• User Attivo

    Giù le mani da woodstock

    C'e un orrenda pubblicità che stupra e offende chi ama la storia del rock e non solo quella,
    la trovate su youtube cercando conto arancio woodstock
    Mi ripugna anche anche mettere il link diretto.
    che tristezza .....


  • Consiglio Direttivo

    La pubblicità risponde a precise esigenze commerciali, e il commercio ha tra i propri fondamenti il vecchio adagio romano 'pecunia non olet' (cioè 'il denaro non ha odore, non puzza').

    Dissacrare senza ritegno tutto ciò che riteniamo importante, bello e alto (nell'accezione migliore del termine) per asservirlo a fini di persuasione del pubblico e per portare vantaggio a un messaggio commerciale (il quale poco o nulla ha a che fare con gli elementi usati per veicolarlo) è una tradizione antichissima. La televisione e la pubblicità contemporanea stanno soltanto trainando verso suo naturale compimento un processo iniziato probabilmente in epoca proto-storica.

    La pubblicità è piena di corpi di donne dagli sguardi ammiccanti, anche quando ciò che si vende non ha nulla a che vedere con la sfera del femminile (ad esempio automobili, emittenti radiofoniche, alcolici; perfino le bare); in una campagna pubblicitaria facevano scrivere la Commedia a Dante sulla carta igienica; le canzoni che hanno parlato al cuore di una generazione oggi fanno da tappeto sonoro per ogni sorta di messaggi promozionali.

    È atroce, concordo. Ma non possiamo dimenticare di essere stati noi ad aver alimentato il grosso del circolo vizioso comprando i prodotti che quelle pubblicità cercavano di spingerci a possedere. Ciò ha convinto generazioni di 'esperti' che quello fosse il modo migliore di piazzare il prodotto e il marchio, da cui una pioggia di nuovi orrori su radio e tv.

    Stando così le cose ci sono solo due strade possibili: o si prende atto della situazione e si fa qualcosa per cambiarla (ma in quanti sono davvero disposti a lottare per rendere questo Paese migliore, visto che il prezzo da pagare sarebbe altissimo, ben oltre ogni possibile soglia dell'immaginazione?), o si fa tesoro di quanto si è visto e si va via ripromettendosi con tutte le proprie forze di non ricreare mai più, là dove si sceglierà di vivere, le condizioni che hanno condotto a questo scempio.

    Non ci sono compromessi possibili, purtroppo: finché ci va bene avere la bellona di turno che ci invita con un occhiolino lascivo a bere un amaro, o fino a quando tollereremo che il padre della lingua nazionale sia ridotto a testimone dei rotoli da latrina, allora sollevarsi contro un pubblicitario che ha pensato di mettere in bocca ai figli dei fiori un consiglio su dove depositare i nostri soldi sarà sempre una lotta effimera. Lecita e auspicabile, ma irrimediabilmente incompleta.


  • User Attivo

    Ciao Leonov,
    grazie per il commento.
    si tutto giusto il mondo è una chiavica dove ci tocca stare a galla con più o meno "satisfation".
    Quello che mi interessa è stringersi a raccolta non tanto per condannare l'autore della per me immonda campagna pubblicitaria, (immonda a priori indipendentemente dalle sensibilità stuprate)
    ma per riconoscere il valore di innocenza e spontaneità che attraversava quegli anni.
    La pubblicità è un autogol clamoroso perchè dovrebbe essere rivolta a chi ha amato o ama quei tre giorni di totale follia e invece suscita sdegno e cancella ogni possibiltà di successo proprio tra quello che doveva essere il target designato.
    Per chi non riconosce le immagini di woodstock resta solo una pubblicità con immagini di un indeterminato concerto senza che quindi il messaggio, qualunque esso,sia, passi.
    Comunque su FB la condivisione allo sdegno è imponente e trasversale per cui insomma non mi sento solo
    Un saluto
    Alessio