• User Attivo

    Poesia/ciak 2

    EPIGRAMMA VENEZIANO (72)

    «Wär ich ein häusliches Weib und hätte, wasich bedürfte,
    Treu sein wollt ich und froh, heren und küssen den Mann.»
    So sang, unterandern gemeinen Kiedern, ein Dirnchen
    Mir in Venedig, und nie hört hic ein frömmer Gebet.

    Johann Wolfgang Goethe

    Se fossi una donna di casa e avessi tutto il necessario
    fedele sarei allora e allegra, tutta baci e carezze al mio uomo.
    Così mi cantava a Venezia, tra altre ballate triviali, una piccola
    prostituta: ed io mai avevo inteso preghiera più pia.

    (trad. di Andrea Landolfi, Tascabili Newton)

    ?Se fossi una di casa
    e avessi il necessario,
    sarei fedele e allegra:
    tutta baci!? e carezze!??
    Così cantava una
    prostituta a Venezia
    tra ballate triviali.
    (Né io ho mai inteso
    orazione più pia.)

    eu.ro

    Nota:
    Perché orazione?? ? quasi una preghiera difatti! Perché di fronte alla volontà che ci trascende (Dio/il divino?) possiamo soltanto tentare di abbellire (orare più che pregare) le nostre intemperanze o malefatte esprimendo una condizione di vita diversa (migliore?) che ci contenga, ci tempri, ci stimoli. Si dirà: ?No, le cose non funzianono così!? D?accordo, ma l?animo poetico si fa intermediario benevolo. I due lunghi versi epigrammatici del grande Poeta tedesco, tradotti in dieci/cento modi tutti diversi (linguisticamente cólti, accademici, filologici?) li ho ridotti al mio essenziale di nove settenari.

    :ciauz::ciauz::ciauz:


  • User Attivo

    (trad. di Andrea Landolfi, Tascabili Newton)
    fantastico era il mio professore 🙂

    permettimi però un'osservazione

    EPIGRAMMA VENEZIANO (72)

    «Wär ich ein häusliches Weib und hätte, wasich bedürfte,
    Treu sein wollt ich und froh, heren und küssen den Mann.»
    So sang, unterandern gemeinen Kiedern, ein Dirnchen
    Mir in Venedig, und nie hört hic ein frömmer Gebet.

    Johann Wolfgang Goethe

    «Wär ich ein häusliches Weib und hätte, was ich bedürfte,
    Treu sein wollt ich und froh, ehren und küssen den Mann.»
    So sang, unter andern gemeinen Liedern, ein Dirnchen
    Mir in Venedig, und nie hört ich ein frömmer Gebet.

    Johann Wolfgang Goethe

    altrimenti il povero goethe si gira nella tomba. 😄
    sicuramente sei d'accordo, da grande perfezionista di stile 😉

    per quanto riguarda la tua traduzione..avrei da ridire in diversi punti.
    landolfi coglie perfettamnete il ritmo dell'originale, tu con la tua smania di 'ricompattare' la poesia lo perdi.
    può essere una versione più moderna, ma non rende lo stile del vecchio goethe (e lo stile viene sempre rispettato anche se /proprio perché più antico).

    la traduzione di landolfi 'se fossi una donna di casa' è in sintonia con l'originale. la parola 'donna' è importante perchè 'donna di casa' si oppone implicitamente a 'donna di strada' che è la protagonista. e anche perché "häusliches Weib" è un' espressione sorprendentemente pudica per una prostituta. io non la tralascerei 😉
    lo stesso discorso vale per la parola "uomo". è il centro della poesia insieme a "donna" che hai tralasciato prima e a cui è speculare.
    e fra 'preghiera' e la tua traduzione 'orazione' per quello che interpreto io (ma questo è sempre soggetto appunto a interpretazione personale) è preghiera... oltre alla traduzione letterale è anche quella che fa più senso per il suo campo semantico..
    preghiera esprime meglio il quasi "augurio" della prostituta. "se fossi una donna di casa e avessi il bene materiale necessario per mantenermi in modo da non essere costretta a fare la prostituta onorerei il mio uomo.
    perciò la parola 'preghiera' rende la doppia matrice semantica di "recitare una preghiera" (una ballata così pudica e sensibile per una prostituta, cantata fra ballate triviali da renderla quasi una'preghiera' ) e "pregare" nel senso di un desiderio sincero espresso in una canzoncina.

    mein senf.
    'il mio "senape" '.


  • User Attivo

    p.s.
    lapsus...
    Treu sein wollt ich und froh, heren und küssen den Mann
    io non mi sono resa conto che ho scritto ehren ma la correzione giusta sarebbe herzen coccolare giustamente, non rendere onore lo so io perché l'ho detto ma non approfondiamo 😄


  • Super User

    Mi sembra in effetti che Goethe usi **herzen **abbracci 🙂

    Ma ci sono diverse interpretazioni delle sfumature:
    Wär ich ein häusliches Weib und hätte was ich bedürfte,
    Treu und froh wollt ich sein, herzen und küssen den Mann."
    So sang unter andern gemeinen Liedern ein Hürchen
    Mir in Venedig und nie hört ich frömmer Gebet.


  • User Attivo

    @Vernade said:

    fantastico era il mio professore 🙂

    permettimi però un'osservazione

    altrimenti il povero goethe si gira nella tomba. 😄
    sicuramente sei d'accordo, da grande perfezionista di stile 😉

    per quanto riguarda la tua traduzione..avrei da ridire in diversi punti.
    landolfi coglie perfettamnete il ritmo dell'originale, tu con la tua smania di 'ricompattare' la poesia lo perdi.
    può essere una versione più moderna, ma non rende lo stile del vecchio goethe (e lo stile viene sempre rispettato anche se /proprio perché più antico).

    la traduzione di landolfi 'se fossi una donna di casa' è in sintonia con l'originale. la parola 'donna' è importante perchè 'donna di casa' si oppone implicitamente a 'donna di strada' che è la protagonista. e anche perché "häusliches Weib" è un' espressione sorprendentemente pudica per una prostituta. io non la tralascerei 😉
    lo stesso discorso vale per la parola "uomo". è il centro della poesia insieme a "donna" che hai tralasciato prima e a cui è speculare.
    e fra 'preghiera' e la tua traduzione 'orazione' per quello che interpreto io (ma questo è sempre soggetto appunto a interpretazione personale) è preghiera... oltre alla traduzione letterale è anche quella che fa più senso per il suo campo semantico..
    preghiera esprime meglio il quasi "augurio" della prostituta. "se fossi una donna di casa e avessi il bene materiale necessario per mantenermi in modo da non essere costretta a fare la prostituta onorerei il mio uomo.
    perciò la parola 'preghiera' rende la doppia matrice semantica di "recitare una preghiera" (una ballata così pudica e sensibile per una prostituta, cantata fra ballate triviali da renderla quasi una'preghiera' ) e "pregare" nel senso di un desiderio sincero espresso in una canzoncina.

    mein senf.
    'il mio "senape" '.

    Grazie per le correzioni ortografiche! Quelle interpretative è altra cosa? Mi è difficile spiegartelo perché già non me lo richiedi, espressamente, quindi penso che non ti interessi. Poi perché il tuo punto di partenza (che chiamo logico, di fondamento) è diverso dal mio, conseguentemente diverso il giudizio (che chiamo etico, di misura) e ancora diversa l?emozione (che chiamo estetica, di piacere).

    In altre parole: convergo, non condivido, mi allontano? ? è il destino di ogni individualista.

    La poesia (non solo) di un autore qualsiasi è per me oggetto/cosa/materiale ? niente di più o di meno. Che mi vale nel punto/attimo in cui mi trovo ? o non mi vale ? arricchimento, crescita, miglioramento. Voglio dire: con essa/poesia (ma potrebbe trattarsi di persona, evento, situazione?), mi rapporto, interagisco, m?arruffo, fino a forzarmi/sforzarmi di interiorizzarla o di rigettarla.

    Non sono (come si dice) un sentimentale? Non sono (come si dice) un tradizionalista? Non sono (come si dice) un intellettuale?

    Tu ? mi sembra ? hai probabilmente il ?culto? sedimentato di Goethe, il ?culto? nostalgico di Landolfi, magari anche il ?culto? episodico dell?epigramma che ho proposto in questo topic? Io sicuramente no.

    A me succede di incontrare/non incontrare, di rapinare/essere rapinato, di dimenticarmi/ricordarmi?

    (Ma guarda!? Goethe redivivo, il tuo Landolfi e tu stessa, se m?incontraste o aveste fra le mani i miei libri o che altro, fareste esattamente la stessa cosa.)

    eu.ro
    :yuppi::yuppi::yuppi: