti gli articolsiti si accordino per offrire un servizio di qualità ad un prezzo decente.

    Rispetto ed amo troppo questo lavoro per non fare questa battaglia


  • ModSenior

    Riporto per vostra conoscenza un messaggio di Anna Bruno all'interno di questa discussione.

    @FullPress said:

    Visto che è stato rinfrescato il thread, quoto bettacam in rappresentanza di tutti colro che come lei, come me, vivono di scrittura.
    Volevo solo aggiungere che dal 2007 tutti gli ordini professionali, compreso quello dei giornalisti, non può più applicare il tariffario minimo (mai tarifarrio fu così poco applicato come quello dell'Ordine dei Giornalisti). In questi giorni, però, nella Commissiona Nazionale del Lavoro Autonomo (Freelance) della Federazione Nazionale della Stampa (FNSI), il sindacato unitario dei giornalisti, si sta discutendo sulla possibilità di riproporlo, visto anche il gran numero di giornalisti freelance che hanno bisogno di maggiori tutele. Riporto questa notizia, non so a quanti qui può interessare, in qualità di membro della Commissione suddetta. Il tariffario, fortemente voluto da chi vive di giornalismo, è solo una delle proposte che la Commissione sta portando avanti. Il proliferare di falsi giornalisti, falsi articolisti, falsi scrittori, ha aperto un dibattito non da poco nella categoria.
    Proprio oggi su un forum di un sito noto ho letto un annuncio: cercasi articolista per copia e incolla...
    Non aggiungo altro.

    Un saluto
    Anna Bruno

    Valerio Notarfrancesco


  • User Attivo

    maeva discuterne è la cosa migliore, io ad esempio creerei una sorta di certificazione. Ad esempio un articolista deve passare alcuini test fatti da un'ipotetica commissione e se viene riconosciuto "idoneo" allora potrà non scendere sotto quella cifra. Sono giuste le garanzie nei confronti degli articolisti ma sono necessarie anche quelle nei confronti dei webmaster. Se un webmaster ad esempio si accorge di aver pagato un articolo in realtà copiato da un libro potrebbe segnalare il fatto all'ipotetica commissione ecc ecc (ho buttato giù un'idea probabilm non applicabile).
    Ora vi domando una cosa di cui ho discusso già altre volte: perchè gli articolisti che sono così sicuri del proprio lavoro rifiutano spesso di collaborare attraverso il paid to write? Se uno è sicuro della qualità del proprio lavoro non ha convenienza?
    Discutendo della cosa credo che siamo arrivati ad un punto comune, tutelare le persone serie, siano essi webmaster o articolisti..


  • User

    Approvo pienamente quanto detto e spero che questo possa essere solo il punto di partenza per giungere a qualcosa di concreto!


  • User

    D'accordo con Maeva, mi associo, sono disponibile al dialogo e mi piacerebbe se ci fosse un'area dove discutere di questo argomento. Ovviamente se venisse approvato un prezzo minimo, sarei solamente felice, visto che appartengo alla categoria che lavora con p.iva.


  • User

    Contentissima Fanny: adesso dobbiamo definire meglio la strategia da adottare per raggiungere i nostri obiettivi. Io ritengo che il primo e più importante passo sia quello di coinvolgere il maggior numero di articolisti possibile......

    Potremo per esempio raccogliere qui tutte le adesioni e poi una volta raggiunto un buon numero decidere come muoverci.... 🙂


  • User Attivo

    Volevo evidenziare anche il fatto che ci sono molti "articolisti" furbi, che fanno i copia e incolla di articoli oppure che scrivono in una maniera indegna, anche quando quello che si paga non è così da fame. Quindi vi consiglio di fare sempre gli opportuni controlli, perchè ce ne sono tanti che lavorano così.