• User

    Apertura di un'attività in regime agevolato - Chiarimenti

    Saluto tutti i partecipanti del forum e faccio i complimenti ai gestori e ai moderatori di questo forum per le informazioni contenute e per gli interventi veramente interessanti e chiarificatori.

    Sono un nuovo iscritto e ho scoperto questo forum per caso girovagando in rete alla ricerca di informazioni per l'apertura di un'attività imprenditoriale.

    Non essendo un addetto del settore e non essendomi occupato nello specifico di questi aspetti ho diversi dubbi: non riesco a capire quale sia la strada migliore da intraprendere e quali sono gli adempimenti da fare per risolvere il mio problema.

    Ho provato anche a chiedere a un commercialista che mi ha detto delle cose che poi ho scoperto, grazie ad internet, essere per metà corbellerie.
    A questo punto ho deciso di indagare per fatti miei...ed eccomi, fra l'altro, approdare su questo forum.

    Premetto che sono un ingegnere iscritto al relativo albo professionale e lavoro come dipendente con contratto a tempo indeterminato presso un'azienda.

    Negli anni passati mi è capitato di eseguire delle piccole prestazioni occasionali rilasciando la relativa parcella.

    Quest'anno mi sono state offerti un paio di incarichi che non ho ancora accettato perchè nell'anno andrei ad avere un ricavo sui 15.000 euro che non si può configurare di certo come prestazione occasionale visto il limite dei 5.000 euro.

    Volendo accettare gli incarichi nasce a questo punto l'esigenza di dover aprire un'attività e volevo capire se era possibile usufruire di qualche regime agevolato.

    Appare chiaro immediatamente che non posso fruire del cosiddetto "forfettino" (art. 13 L. 388/00) poichè nei 3 anni precedenti ho avuto delle collaborazioni occasionali e quello che andrei a fatturare con la nuova attività riguardano prestazioni diverse rispetto a quelli degli anni precedenti ma sempre intrattenendo rapporti con gli stessi soggetti lasciando molti dubbi e molte porte aperte alla configurazione elusiva della cosa.

    Scartata l'ipotesi del "forfettino" ho preso in considerazione l'ipotesi del "fortettone".
    E qui arrivano i primi problemi. Come dice la legge il "forfettone" è applicabile per le attività marginali (mi spiegate cosa sono nello specifico) i cui ricavi e compensi sono inferiori ai limiti fissati con decreto e comunque inferiori a 50.000.000 di lire.
    Ora 25.000 euro e spiccioli sono sufficienti per quello che devo fare io. Ma si pone il problema degli ulteriori limiti.

    Facendo un giro sul sito dell'agenzia delle entrate ho trovato che la stessa ha emesso una circolare con cui stabiliva i limiti dei ricavi e dei compensi per i soggetti che vogliono avvalersi dei benefici del regime fiscale delle attività marginali.
    Questi limiti sono relativi a 61 studi di settore in vigore dall'anno 2004.
    L'attività che voglio intraprendere non è fra quelle 61 ma ritengo possa ricadere o nello studio SK27U ovvero TG66U o al limite SK23U.
    In questi casi dove trovo il limite? E se non c'è si applica solo il limite dei 25.823 euro?
    Per me è un mistero...

    Pagare solo il 15% del reddito sarebbe una gran cosa oltre all'IRAP naturalmente.

    Mi sto facendo una serie di pippe mentali immense o le cose sono più semplici?

    Altro giro, altra corsa.

    Essendo ingegnere iscritto all'albo professionale e già coperto da altra forma di previdenza come mi devo comportare riguardo ai contributi previdenziali dei redditi prodotti?
    So per certo che non posso essere iscritto a Inarcassa perchè non ho i requisiti (ho già un'altra forma di previdenza obbligatoria essendo lavoratore dipendente) però sono soggetto al versamento del 2% come contributo di solidarietà.

    Quello che non capisco e se devo iscrivermi all'INPS aprendo una posizione sulla gestione separata o no.

    Beh per adesso mi sembra che può bastare...sono stato un pò lungo ma ritengo che bisogna spiegare bene le cose se vuoi che colui il quale esprime un giudizio abbia tutti gli elementi per farlo.

    Spero mi possiate aiutare e chiarmi tutti i dubbi.

    Grazie sin d'ora e tanti auguri di una serena pasqua.


  • Super User

    Ciao e benvenuto,

    innanzitutto un complimento per come hai approfondito la materia.

    Purtroppo non ho esperienza diretta del regime forfettone (art.14 l.388/00). Lo stesso risulta, a quanto ne so anche da colleghi, molto poco diffuso perchè, seppur abbia una aliquota agevolata, risulta quasi incomprensibile l'applicazione e sembrerebbe costringa comunque a pagare sui ricavi risultanti dagli studi di settore, indipendentemente, da quelli realmente conseguiti.

    Su questo dovrei studiarmi tutto l'argomento e purtroppo in questo periodo di dichiarazioni non ne ho il tempo materiale :bho: .

    Domanda ancor più complessa è quella circa la gestione previdenziale... visto poi che non sono un consulente del lavoro.
    In effetti è previsto che anche i lavoratori dipendenti con altra copertura previdenziale che siano anche professionisti debbano iscriversi alla gestione separata professionisti senza cassa, salvo poi riservare loro una aliquota agevolata. Il fatto che tua abbia anche la costrizione al contributo inarcassa però ti farebbe soggiacere ad un triplo prelievo (dipendente, ingegnere e professionista senza cassa).
    Mi sorge allora una domanda d'obbligo... la tua iscrizione all'albo ingegnerei ti serve obbligatoriamente per la tua attività??? Perchè se così non fosse forse potresti risparmiare il contributo inarcassa. Ma ciò dipende da quello che realmente fai... e dalla tua voglia di toglierti dall'albo (fintantochè avresti questa posizione lavorativa).

    Paolo


  • User

    Paolo, innanzitutto ti ringrazio per i complimenti e per il tuo punto di vista.

    Mi rincuora il fatto che la materia del "forfettone" è molto complessa e non ti chiedo di certo di perdere del tempo gratis per me.

    Era per capire quale sia la migliore strada da intraprendere.

    Ti dico che da ulteriori ricerche ho scoperto che la paventata TRIPLA tassazione esiste veramente! Ahime e poi si lamentano.
    Sul sito dell'ordine degli ingegneri di padova c'è il coordinamento degli ingegneri con lavoro atipico. E' stato fatto un ricorso contro INPS e IMPAD proprio per l'eliminazione della tripla tassiazione ma ahime è stato perso in primo grado. Si è andato in appello adesso.

    Rimane il problema di come aprire la partita iva.

    Visto che l'argomento "forfettone" non l'hai approfondito ti faccio un'ultima domanda sull'argomento "forfettino" dove ti vedo molto più ferrato.

    Come ti ho detto nei due anni precedenti ho avuto una volta all'anno un'unica collaborazione occasionale con un solo committente (lo stesso che mi offre ora la collaborazione più duratura).
    Le collaborazioni occasionali riguardavano l'elaborazione dei dati mentre questa collaborazione riguarderà lo sviluppo di un software e relativo supporto.
    Ritieni che questa cosa possa essere configurata come continuazione di attività precedente e, quindi, mi impedirebbe l'accesso al "forfettino"'?

    Grazie


  • Super User

    Molto dipende dalle "tracce" che hai lasciato.

    Con questo intendo dire che se esistono lettere d'incarico o veri e propri contratti con un oggetto molto ben delineato, che si sovrappone in qualche modo alle tue precedenti collaborazioni od all'oggetto del tuo lavoro dipendente allora purtroppo sarebbe meglio trovare altre soluzioni che non siano quella delle nuove iniziative produttive.

    Ma se queste tracce non esistono e comunque è possibile scrivere un contratto per la tua futura collaborazione (con iva) che si discosti da quelle precedenti in maniera netta.... allora penso proprio che non avresti vincoli.

    Mi pare proprio che tra l'elaborazione dei dati e la consulenza personalizzata per lo sviluppo di software ci sia una bella differenza.... e ciò è sostanziato anche dall'Istat con i suoi codici attività (che ti servono anche per l'apertura della p.iva) infatti ne sono previsti due appositi e distinti 72.22.0 e 72.30.0. Direi dunque che non getterei subito la spugna.
    Verificherei la vecchia documentazione (elaborazione dati occasionale) e quella del lavoro dipendente; redigerei una lettera d'incarico/contratto per la tua prossima collaborazione professionale (IVA) che non nomini l'elaborazione ma solo lo sviluppo software (eventualmente escludendo esplicitamente l'elaborazione dati), aprirei la p.iva senza usare il codice dell'elaborazione, ma solo quello dello sviluppo software.

    PS per i codici guarda qui a pagina 47:
    http://www.agenziaentrate.it/ilwwcm/resources/file/eb869e42dac7c1a/ATECOFIN2004_VOLUME.pdf

    Cosa ne pensi?


  • User

    Paolo, innanzitutto ti ringrazio del tempo e dei consigli che mi dai.
    Il tuo punto di vista è condivisibile e avrai ben capito che io non sono certo il tipo che butta subito la spugna.

    Di tracce ne ho lasciate poche...
    Oltre alle due notule relative all'anno 2004 e all'anno 2005 che fanno esplicito riferimento all'elaborazione dei dati, le altre "tracce" esistenti sono la lettera d'incarico e la mia disponibilità ad eseguire l'incarico entrambe del 2004.
    Nel 2005 è stato fatto tutto verbalmente.

    L'unico vero "guaio", e qui chiedo il tuo parere e la tua esperienza, è che la lettera d'incarico (del 2004 e che per ovvi motivi non posso fare sparire) oltre a darmi l'incarico per la redazione degli elaborati da produrre entro i successivi 20 giorni (e qui nessun problema perchè è chiaro che si tratta di elaborazione dati) a un determinato compenso dice espressamente che devo concordare con TIZIO patti e condizioni di un successivo incarico per la realizzazione di un software di gestione.
    In pratica è una specie di manifestazioni di intenti ovvero incarico "in pectore" che si sta realizzando solo adesso a circa 2 anni di distanza.

    Da quel poco che capisco questo mi taglia abbastanza le gambe....non credi? Oppure il fatto che già nella lettera d'icarico le cose erano distinte e che non c'erano scritti patti e condizioni fa si che il secondo "incarico" sia qualcosa di nullo?

    Per quanto riguarda il mio lavoro dipendente problemi non ce ne sono. Non realizzo programmi per il mio datore di lavoro. E il mio datore di lavoro non vende servizi informatici o derivati alle imprese.

    Che dici getto la spugna?
    Nel caso gettassi la spugna hai qualche suggerimento per qualche agevolazione.

    A presto e grazie

    Ciao


  • User

    Dimenticavo.

    Ho una news da aggiungere.

    Mi hanno offerto un contratto con un discreto compenso per far pubblicità esclusiva su un sito internet di mia proprietà e che gestisco in prorpio.
    Questo sarebbe un'altra attività.....

    Cambia qualcosa?

    Ciao


  • User

    Paolo allora cosa ne pensi?


  • Super User

    Sinceramente che in quella lettera d'incarico ci sia riferimento ad un futuro e diverso incarico lo vedo come un aspetto positivo che denota appunto, che all'attività DIVERSA sarà data ALTRA REGOLAMENTAZIONE FUTURA.... e dunque non è quella che hai svolto allora.

    Messa così la cosa forse rischierei, ma su basi dimostrabili.

    Si la pubblicità sul tuo sito è attività d'impresa e non di lavoro autonomo e quindi non immediatamente conciliabile con quella di professionista consulente software. Puoi leggere molto in merito in altri topic.

    Paolo


  • User

    Grazie.

    La cosa è dimostrabilissima visto che ho la loro decisione con due belle firme.

    Tanto per sapere cosa rischio?

    Alla luce di ciò e alla luce della pubblicità sul sito, mi conviene aprire la p.iva come professionista o come impresa individuale?

    Ciao


  • Super User

    Dipende.... da impresa individuale hai maggiori costi fissi, maggiori adempimenti e dunque l'introito pubblicitario deve essere almeno sufficiente a coprire questi maggiori oneri....

    Il rischio è che ti sia riclassificato il reddito con tassazione ordinaria: differenza d'imposte, sanzioni ed interessi
    Violazione nella tenuta della contabilità e nelle dichiarazioni fiscali.

    Non sarebbe il massimo insomma.

    Paolo


  • User

    Grazie tante Paolo,
    sei stato l'unico che con 4 righe ben scritte mi hai fatto capire molte più cose di quelle che altri professionisti mi hanno abbozzato o non detto.

    Se ero di como o dintorni ti sceglievo come commercialista.

    Un ultima cosa e poi possiamo anche chiudere l'argomento che ritengo peraltro abbastanza istruttivo.

    Nel caso mi venisse contestato il regime agevolato mi hai detto che mi verrebbero infliette una serie di sanzioni.

    Mi sai stimare l'entità di queste sanzioni tanto per poter mettere sul piatto della bilancia le due cose?

    Grazie


  • Super User

    Molto difficile da stimare, esistono infatti ben tre decreti legislativi del 97 che disciplinano le sanzioni fiscali, con meccanismi complessi di cumuli delle stesse in caso di violazioni multiple.

    Orientativamente:

    Reddito x 10% = Imposta regime agevolato
    Reddito x (aliquote progressive Irpef) = Irpef ordinaria

    Irpef ordinaria - imposta agevolata = differenza d'imposta non versata

    differenza d'imposta non versata x 30% (sanzione omesso versamento) = sanzione

    Aggiungi:

    • ritardati versamenti IVA (visto che la verseresti una sola volta/anno nel regime agevolato)
    • dichiarazione infedele: visto la non corretta compilazione sostanziale
    • omessi eventuali acconti imposte sui redditi ed IVA;
    • omessa tenuta delle scritture contabili obbligatorie;
    • .....

    Insomma direi indefinibile visto che alla somma di tutte queste sanzioni si deve applicare il c.d. "cumulo giuridico"... purtroppo mi ci vorrebbe una mattina per fare un calcolo anche solo di massima.

    Direi orientativamente di mettere in preventivo un totale sanzioni del 50%-70% della differenza d'imposta che ho riportato sopra più interessi legali.

    Non posso essere più preciso di così.

    PS grazie.

    Paolo


  • User

    Non ti chiedevo una stima precisa.

    Volevo avere un'idea approssimata della possibile sanzione e tu mi hai dato un'idea con il 50%-70% dell'imposta non pagata.

    Gentilissimo come sempre. Spero di poter ricambiare un giorno.
    Continuerò a frequentare questo forum e partecipare per come posso.

    Ora farò le mie valutazioni e poi deciderò.

    Ciao


  • User

    Ciao Paolo,
    ti disturbo ancora una volta approfittando della tua cortesia e professionalità.

    Ho fatto una ricerca sul forum e letto innumerevoli post relativi alla pubblicità sui siti internet.

    Non ho trovato una situazione che si adatti chiaramente alla mia situazione.

    Vengo ai questiti.
    Come sai è mia intenzione aprire una partita iva nell'ambito del codice Istat relativo ad altri servizi connessi con l'informatica.

    Come ti ho accennato in precedenza ho una community completamente gratuita che gestisco insieme a un'altra persona.
    In qualità di titolare di questa community mi è stato offerto un contratto di advertising ESCLUSIVO e di durata annuale che prevede l'apposizione di un banner e di un link al sito.

    Fatti 100 i ricavi complessivi dalla mia attività, 75 provengono dalla mia attività di consulenza informatica e realizzazione software e 25 dall'unico contratto di advertising.

    Detto questo:

    • devo necessariamente aprire una impresa individuale o le proporzioni sono tali da poter aprire la partita iva come professionista?
    • entrambe le attività sono compatibili con le agevolazioni dell'art 13 della L. 388/2000?

    Ciao e aspetto con impazienza la risposta.


  • User

    Ciao Paolo,
    ti disturbo ancora una volta approfittando della tua cortesia e professionalità.

    Ho fatto una ricerca sul forum e letto innumerevoli post relativi alla pubblicità sui siti internet.

    Non ho trovato una situazione che si adatti chiaramente alla mia situazione.

    Vengo ai questiti.
    Come sai è mia intenzione aprire una partita iva nell'ambito del codice Istat relativo ad altri servizi connessi con l'informatica.

    Come ti ho accennato in precedenza ho una community completamente gratuita che gestisco insieme a un'altra persona.
    In qualità di titolare di questa community mi è stato offerto un contratto di advertising ESCLUSIVO e di durata annuale che prevede l'apposizione di un banner e di un link al sito.

    Fatti 100 i ricavi complessivi dalla mia attività, 75 provengono dalla mia attività di consulenza informatica e realizzazione software e 25 dall'unico contratto di advertising.

    Detto questo:

    • devo necessariamente aprire una impresa individuale o le proporzioni sono tali da poter aprire la partita iva come professionista?
    • entrambe le attività sono compatibili con le agevolazioni dell'art 13 della L. 388/2000?

    Ciao e aspetto con impazienza la risposta.


  • User

    Paolo, ti ho scioccato vero?

    Quando hai un momento se mi illustri il tuo pensiero....

    Ciao


  • User

    Paolo, ti ho scioccato vero?

    Quando hai un momento se mi illustri il tuo pensiero....

    Ciao


  • Super User

    No è che non avevo tempo...

    .... purtroppo sono dell'opinione che mai un professionista possa rendere servizi pubblicitari (attività d'impresa).... se poi sono addirittura il 25% dei ricavi a maggior ragione.

    NB potresti avere la necessità addirittura della contabilità separata per le due attività... quindi maggiori costi (commercialista) ed adempimenti fiscali.

    Paolo


  • User

    Paolo, rieccomi....
    Ti sottopongo un mio punto di vista chiedendo una tua opinione.

    L'argomento è sempre la vendita di uno spazio del mio sito dove apporre un banner con link connesso al sito del cliente.

    Come ti avevo accennato qualche post fa mi è stato offerto un contratto annuale IN ESCLUSIVA di vendita di uno spazio del mio sito dove mettere un banner con link al sito del cliente.

    Ora io non farò pubblicità di alcun tipo sul sito ma quest'opportunità è un modo per pagarmi le spese del sito e ripagarmi un pò del lavoro che faccio per la comunità.

    Vista la natura (vendita di uno spazio dove metto un banner e un link che faccio una volta e non lo cambio più) e la non abitualità (non ricerco altri sponsor) il tutto non si potrebbe configurare come attovotà commerciali non esercitate abitualmente così come definite dall'art. 67 lett. i del DPR 917/86 e quindi al di fuori del campo di applicazione dell'IVA per quanto previsto dall'art. 5, comma 1 del DPR 633/72?
    In questo modo non aprirei la partita IVA e lavorerei con un unica ritenuta d'acconto mentre la mia attività professionale la farei con partita IVA.

    Che ne pensi? Devo cambiare spacciatore o la cosa è fattibile?

    Ciao


  • Super User

    Ottimo spacciatore :lol:

    solo non condivido che non sia abituale... è vero che raccogli il banner una sola volta e vieni pagato una sola volta, ma lo esponi continuativamente per un anno (cioè rendi servizi pubblicitari continuativamente) e ciò contrasta la presunta attività commerciale occasionale (art. 67....).