• Consiglio Direttivo

    La litote è SEO friendly? Aiuta esprimere un concetto negando il suo contrario?

    Propongo una piccola questione tra tecnica, stile, algoritmi ed estro letterario per questa neonata sezione.

    Come emerge da questa discussione (e anche da quest'altra), l'ottimizzazione dei contenuti ha tra i suoi pilastri la descrizione dell'argomento trattato nei testi a corredo del sito, del portale, del Forum etc.

    Trovare i termini giusti - dove la parola "giusto" ha qui un preciso valore che riguarda l'equilibrio tra il ventaglio semantico di termini a disposizione del creatore di testi e le istanze del motore di ricerca che "predilige" alcuni sinonimi e "penalizza" altri - è una fase delicata e cruciale del lavoro di un esperto SEO.

    A tale proposito, chiedo a coloro che passano da queste parti un parere su un problema che mi frulla in testa.

    Quando si scrive, per denotare un concetto si hanno solitamente a disposizione due vie: l'affermazione (metodo "classico", "ordinario", "tipico") e la negazione del suo contrario (metodo "retorico"), che in gergo è chiamata litote.

    Un esempio subito per chiarire: se vogliamo descrivere una persona dalla carnagione molto chiara possiamo dire è pallido oppure non è affatto scuro di pelle; un tipo tracagnotto sarà in un discorso o basso o equivalentemente non molto alto. Una scena raccapricciante potrà essere definita orribile o tutt'altro che piacevole.

    Ci sono ovviamente delle sfumature tra l'affermazione diretta (secca, precisa, inequivocabile) e la litote (che può avere coloritura ironica, diminutiva, di cortesia, peggiorativa etc.), ma in molti casi negare il contrario di qualcosa vale tanto quanto indicare quel qualcosa.

    Nota bene: qui non sto pensando banalmente all'operatore booleano "not" (che pure ha a che fare con il caso in esame), ma a un più complesso livello di interpretazione del testo e di assegnazione di valori alla litote da parte del crawler o dello spider.

    Ecco allora la mia domanda: in base alla vostra esperienza, l'uso della litote penalizza, premia o non ha alcun effetto sui metodi con i quali un contenuto viene vagliato?

    Penso al PageRank, al posizionamento in una serp, al flusso di accessi e via discorrendo.

    La questione potrebbe sembrare molto specialistica e "da secchioni", ma attenzione! In ben due casi su tre (neutralità o premio da parte del motore), si apre un intero mondo di espressioni nuove di zecca da usare per arricchire una descrizione e migliorare un contenuto.

    Per non parlare delle tag, che si moltiplicano a dismisura e che consentono un eventuale piazzamento nelle serp aggirando in parte l'ostacolo della concorrenza.

    Non è poco. 😄


  • Super User

    Beh dipende, se vogliamo posizionare la keyword pallido non possiamo sfuggire dal utilizzare quella parola. Per non essere ripetitivo all'interno di un articolo utilizzerei la litote se proprio non trovo un sinonimo di pallido.
    E' molto più probabile che l'utente cerchi carnagione chiara piuttosto che non scuro di pelle.
    Dal punto di vista SEO penso sia ininfluente, sotto quello prettamente contenutistico è una soluzione elegante da utilizzare.


  • Consiglio Direttivo

    @ Pierfrancesco99:

    Condivido in pieno le tue osservazioni (grazie per l'ottimo contributo) su keywords e messa in evidenza soprattutto della parola chiave fondamentale (mediante sinonimi diretti e ben correlati), ma proprio la tua risposta va al cuore del problema.

    @pierfrancesco99 said:

    E' molto più probabile che l'utente cerchi carnagione chiara piuttosto che non scuro di pelle.

    Comprensibile e corretto, ma mi chiedo: il motore di ricerca che ha indicizzato e catalogato un testo con l'espressione "non scuro di pelle" la proporrà agli utenti che cercano "pallido", magari come scelta remota in coda alla serp?

    Viceversa: una ricerca per "non scuro di pelle" porterà mai ad un sito ottimizzato per "pallido"?

    Oppure siamo ad un livello troppo complesso di interpretazione del testo e non c'è speranza che una litote dia effetti SEO oltre ad una mera, superiore eleganza nella prosa?

    Superfluo dirlo, forse, ma lo preciso: faccio riferimento ad un reindirizzamento "naturale" del motore, non ad un risultato ottenuto da un sito che è stato "pompato" sia per la keyword "pallido" che per l'espressione "non molto abbronzato".


  • Moderatore

    Il livello di un motore come Google è molto 'avanzato', Leonov.

    E la tua idea è tutt'altro che malsana. ANZI.

    Giustamente Pierfrancesco pensa subito allo stile, e ... alla pratica.

    Cioè l'uso della litote per non-ripetere la chiave 'pallido', e naturalmente i risultati in termini stilistico-qualitativi.

    Ha ragione al 100%, e direi che queste prime impressioni sono le più importanti (cioè impreziosire il testo pensando prima di tutto ai visitatori in carne ed ossa).

    Ma non di meno aggiungere 'non scuro di pelle' rafforza moltissimo il tuo testo sulla pallidità, o sulla carnagione chiara.

    Ora, io non sono un ingegnere. Mi sembra, però, che il tipo di metodo di information retrival utilizzato da Google sia intimamente strutturato intorno a dei nodi semantici. Ho letto affermazioni del genere su questo stesso forum, in alcune vecchie discussioni di veri 'guru' della seo italiana.

    Quindi nel 'nodo semantico' sulla carnagione chiara la 'pelle scura' è un'espressione attinente benchè contraria.

    Quel 'non' è del tutto ininfluente, in sè e per sè. In questo senso l'espressione booleana all'interno di un testo scritto non è rilevante nè rilevata.
    Ma invece lo è la perifrasi 'pelle scura'.
    Che non vuol dire che sia chiara ma fa parte dello stesso genere di discorso (sul grado di abbronzatura relativa di un volto, per esempio.... e 'abbronzatura', in questo senso, è nello stesso 'nodo' sul 'colore della pelle', mentre non viene probabilmente associata al bronzo come metallo, almeno in un contesto del genere - cioè se utilizzata parlando di pallidità, pelle scura etc etc etc).

    Naturalmente ci sembra banale prendendo questo esempio, forse.

    Ma non lo è affatto. Se voglio posizionare una pagina o un sito per chiavi locali, per esempio, non potrò fare a meno di utilizzare - magari inconsapevolmente - questo accorgimento seo.

    Ci sono migliaia di webmaster che vogliono piazzarsi per chiavi legate alle località geografiche, ovviamente.

    Solo quelli che riescono ad allargare la redazione dei loro testi fino a comprendervi l'insieme delle località vicine - attinenti - confinanti otterrano risultati migliori.

    E anche se 'Roma' non è 'Viterbo' nè 'Latina, anche se 'Rimini' non è 'Riccione', Google sa perfettamente che si parla di luoghi che si trovano rispettivamente nel Lazio e sulla costa adriatica dell'Emilia Romagna.

    Oppure.

    Se io faccio 'Seo' e mi occupo di 'web marketing', ma 'non sono un esperto di social media marketing', non vendo 'servizi di link popularity' e non mi occupo direttamente di 'ottimizzare le prestazioni del server', è di gran lunga più efficace l'averlo detto che non l'ometterlo dai miei testi.

    Perchè in questo senso l'algoritmo 'legge ma non capisce'.

    Legge tutte le parole e si chiede quante di queste si avvicinano ad un determinato 'nodo semantico'. Omette di considerare la litote, in questo senso.

    Ma calcola l'utilizzo del termine avverso - che naturalmente fa parte del nodo che ci interessa - e valuta meglio quella determinata pagina per una determinata query.

    In una parola: "arricchire" la keyword density dei nostri testi utilizzando l'artificio della litote è effettivamente un'ottima idea.

    Come dicevo, probabilmente la maggior parte fa questa operazione inconsapevolemente.

    :smile5:

    Ma per esempio la mia 'description' su Twitter è stata pensata - anche per tentare di fare lo spiritoso - esattamente seguendo questo tipo di 'stratagemma'.

    Dichiarando di 'NON essere' tutte keyword per cui volevo farmi trovare attraverso il search interno.

    E funziona, sono presente per tutte le key che nego.

    😉

    Quindi direi che la litote funziona se utilizzata per rafforzare l'attinenza di un testo al nodo semantico che vuole raggiungere-individuare-descrivere.
    E i contrari sono importanti *quasi *quanto i sinonimi.
    Non conta quasi nulla, invece, e non viene considerato l'uso delle particelle negative ('no' 'non' 'nè'), salvo che per ottenere attinenze dirette (es. query "non ho la pelle scura").

    IMHO


  • Consiglio Direttivo

    Il precedente messaggio di WWW è, al solito, estremamente chiaro e ricco di spunti e lumeggia aspetti piuttosto profondi - dunque necessariamente "oscuri" - dei motori di ricerca, tanto della loro "natura" quanto della loro "filosofia".

    Alcune nozioni mi appaiono particolarmente interessanti (magari sono quelle sbagliate, dal momento che non sono un esperto e gli occhi cadono su dettagli che forse un iniziato lascerebbe correre) e mi inducono ad una riflessione.

    I nodi semantici citati sopra mi hanno fatto pensare quasi subito alla Teoria dei Grafi, una branca della Matematica nata in ambito geometrico-topologico che però oggi riscuote successo nel settore applicativo delle Reti informatiche. Appena mi sarà più chiaro un quadro anche generico di tale struttura formale - assai lontana da quelle che tratto abitualmente - conto di dedicarvi un po' di spazio.

    Da bravo Top-SEO, WWW ha sfruttato l'artificio retorico per insinuarsi nelle maglie del sistema e piegarne la logica a due valori "bianco/nero" verso un più variegato panorama di grigi, così da farsi trovare anche da chi cercava altro.

    È scaltro, il ragazzo, e ci sa fare. 😄

    Se ho ben capito, riassumendo quanto emerso finora a proposito del rapporto tra litote e motori di ricerca, si può dire questo:

    • Sul piano dei contenuti, la figura retorica qui discussa migliora la prosa e la qualità letteraria del brano. Un vantaggio non immediatamente "tecnico", ma di certo con impatto positivo sul lettore che trova una prosa più movimentata ed è indotto a tornare sul sito-portale-forum.
    • Il motore di ricerca non percepisce la litote in quanto tale e non interpreta le negazioni in un quadro di operatori booleani semplici (and or, not, if...then, for), dal momento che per così dire "ignora" la presenza del "non".
    • Ciò non di meno, le parole inserite negando il contrario del concetto finale ricadono senza dubbio in un più generico "nodo semantico" previsto dal motore relativamente all'idea che il creatore del contenuto sta cercando di spingere.
    • Diretta conseguenza di ciò è l'infittirsi "intelligente" della keyword density che, se gestito con cautela, è un artificio efficace e utile.
    • Più genericamente, la litote aggiunge parole abbastanza strettamente legate a quelle da cui si parte, fatto tradizionalmente apprezzato dai bot e dai crawler.

    Due conclusioni (parziali) a questo punto:

    1. Si potrebbe da un lato continuare a cercare esempi di litote ad uso del SEO, magari separando casi più felici da casi meno apprezzati (una negazione totale come "bianco vs. non-nero" vale di più di una più sfumata come "tracagnotto vs. non-longilineo" o avviene il contrario?) e cercando di testare il livello di "sottigliezza" e di "gusto" del motore.

    2. Si potrebbero aprire nuovi thread in sezione sulle restanti figure retoriche di orientamento semantico (la metafora, per intenderci, non l'allitterazione che invece ha a che fare solo con il suono), così da scoprire altri rapporti costruttivi tra stile letterario e ottimizzazione.

    A breve ulteriori sviluppi. 😉


  • Moderatore

    Si Leonov. Tenendo conto che tendenzialmente sei tu lo scienziato tra i due.

    Quindi i 'nodi semantici' di cui ti parlavo sono effettivamente legati all'applicazione di un algoritmo... matematicamente complesso, su cui uno come me potrebbe dire pochissimo - anche se fosse pubblicamente noto (le poche cose che si sanno sono aggiornate a molto tempo fa, trattandosi di brevetti privati. Ma c'è gente sul forum - nella parte alta - che sicuramente saprebbe indirizzarti verso i modelli matematici applicati nel caso dell'Information Retrival di Google. Non io, purtoppo.).

    In ogni caso mi hai capito al 100 per 100, e hai centrato e riformulato molti dei punti salienti della tua interessante intuizione iniziale.

    Tenendo conto che in realtà Google legge anche la negazione, ovviamente.

    Diciamo che non sa interpretarne il senso, non immediatamente e non del tutto.

    Ad esempio: per molte settimane avevo accessi per la perifrasi "segnlare siti porno" o "senalare siti illegali".

    Peccato che il mio testo indicasse esplicitamente in neretto che era ovviamente "vietato segnalare siti porno o illegali".

    🙂

    Quindi il divieto non viene compreso 'col cervello' dalla macchina.

    Non di meno se la query comprendesse la parola "vietato" o la particella "non" ecco che la sua presenza nella frase verrebbe invece valorizzata.

    E quindi dire che "non ho la pelle scura" non è 'effettivamente' la stessa cosa che dire "ho la pelle scura".

    Perchè c'è il 'non' in più.

    Allora il seo, e il poeta, direbbe:

    "Ho la pelle chiara, non scura, ne sono certo:
    che io abbia la carnagione pallida e diafana è un dato sicuro.

    Affidabile e chiaro, com'è vero che la luce del giorno è
    trasparente e calda:
    è lapalissiano che la mia epidermide non sia affatto bruna,
    o abbronzata, o nerastra.

    Ecco, sono quasi cianotico. Ecco che sbianco,
    tramortito e translucido, terribilmente opaco.

    Quasi del tutto privo di colore, bianco caucasico
    che altro non sono, non ho dei negri la voce e le spalle.
    Mi manca dei neri la dignità, che la mia bianchissima pelle
    è macchiata solo dai miei misfatti, tanto è candida e bianco-latte."

    😄

    Obama rulez...

    .. e aggiungerei anche un grosso OT (ma visto che siamo attigui)...

    Nino Ferrer - Vorrei la pelle nera

    "Hey hey hey
    dimmi wilson pickett
    hey hey hey
    dimmi tu james brown
    questa voce dove la trovate
    signor king
    signor charles
    signor brown
    io faccio tutto
    per poter cantar come voi
    ma non c'e' niente da fare
    non ci riusciro' mai
    e penso che sia soltanto
    per il mio color
    che non va
    ecco perche' io vorrei
    vorrei la pelle nera
    vorrei la pelle nera
    hey hey hey
    dimmi tu signor faubus
    hey hey hey
    dimmi come si puo'
    arrostire un negretto
    ogni tanto
    con la massima serenita'
    io dico nino
    tu non ci dovresti pensar
    ma non c'e' niente da fare
    per dimenticar
    sto maledetto colore di pelle
    che mi brucia un po'
    ecco perche' io vorrei
    vorrei la pelle nera
    vorrei la pelle nera
    hey hey hey
    voi carissimi estinti
    hey hey hey
    voi che sapete gia'
    voi che cantate gloriosamente
    per i pascoli
    dell'al di la'
    ditemi se per entrare
    nel regno con voi
    basta che ognuno
    si occupi dei fatti suoi
    o se e' tutto un affare
    di razza e color
    come qui
    ad ogni modo vorrei
    vorrei la pelle nera
    vorrei la pelle nera
    vorrei la pelle nera
    vorrei la pelle nera
    nera nera nera
    e poi vorrei stare laggiu'
    abitare a new orleans
    ascoltare il mississippi
    fare a pugni con gli amici
    tutti neri musicisti
    saper suonare la tromba
    poter parlare l' inglese
    l'italiano non funziona
    per questa musica qui
    poi vorrei poter gridare
    yeah yeah yeah yeah yeah!
    oh right
    "


  • Moderatore

    Un esempio pratico di litote usata a fini seo (e non solo) è visibile nel title del dominio di Luca Catania, BioRanking.it.

    "Naturalmente primi (e non solo nei motori di ricerca)"

    Pur usando una negazione ha inserito la keyword di interesse al'interno del titolo di quella pagina, ben sapendo che quella presenza avrebbe favorito una determinata indicizzazione da parte degli algoritmi.

    Ma costruendo - nello stesso tempo - un pay off efficace per i visitatori in carne ed ossa.

    Un esempio di quello che si diceva qui, e non è un caso che sia proprio il sito di Catania ad utilizzare di queste tecniche. I suoi corsi si focalizzano sul posizionamento 'naturale', cioè prevalentemente orientato ai contenuti.


  • User Attivo

    Vorrei far notare anche il fatto che utilizzando parole ricercate aumentano le possibilità di essere trovati, specie quando la concorrenza ha delle posizioni consolidate con alcune specifiche parole e si punta più sull'indicizzazione generale della pagina (o articolo).

    Certo è che userei la liote (non conoscevo questo termine lo ammetto) solo dopo aver precedentemente usato la parola principale:
    "Un uomo nero ha la particolarità di essere scuro di pelle"... esempio un po' così ma credo che renda l'idea.


  • Consiglio Direttivo

    @Pukins said:

    Certo è che userei la liote (non conoscevo questo termine lo ammetto) solo dopo aver precedentemente usato la parola principale

    Concordo: meglio assegnare subito il massimo risalto alla parola chiave principale e poi "decorare" con intelligenza sfruttando litote o altre figure retoriche assortite.

    Una sola precisazione, però, di carattere tecnico, sul meccanismo della litote stessa: essa viene creata, come detto, negando il contrario del concetto espresso.

    Pertanto non scriveremo:

    @Pukins said:

    "Un uomo nero ha la particolarità di essere scuro di pelle"...

    perché in tal modo riaffermiamo il concetto di "nero"; useremo invece:

    "Un uomo nero ha la particolarità di non essere chiaro di pelle"...

    in quanto una persone "non chiara di pelle" è necessariamente, in una logica a due valori vero/falso, "scura di pelle".

    Spero di aver chiarito il concetto. 😉


  • User Attivo

    Grazie per la precisazione www, però a questo punto affinerei la frase e direi...
    "Un uomo nero ha la particolarità di non essere chiaro di pelle ma bensì appare più scuro di carnagione"

    In questo modo si nega e si rinforza la liote.


  • Consiglio Direttivo

    Quest'ultima è decisamente un'ottima soluzione, Pukins. :vai:

    Arricchisce il concetto, dà movimento al discorso, presenta variazioni nel medesimo ventaglio semantico e strizza l'occhio ai motori di ricerca su più fronti.

    😉


  • User Attivo

    Vi leggo con piacere, per l'impegno che mettete in questa sezione. E la competenza. Fa sentire ignoranti, dopo anni di scrittura automatica, ritrovarsi con deliziosi dubbi da studente attento e appassionato. E scoprire con quanta competenza li sviscerate fino... all'ultima virgola.
    Per Leonov poi, devo dire ho avuto un vero colpo di fulmine; galeotto fu un gelato: nel sondaggio al fetisch cafè. Tanto che ho votato coppetta anche se lo mangio sempre in cono! Detto questo, vergo le due stringate righe che volevo addolcirvi con i miei salamelecchi:

    però... che triste piegare la nostra espressività alle esigenze di un ragno.

    Ma anche: la scrittura web non dovrebbe consentire una lettura veloce, frasi semplici e dirette? Parlo per gli umani, eh, non per i ragni. La litote, in questo senso e a parte quanto sopra ben spiegato, chiede utenti pazienti con molto tempo a disposizione. Non c'è il rischio che davanti ad un testo troppo articolato, più che l'amor per la prosa, li colga la fretta di scappare altrove a recuperare al volo le informazioni che cercavano?


  • Consiglio Direttivo

    😊

    Davvero onorato delle tue lusinghiere recensioni, Greenbaby.

    Veniamo però subito al nocciolo della questione: fai delle osservazioni molto pertinenti e appropriate, che meritano di certo maggiore approfondimento - magari anche una discussione apposita, di carattere più generale.

    Hai osservato:

    @greenbaby said:

    La scrittura web non dovrebbe consentire una lettura veloce, frasi semplici e dirette? Parlo per gli umani, eh, non per i ragni. La litote, in questo senso e a parte quanto sopra ben spiegato, chiede utenti pazienti con molto tempo a disposizione. Non c'è il rischio che davanti ad un testo troppo articolato, più che l'amor per la prosa, li colga la fretta di scappare altrove a recuperare al volo le informazioni che cercavano?

    Il problema esiste, inutile negarlo: soprattutto in tempi come questi, terreno di conquista dei sistemi di micro-blogging e dei forum e social network a tutto svantaggio dei classici blog, la capacità di sintetizzare sta diventando un'esigenza primaria, vitale.

    In ragione del fatto che hai citato i fruitori dei contenuti della Rete, mi permetto di separare la questione in due livelli distinti; ritengo infatti esistano almeno due tipologie di frequentatori di un sito:

    • Utenti che cercano informazioni veloci (li potremmo chiamare utenti "mordi e fuggi").
    • Utenti interessati all'approfondimento (veri e propri lettori, non consumatori).

    I primi di certo non hanno bisogno di interminabili sproloqui - anche se molto ben costruiti e formattati - ma solo di pochi dati salienti e strettamente necessari alle loro esigenze: vogliono conoscere, per esempio, il numero di abitanti dell'Italia, non tutte le statistiche di demografia commentate.

    I secondi, invece, prediligono l'approccio analitico a quello sintetico e, limitando il numero delle fonti, possono dedicare maggiore tempo ad un singolo articolo, di cui studieranno con più cura i dettagli. Se hanno cercato la fonte autorevole, il ragionamento condotto passo-passo, la spiegazione completa, saranno anche disposti a faticare di più prima di arrivare in fondo.

    Attenzione, però! Conoscere i "trucchi" dello scrivere premia molto più nel primo caso: per quanto possa sembrare paradossale, le figure retoriche risultano sommamente efficaci più nei testi brevi / brevissimi che in quelli lunghi.

    Gli artifici della lingua servono appunto a riassumere, condensare, attirare l'attenzione su certi aspetti (un po' come accade nelle battute dei comici), dunque è proprio nelle frasi brevi che bisogna saperli dosare a puntino.

    In un testo di diecimila battute, una litote o una sineddoche "affogano" dentro il gorgo di scrittura altrimenti piana e scientifica (non sto pensando a un blog letterario o poetico, ovviamente: quelli si leggono per altri motivi e con tutt'altro ritmo), mentre in una singola frase spesso fanno la differenza.

    Il dilemma sembra insolubile, ma in realtà il rimedio è semplicissimo e lo conoscono da una vita i giornalisti: basta suddividere il testo in due parti.

    Nella prima, iniziale e molto breve - massimo dieci righe, anche meno - si danno tutte le informazioni salienti di base, che possono interessare l'utente distratto e "mordi e fuggi". Lì la retorica "d'assalto" premia moltissimo e attrae gli utenti.

    Poi, magari reindirizzando con un link del tipo "continua a leggere" o "leggi tutto", si apre una seconda parte più analitica e meno sintetica, dove esaminare ogni questione in maggiore dettaglio e "prendersela comoda" a beneficio di lettori interessati a contenuti più ampi. Entrano in gioco altre figure retoriche, estese a tutto il lavoro, progettate per avere effetti "a lungo termine".

    Di passaggio: l'efficacia delle figure retoriche è stata provata qui proprio da te, forse inconsapevolmente, attraverso questa deliziosa frase:

    @greenbaby said:

    Però... che triste piegare la nostra espressività alle esigenze di un ragno.

    Come vedi, essa è breve, concisa, ben costruita e contiene anche varie figure retoriche:

    • Una perifrasi ("ragno" usato per denotare gli spider dei motori di ricerca).
    • Una prosopopea (sempre "ragno" usato come personificazione di Google, Yahoo e compagni).
    • Un'ellisse ("che triste" in luogo di "che cosa triste è...")
    • Una sineddoche ("ragno" riferito, più genericamente, a tutto il complesso dei motori di ricerca e non solo agli spider o crawler)

    Se la medesima frase fosse comparsa in un testo molto più lungo, l'enfasi su di essa sarebbe crollata, facendole perdere tutto il suo valore.

    Presto in questa sezione una discussione dedicata al problema: merita davvero più spazio.

    Grazie del contributo. 🙂


  • Moderatore

    Leonov, decisamente tu sei un umanista rubato alle lettere, non riesco proprio ad immaginarti come 'fisico'.

    Leggerti mi fa sentire sempre parzialmente ignorante, a dispetto delle mie lauree in lettere.

    😄

    E non solo! Se il 10 per cento dei 'seo' avessero chiare - come lo sono per te - le complessità semantiche e le infinite risorse della nostra lingua italiana... semplicemente gli smanettoni come me avrebbero perso le proprie 'armi in più' di fronte ad ingegneri e programmatori rifiniti.

    Fortunatamente tu sei uno scienziato moooolto atipico.

    "Immerso nell'Arno e nutrito a Crusca", direi. Nel senso dell'Accademia, of course.

    Hai veramente tutta intera la mia stima e la mia -plebea- ammirazione.

    :surprised:


  • Consiglio Direttivo

    Ssshhh! Non diciamo cose del genere a voce troppo alta, altrimenti i miei superiori e professori, piccati da riflessioni del genere, finiranno per non darmi più la certificazione (leggi: diploma di laurea) come loro collega... [:dull:]

    La speranza, remota e sognata, resta sempre quella di combinare nozioni scientifiche ed inclinazioni letterarie, ma nell'attesa cerco di porre le basi per un futuro in ambito fisico. Per i carmi ci sarà sempre tempo, in futuro.

    😄

    [/OT]