• Consiglio Direttivo

    Canzoni per lo scienziato

    Due brani celebri per un filone piuttosto anomalo.

    Perché la Musica è armonia del cuore, ma anche molto più prosaicamente combinazione di strutture matematiche applicate all'acustica fisica.

    Adesso, però, dimentichiamo le equazioni e godiamoci i due pezzi (italiano e inglese), con particolare attenzione ai testi...

    Sting - Shape of my heart

    He deals the cards as a meditation
    And those he plays never suspect
    He doesnt play for the money he wins
    He doesnt play for the respect

    He deals the cards to find the answer
    The sacred geometry of chance
    The hidden law of probable outcome
    The numbers lead a dance

    I know that the spades are the swords of a soldier
    I know that the clubs are weapons of war
    I know that diamonds mean money for this art
    But thats not the shape of my heart

    He may play the jack of diamonds
    He may lay the queen of spades
    He may conceal a king in his hand
    While the memory of it fades

    I know that the spades are the swords of a soldier
    I know that the clubs are weapons of war
    I know that diamonds mean money for this art
    But thats not the shape of my heart
    Thats not the shape, the shape of my heart

    And if I told you that I loved you
    Youd maybe think theres something wrong
    Im not a man of too many faces
    The mask I wear is one

    Those who speak know nothing
    And find out to their cost
    Like those who curse their luck in too many places
    And those who smile are lost

    I know that the spades are the swords of a soldier
    I know that the clubs are weapons of war
    I know that diamonds mean money for this art
    But thats not the shape of my heart
    Thats not the shape of my heart

    Angelo Branduardi - Il giocatore di biliardo

    Soltanto l'erba sull'altopiano
    è verde un po' di più
    ma non c'è da pensarci su
    non c'è da stenderci su la mano
    cercando di capire
    qual è il punto dove colpire

    tic-tac tic-tac
    per ogni geometria
    tic-tac tic-tac
    ci vuole fantasia

    C'e una luce che luna non è
    in un buio che notte non è
    e una voce che voce non è
    che non parla ma parla di me

    D'improvviso mi brucia la mano
    l'aria verde del panno sul piano
    tic-tac
    ed il gioca si porta via
    rotolando la vita mia

    Ecco perchè si trattiene il fiato
    finchè si resta giù
    e per sempre vuol dire mai più

    tic-tac tic-tac
    per ogni geometria
    tic-tac tic-tac
    ci vuole fantasia

    C'e una luce che luna non è
    in un buio che notte non è
    e una voce che voce non è
    che non parla ma parla di me

    e di colpo mi sfiora la mano
    l'erba verde di questo altopiano
    tic-tac
    ed il gioco si porta via
    rotolando la vita mia

    :ciauz:


  • Consiglio Direttivo

    Offre sempre spunti interessanti il nostro caro Bibliotecario. :smile5:

    Mi accorgo che alla canzone di Sting, ascoltata mille volte, non avevo in effetti prestato mai vera attenzione, non al testo. E mi risulta ancora un po' criptica, perché credo contenga molto non-detto. Il film di cui è colonna sonora - Leon - è incantevole, sebbene venga bevuto un po' troppo latte. 😄

    Dunque stavi cercando di collezionare un po' di canzoni scientifiche. La prima associazione, appena letto il titolo, è stata con il Flauto Magico di Mozart, di cui si narrano profondi simbolismi e geometrie musicali a me del tutto sconosciute. Certo mi affascinano e spero un giorno di saperne di più ma non mi è dispiaciuto affatto trovare nella discussione Sting e Branduardi in vece di Mozart. 😄

    Conoscerai anche quest'altra canzone di Branduardi, immagino:

    Per ogni matematico.

    Per ogni matematico
    c'è un senso d'infinito
    nel dar la caccia ai numeri
    già sfuggenti di per sè
    c'è un sogno pitagorico
    che a me non è servito
    adesso che
    nel due per tre
    so cosa sei per me.

    Per ogni matematico
    che non si è mai pentito
    d'aver sbagliato un calcolo
    ch'è già grave di per sè
    rimane un senso logico
    che a me non è servito
    adesso che
    nel tre più tre
    so cosa sei per me.

    Per ogni matematico
    finisce l'infinito
    se a confermar la regola
    è l'eccezione di per sè
    ma resta un caso unico
    che a me non è servito
    adesso che
    nell'io più te
    so cosa sei per me.

    Forse altre canzoni mi verranno in mente. :ciauz:


  • Moderatore

    🙂

    Ce l'ho, ce l'ho anch'io una canzone per gli scienziati.

    Faber riprese con fortuna la nota Antologia di Spoon River, di Edgar Le Master.

    Il volume costruiva la sua narrazione attraverso i ricordi degli estinti di un cimitero della provincia americana - dipingendo i tratti e gli umori di un intero pezzo di storia americana - tra intimismo e disvelamento della meschinità.

    Naturalmente l'Antologia enumera centnaia di figure, con storie e narrazioni che sono anche capaci di intrecciarsi etc etc.

    Ogni 'storia' ha comunque in sè una sua considerazione morale - un suo senso.

    Nella trasposizione egregia fatta da De Andrè lo scorso secolo compare Un Chimico.

    Il personaggio veste i panni estremizzati dello scienziato asettico e scrupoloso, restio ai sentimentalismi e diffidente nei confronti delle 'umane cose'.

    Naturalmente il suo atteggiamento è vano ("primavera non bussa, lei entra sicura, come il fuma lei penetra in ogni fessura....").

    Il suo scetticismo sentimentale è alla fine quasi sopraffatto da quell'inesplicabile legge che regola i sentimenti umani (cioè anche lui pare innamorarsi, ad un certo punto).

    Barlume di speranza che non cambia i connotati tutto sommato negativi che questa figura evidenzia - come la maggior parte dei defunti di Spoon River, del resto.

    Ma direi, senza temere alcuna smentita, che la versione musicale di De Andrè è assai più tenera e 'rosea' del ben più lugubre scenario dipinto da Masters.

    Proprio l'irruenza dell'amore rende il Chimico molto più umano di altre figure sepolte con lui (per lo più viscide, fraudolente e menzognere). Nonostante la perplessità, e quello scientifico scetticismo che continua ad avvolgerlo anche dall'al di là - la comparsa prepotente del 'sentimento' rende la storia del Chimico pregna di sottili e umanissimi interrogativi.

    Per certi versi riesce quasi... a convincerci.

    🙂

    "Solo la morte m'ha portato in collina
    un corpo fra i tanti a dar fosforo all'aria
    per bivacchi di fuochi che dicono fatui
    che non lasciano cenere, non sciolgon la brina.
    Solo la morte m'ha portato in collina.

    Da chimico un giorno avevo il potere
    di sposare gli elementi e di farli reagire,
    ma gli uomini mai mi riuscì di capire
    perché si combinassero attraverso l'amore.
    Affidando ad un gioco la gioia e il dolore.

    Guardate il sorriso guardate il colore
    come giocan sul viso di chi cerca l'amore:
    ma lo stesso sorriso lo stesso colore
    dove sono sul viso di chi ha avuto l'amore.
    Dove sono sul viso di chi ha avuto l'amore.

    È strano andarsene senza soffrire,
    senza un voto di donna da dover ricordare.
    Ma è fosse diverso il vostro morire
    vuoi che uscite all'amore che cedete all'aprile.
    Cosa c'è di diverso nel vostro morire.

    Primavera non bussa lei entra sicura
    come il fumo lei penetra in ogni fessura
    ha le labbra di carne i capelli di grano
    che paura, che voglia che ti prenda per mano.
    Che paura, che voglia che ti porti lontano.

    Ma guardate l'idrogeno tacere nel mare
    guardate l'ossigeno al suo fianco dormire:
    soltanto una legge che io riesco a capire
    ha potuto sposarli senza farli scoppiare.
    Soltanto la legge che io riesco a capire.

    Fui chimico e, no, non mi volli sposare.
    Non sapevo con chi e chi avrei generato:
    Son morto in un esperimento sbagliato
    proprio come gli idioti che muoion d'amore.
    E qualcuno dirà che c'è un modo migliore. "


  • Consiglio Direttivo

    Grazie ad entrambi per gli splendidi contributi: sono canzoni bellissime, che non conoscevo e che ho molto apprezzato.

    Una riflessione. Ha scritto il nostro Poeta:

    @WWW said:

    Il personaggio veste i panni estremizzati dello scienziato asettico e scrupoloso, restio ai sentimentalismi e diffidente nei confronti delle 'umane cose'.

    Naturalmente il suo atteggiamento è vano ("primavera non bussa, lei entra sicura, come il fuma lei penetra in ogni fessura....").

    Il suo scetticismo sentimentale è alla fine quasi sopraffatto da quell'inesplicabile legge che regola i sentimenti umani (cioè anche lui pare innamorarsi, ad un certo punto).

    La trovo un'analisi molto accurata dello stereotipo di scienziato che alberga nell'immaginario collettivo.

    Il ricercatore non è trattato molto bene da scrittori e musicisti, che nel tracollo della sua logica di fronte all'Amore vedono una specie di "vittoria" e di "trionfo" dell'aspetto animale su quello razionale.

    Tutto questo ha perfino qualcosa di sadico, come se l'uomo della strada godesse nel vedere la grandezza della Scienza "umiliata" dal battito del cuore.

    Meccanismi che non ho mai capito, men che meno da quando cerco di entrare a far parte del novero degli scienziati. Hanno scritto infatti che conoscere quale meccanismo determini l'arcobaleno non sminuisce la bellezza della sua curva nel cielo e il nostro stupore al suo apparire dopo la pioggia.

    Ecco un altro brano in tema con il filone, che si chiama appunto "The Scientist"...

    Coldplay - The Scientist

    Come up to meet you, tell you I'm sorry
    You don't know how lovely you are

    I had to find you
    Tell you I need you
    Tell you I've set you apart

    Tell me your secrets
    And nurse me your questions
    Oh, let's go back to the start

    Running in circles
    Coming up tails
    Heads on the science apart

    Nobody said it was easy
    It's such a shame for us to part
    Nobody said it was easy
    No one ever said it would be this hard

    Oh take me back to the start

    I was just guessing
    At numbers and figures
    Pulling the puzzles apart

    Questions of science
    Science and progress
    Do not speak as loud as my heart

    Oh tell me you love me
    Come back and haunt me
    Oh and I rush to the start

    Running in circles
    Chasing our tails
    Coming back as we are

    Nobody said it was easy
    Oh, it's such a shame for us to part
    Nobody said it was easy
    No one ever said it would be so hard

    I?m going back to the start

    Oh ooh ooh ooh ooh
    Ah ooh ooh ooh ooh
    Oh ooh ooh ooh ooh
    Oh ooh ooh ooh ooh

    :ciauz:


  • Moderatore

    Naturalmente Leonov si parlava di stereotipi, appunto.

    Come tali scarsamente condivisibili.

    🙂

    In ogni caso potremmo imputare questa 'diffidenza' antiscientista con una serie di retaggi - di volta in volta moderni e antichissimi.

    L'ide del soprannaturale, di una natura irriducibile all'intelletto.

    L'influenza della religione in tutto questo - aspetto non certo condivisibile.

    Oppure - anche laicamente parlando - il declino filosofico del positivismo ottocentesco, con quell'idea di crisi di civiltà che il novecento sembra averci lasciato in eredità - con tutte le sue inovazioni e con le sue disgrazie.

    Secondo me l'uomo contemporaneo è naturalmente scettico e diffidente, e tendenzialmente - nello stesso tempo - credulone.

    Questa perdità dei punti di riferimento generali colpisce ancora oggi persino la Scienza - che per la maggior parte delle persone confina ancora con la stregoneria.

    E' una 'modenità liquida', la nostra, come ha squisitamente scritto il sociologo polacco Zygmunt Bauman.

    🙂


  • Consiglio Direttivo

    @WWW said:

    Naturalmente Leonov si parlava di stereotipi, appunto.

    Ho riletto il mio post precedente: il tono era un po' perentorio, ma non ce l'avevo con gli artisti che descrivono gli scienziati scegliendo di adottare certi toni e certe idee preconcette.

    Sono anch'essi vittime della "rete antropologica" ottimamente individuata da WWW, che in poche righe ha saputo tracciare un profilo molto incisivo dei processi che hanno allontanato la Scienza e il mondo accademico dal prototipo di "uomo della strada".

    Aggiungerei un altro aspetto, stavolta "interno" alla ricerca: la Scienza è oggettivamente complessa; il suo universo di formule, equazioni, logica stringente, abbandono al fenomeno, parziale inaridimento della fantasia è qualcosa che comprensibilmente atterrisce, respinge e ingabbia - in qualche misura "toglie poesia" alla vita.

    [Poi regala altri versi, altre rime e una musica tutta nuova, non meno affascinante, ma accade dopo molti anni di studio e contemplazione, quando ci si è messi in risonanza con gli abissi e le vette della materia. Questo processo richiede il medesimo sforzo che si esige da un atleta professionista, il quale impiega una vita a modellare il proprio corpo in un modo apparentemente innaturale per spingerlo ai limiti delle sue possibilità.

    Resta da capire allora perché alcuni atleti professionisti piacciano tanto al grande pubblico, mentre gli scienziati (e anche alcuni sportivi delle discipline meno note) siano bollati come "tipi bizzarri", ma questa è un'altra storia.]

    @WWW said:

    Secondo me l'uomo contemporaneo è naturalmente scettico e diffidente, e tendenzialmente - nello stesso tempo - credulone.

    Vero. L'essere umano crede che lo scetticismo e il cinismo possano difenderlo, ma poi alla fine è un boccalone che si affida ai cartomanti. Cede al miraggio della scorciatoia, della via breve, del modo facile di risolvere un problema complesso.

    Questo perché scetticismo e creduloneria sono due facce della stessa medaglia: da tale circolo vizioso si esce in un solo modo: attraverso la conoscenza - la quale non produce cuori scettici, ma anzi sensibili alla meraviglia più di altri, sebbene non facilmente raggirabili.

    @WWW said:

    la Scienza - che per la maggior parte delle persone confina ancora con la stregoneria.

    Accade appunto perché mancano la conoscenza, la divulgazione e la didattica di buon livello su vasta scala. Non ci spaventa ciò che conosciamo, ma solo ciò su cui non abbiamo il controllo.

    Un mago che rivela il trucco perde il suo fascino, ma ci regala informazioni e ci fa smettere di aver paura: allo stesso modo, apparirebbero molto più umani e "normali" gli scienziati che fossero mostrati per ciò che sono, ovvero uomini alla ricerca, come tutti gli altri.

    Non c'è paura nella luce, ma solo nel buio. La Scienza non ha niente di oscuro in sé (è la Tecnologia, cioè l'applicazione della Scienza, che fa i disastri).

    🙂


  • Consiglio Direttivo

    Torno in questo thread senza più precisazioni da fare, né stereotipi da smentire, né altro che non sia gioia, e tanta tanta felicità.

    Orbene, una canzone ha accompagnato il mio percorso attraverso la stesura della tesi: non so quanto possa essere considerata "da scienziato" (anche se contiene un paio di versi interessanti per un relativista generale come il sottoscritto), ma so che è quella che mi ha guidato fin qui, a discutere di fronte a una commissione di strane formule, curiosi esperimenti e intricati Teoremi.

    Lascio volentieri in eredità questo piccolo momento muscale a tutti voi e al vostro giudizio, invitandovi a cercare il video originale (quello, straordinario, in cui un anarchico teatro di burattini si trasforma in un vero concerto live).

    Con affetto, coscienza scientifica e tanta felicità, come quella aperta e vitale che si respira in questo pezzo.

    :ciauz:

    Coldplay ? Life in technicolor II

    There's a wild wind blowing
    Down the corner of my street
    Every night there the headlights are glowing

    There's a cold war coming
    On the radio I heard
    Baby it's a violent world

    Oh love don't let me go
    Won't you take me where the streetlights glow
    I could hear it coming
    I could hear the sirens sound
    Now my feet won't touch the ground

    Time came a-creepin'
    Oh and time's a loaded gun
    Every road is a ray of light
    It goes o-o-on
    Time only can lead you on
    Still it's such a beautiful night

    Oh love don't let me go
    Won't you take me where the streetlights glow
    I could hear it coming
    Like a serenade of sound
    Now my feet won't touch the ground

    Gravity release me
    And dont ever hold me down
    Now my feet won't touch the ground.


  • Consiglio Direttivo

    Due forze; così simili, così diverse.

    Così intimamente collegate, così distanti.

    Due forze, due canzoni. Scientificamente inaccurate, come (quasi) tutte le canzoni.

    Però belle; e tanto basta.

    John MayerGravity

    ElisaElectricity