• User Attivo

    Vendita pizza.com

    propongo di scrivere delle e-mail ai mezzi di informazione per comunicare l'asta su sedo di pizza.com conclusasi con il prezzo di più di 2.600.00$, questo per aumentare la conoscenza del settore e l'ampliamento del mercato, un vantaggio per tutti noi
    grazie


  • Super User

    ma come... è stato venduto su Sedo il dominio pizza.com per 1,677,831 euro e nessuno dice niente?
    Questo è il record per un nome in italiano!


  • Bannato User

    ma chi cosi pazzo che spende tutti quei soldi per un nome a dominio?
    deve vendere pizze per il resto della vita sua e dei nipoti x rifarsi i soldi spesi


  • Super User

    cavoli, mi era sfuggito (sennò lo compravo io 😉 )
    beh, è un nome iper-noto, iper-semplice, e iper-brandabile, non solo per vendere pizze...

    magari lo ha comparto Pizza, quello della Democrazia Cristiana esclusa dalle elezioni...:D


  • Super User

    @lusciano said:

    ma chi cosi pazzo che spende tutti quei soldi per un nome a dominio?
    deve vendere pizze per il resto della vita sua e dei nipoti x rifarsi i soldi spesi

    di sicuro non è il pizzaiolo sotto casa tua 😄
    guarda che ci sono delle catene di ristoranti e fast food gigantesche, per loro spendere 2 milioni e mezzo di dollari non è un problema. Tanto per farti un esempio, la catena Pizzahut ha più di 300mila dipendenti!


  • User Attivo

    @bmastro said:

    ma come... è stato venduto su Sedo il dominio pizza.com per 1,677,831 euro e nessuno dice niente?
    Questo è il record per un nome in italiano!

    Bravo Bmasto, che ti impegni a divulgare,

    come ben sappiamo entra di diritto nelle "grandi vendite", una delle migliori dell'anno, la più importante di Sedo, la più importante per un dominio italiano, anche se internazionale a tutti gli effetti.
    Mi associo al parere di alcuni illustri colleghi , il prezzo di vendita è stato relativamente basso.

    Saluti
    Costantino


  • User Attivo

    Salve a tutti,

    Vorrei aggiungere il mio pensiero, unitamente a qualche considerazione nel merito che mio malgrado devo fare.

    Per prima cosa Pizza è internazionale, vero che la parola è italiana quanto che ormai è in tutti i dizionari del pianeta, quindi il peso del termine assume un valore estremamente interessante per il mercato.

    Pizza Hut vi dice niente ?

    Con tristezza e rammarico, mi dispiace che nessun Italiano buongustaio e con il portafoglio gonfio l'abbia preso.

    Per chi avesse dei dubbi sulla qualità, lo lascio alla deliziosa lettura della gloriosa storia di questo dominio, che a mio parere è destinato ad aumentare di valore nel brevissimo periodo.

    h t t p : / / w w w .ukraine.tv/forums/view.topic.php?board=8&topic=40

    Divulgare è bene, divulgare meglio è meglio.

    Un saluto
    Luca


  • Super User

    @voidcomputer said:

    Divulgare è bene, divulgare meglio è meglio.

    si, ma qua il problema è che non divulga nessuno 😞

    Ho dato un'occhiata su google news italia e non c'è uno straccio di articolo che sia uno! :():
    news.google.it/news?hl=it&tab=wn&ned=it&scoring=n&q=pizza.com&btnG=Cerca


  • Super User

    Beh di vendite così ce ne sono state molte, ma visto che i media in Italia non hanno dato spazio nemmeno al massacro in Tibet, solo marginalmente finchè non ha dato fastidio alla cina, figuriamoci se dicono del dominio pizza (che se no sbaglio dovrebbe essere tipo la seconda o terza parola più pronunciata al mondo, avevo letto qualche "graduatoria" su focus o simile). E poi scusate, c'è prima la politica, poi i vari omicidi in giro, poi la mozzarella con la monnezza, poi gossip vari, poi grande fratello, poi i culi, poi calcio, di tempo per i domini ce ne rimane ben poco! 😄


  • Super User

    @cali1981 said:

    Beh di vendite così ce ne sono state molte, ma visto che i media in Italia non hanno dato spazio nemmeno al massacro in Tibet, solo marginalmente finchè non ha dato fastidio alla cina, figuriamoci se dicono del dominio pizza (che se no sbaglio dovrebbe essere tipo la seconda o terza parola più pronunciata al mondo, avevo letto qualche "graduatoria" su focus o simile). E poi scusate, c'è prima la politica, poi i vari omicidi in giro, poi la mozzarella con la monnezza, poi gossip vari, poi grande fratello, poi i culi, poi calcio, di tempo per i domini ce ne rimane ben poco! 😄

    a dire il vero del massacro in Tibet ho visto parlare tutti i giornali ed è apparso anche in prima pagina nei TG per più giorni, come è giusto che sia.
    Comunque, di sicuro quella di pizza.com non sarà una notizia da telegiornale, ma almeno un trafiletto in trentesima pagina sul giornale potevano metterlo.
    Quel che mi stupisce di più è che la stessa raccolta di notizie di Google non ha alcuna traccia! E stiamo parlando della più grossa raccolta di notizie web, aggiornate giorno per giorno, che c'è in circolazione. Se nemmeno il web si interessa ai domini siamo proprio messi male! 😞


  • User Attivo

    @voidcomputer said:

    Salve a tutti,

    Con tristezza e rammarico, mi dispiace che nessun Italiano buongustaio e con il portafoglio gonfio l'abbia preso.

    Purtroppo in Italia siamo mooolto indietro. Se persino su questo forum di compravendita domini vengono ancora sollevati dubbi o addirittura certezze per cui i nomi a dominio di per sé non hanno valore se non sviluppati figuriamoci in altri contesti meno informatizzati.

    L'informazione da fare sarebbe quella in grado di spiegare alle aziende e ai seo (??) l'utilità e il valore aggiunto che offre un buon nome a dominio .com, .it o altri... perchè la filosofia seo sino ad oggi é praticamente "contro" l'utilità dei nomi a dominio in quanto il seo dice : "datemi un dominio qualsiasi e io lo posizione su Google. Punto." e se ne frega del branding o di altre cose così.

    Altro problema é la mancanza di un forte traffico sui domini (type in) in Italia. L'abitudine a cercare su Google anche siti già visti facendolo diventare anche un servizio di bookmarking fa crollare il traffico type in sui domini. Anche i troppi domini premium senza contenuti validi contribuiscono a ridurre l'abitudine a cercare mediante il classico w w w. Un rimedio potrebbe essere quello di mettere contenuti sui domini premium o semplicemente metterli in parking con link molto attinenti...

    sta di fatto che la situazione evolve lentamente, quindi andiamo tutti in montagna o al mare e aspettiamo :fumato:


  • Super User

    stamattina la notizia era in prima pagina su repubblica.it

    al momento è scivolata nelle varie rubriche:

    www . repubblica.it/2008/01/sezioni/scienza_e_tecnologia/domini-asta/www-pizza/www-pizza.html


  • Super User

    anche La Stampa se n'è accorta!
    lastampa.it/_web/cmstp/tmplrubriche/giornalisti/grubrica.asp?ID_blog=69&ID_articolo=1711&ID_sezione=138&sezione=Anteprime dagli Usa

    finalmente un pò di visibilità per questo mercato! 🙂


  • User Attivo

    Quello di cui ci si dovrebbe accorgere è come funziona anche la germania con il .de (al di la del .com che è globale).
    Passano di mano .de per cifre tra i 30.000 e 50.000 euro settimanalmente e non sono i premium assoluti, che girano invece intorno ai 400.000 euro.
    Vedasi anche i co.uk (fra l'altro complicati da scrivere)
    Forse questo confronto farebbe meglio al mercato italiano di quello con i .com sentiti come mondiali e non nazionali.
    Per i domainer questo stato di cose può essere anche vantaggioso (e in qualche caso questo è stato capito) potendo acquistare a prezzi molto bassi domini di grande valore.
    Ciao


  • User Attivo

    Questa sera ne ha parlato anche il TG5. Non ho sentito il servizio perchè ero al telefono e la tv senza volume, ma il titolo che scorreva in basso diceva "vende sito sulla pizza e guadagna oltre 2 milioni e mezzo di euro" :rollo:
    Se qualcuno vuole dare un'occhiata e trascriverne il contenuto ci dovrebbe essere online l'ultima edizione, io purtroppo sto uscendo :ciauz:


  • User Attivo

    @perslata said:

    Quello di cui ci si dovrebbe accorgere è come funziona anche la germania con il .de (al di la del .com che è globale).
    Passano di mano .de per cifre tra i 30.000 e 50.000 euro settimanalmente e non sono i premium assoluti, che girano invece intorno ai 400.000 euro.
    Vedasi anche i co.uk (fra l'altro complicati da scrivere)
    Forse questo confronto farebbe meglio al mercato italiano di quello con i .com sentiti come mondiali e non nazionali.
    Per i domainer questo stato di cose può essere anche vantaggioso (e in qualche caso questo è stato capito) potendo acquistare a prezzi molto bassi domini di grande valore.
    Ciao

    Certo, però bisognerebbe capire chi compra e perché lo fa. Spiegare perché uno spende 30, 50, 400 mila euro per un dominio. Qui ti rispondono : io con quella cifra comprerei links, pubblicità e posizionerei ottimamente il mio sito su Google, altro che dominio.

    Chi sono i domainers? Sono quelli che comprano solo per rivendere in futuro il dominio ad altri domainers? Non credo che sia tutto lì, dev'esserci una giustificazione matematica fondamentale che spieghi un investimento di quella portata. Quali vantaggi offre un buon dominio rispetto ad uno cattivo? Questi vantaggi sono quantificabili in 400.000 euro? Se si, Perchè?

    Perché un .de viene venduto a 400'000 euro e un .it se arriva a 20'000 é il massimo?


  • User Attivo

    Ecco un esempio di risposte sui domini date anche da chi s'intende di web e che da anni vi opera

    h t t p : / / w w w. finanzaonline.com/forum/showthread.php?t=905782

    "nome a meno che non hai una cosa supercollegata a quello che vendi non conta + niente. Però vedo anche qui in azienda si preferisce semrpe coprire tutti i buchi disponibili"

    La notizia di pizza.com viene discussa sullo stesso forum qui

    h t t p : / / w w w .finanzaonline.com/forum/showthread.php?t=905152


  • User Attivo

    Ci sono cose imponderabili nell'animo umano e l'economia è una di queste.
    Credo che il modello che più si avvicina al domainer è il collezionista; come si fa a resistere all'idea di possedere un nome come newyork.com o london.com o cars.com per soli 10M$ se un quadro del periodo meno ispirato di Picasso ne costa 50? Non posso credere che un collezionista che può spendere 140M$ per un Pollock non desideri possedere virtualmente la città in cui l'artista ha sviluppato il suo genio. Almeno per me è incomprensibile, il collezionismo vuole le rarità, non c'è nulla di più raro dei domini a questo mondo, ne esiste uno solo che esprime compiutamente il significato di una data parola sul web.
    Diciamo che sono il bene più esclusivo acquistabile sul mercato e quindi al di là della loro utilità economica sono un bene voluttuoso esattamente come una ferrari o un villa in costa smeralda.


  • User Attivo

    @perslata said:

    Ci sono cose imponderabili nell'animo umano e l'economia è una di queste.
    Credo che il modello che più si avvicina al domainer è il collezionista; come si fa a resistere all'idea di possedere un nome come newyork.com o london.com o cars.com per soli 10M$ se un quadro del periodo meno ispirato di Picasso ne costa 50? Non posso credere che un collezionista che può spendere 140M$ per un Pollock non desideri possedere virtualmente la città in cui l'artista ha sviluppato il suo genio. Almeno per me è incomprensibile, il collezionismo vuole le rarità, non c'è nulla di più raro dei domini a questo mondo, ne esiste uno solo che esprime compiutamente il significato di una data parola sul web.
    Diciamo che sono il bene più esclusivo acquistabile sul mercato e quindi al di là della loro utilità economica sono un bene voluttuoso esattamente come una ferrari o un villa in costa smeralda.

    sicuramente un punto di vista interessante. In pratica é possibile che fare informazione sui domini in forum di marketing e seo sia completamente sbagliato. Sarebbe più appropriato orientarsi verso un target di collezionisti e far nescere in loro la voglia di collezionare domini. L'espressione : "possedere virtualmente la città (o un bene qualsiasi)" acquistando il dominio corrispondente sia perfetta in questo senso. 🙂


  • User Attivo

    Ciao,
    beh questo accadrà autonomamente senza alcuna spinta e si affiancherà al mercato commerciale in senso stretto.
    Se poi vogliamo considerare discorsi puramente tecnologici essendo le tecniche seo, di programmazione ed il capitale diffusi ad un buon numero di persone (ma essendo il dominio newyork.com unico) in una serp con la key "newyork" in cui compaiano beutyfullny.com niceny.com nyservice.com e newyork.com le persone riversano su quest'ultimo un quantum di attendibilità che non associano agli altri.
    Insomma da qualsiasi punto la si osservi, collezionistico, tecnico, brand il risultato non cambia newyork.com ne esiste solo uno.
    Difficile trovare in natura un bene così poco disponibile.
    Nel momento in cui si decida di competere seriamente su questa key l'investimento restituirà il denaro speso (anche solo in immagine, vuoi mettere scrivere sul biglietto da visita "a @ newyork . com" sulla email, molto più cool che indossare un rolex da 70.000 euro ;).