• Moderatore

    Enzo Jannacci

    Musicista geniale, autore di alcune delle più fortunate canzoni italiane del dopoguerra, anche per altre grandi voci, Jannacci merita l'affettuoso saluto che si usa tributare ai più grandi artisti nazionali.

    Innamorato della sua Milano, cantautore degli ultimi, Jannacci ha profuso gran parte della sua opera da autore in quello che è stato il repertorio di Giorgio Gaber.

    Prima di questa storica collaborazione Jannacci aveva costruito un ampio repertorio di pezzi in dialetto milanese, che poi erano i pezzi in cui più genuinamente raccontava la vita e l'ambiente da 'osteria' della piccola mala lombarda.

    L'Armando, Il Palo, le storie dei proletari senza speranza, un dialetto milanese ancora non contaminato, ma comprensibilissimo anche per me che sono romano doc.

    Alcuni grandi successi divenuti pietre miliari della musica italiana, come Ho visto un re e Vengo anch'io (no, tu no).

    "***Lei è bella, lo so
    è passato del tempo e io
    ce l'ho nel sangue ancor�
    e vorrei e vorrei
    ritornare laggiù da lei,
    ma so che non andrò
    questi son sentimenti di contrabbando
    meglio star qui seduto
    guardare il cielo davanti a me�

    Messico e nuvole,
    la faccia triste dell'America
    e il vento suona la sua armonica
    che voglia di piangere ho�

    Intorno a lei, intorno a lei
    una chitarra risuonerà
    per tanto tempo ancor�
    è il mio amore per lei
    che i suoi passi accompagnerà
    nel bene e nel dolor�
    questi son sentimenti di contrabbando
    meglio star qui seduto
    guardare il cielo davanti a me�

    Messico e nuvole�

    Chi lo sa come fa
    quella gente che va fin lá
    a pronunciare un sì, ma�
    mentre sa che è già
    provvisorio l'amore che
    c'è, si, ma forse no�
    queste son situazioni di contrabbando
    meglio star qui seduto
    guardare il cielo davanti a me�***"


  • Moderatore

    La straordinaria storiella del palo nella banda di scassinatori...

    "(Parlato) Faceva il palo nella banda dell'Ortica, ma era sguercio, non ci vedeva quasi più, ed è stato così che li hanno presi senza fatica, li hanno presi tutti, quasi tutti, tutti fuori che lui.
    (cantato) Lui era fisso che scrutava nella notte,
    quand è passa' davanti a lu un carabinier
    insomma un ghisa, tri cariba e un metronotte:
    nanca una piega lu la fa, nanca un plisse'.
    Faceva il palo nella banda dell'Ortica,
    faceva il palo perché l'era il so mesté.
    (parlato) Così precisi come quei della Mascherpa sono rimasti lì i suoi amici a veder i carabinieri, han detto "Ma come, brutta lugia vaca porca, il nostro palo, bruta bestia, ma dov'è ??"
    (cantato) Lui era fisso che scrutava nella notte,
    l'ha vist na gota, ma in cumpens l'ha sentu nient,
    perché vederci non vedeva un autobotte,
    però sentirci ghe sentiva un acident.
    Faceva il palo nella banda dell'Ortica,
    faceva il palo con passione e sentiment.
    Ci sono stati pugni, spari, grida e botte,
    li han mena' via che era già mort quasi mesdì,
    lui sempre fisso che scrutava nella notte
    perché ci vedeva i stess de not cume del dì.
    (parlato) Ed è lì ancora come un palo nella via, la gente passa, gli dà cento lire e poi, poi se ne va...lui circospetto guarda in giro e mette via, ma poi borbotta perché ormai l'è un po' arrabbià.
    (cantato) Ed è arrabbiato con la banda dell'Ortica,
    perché lui dice: "Non si fa così a rubar !!
    (parlato) Dice "Ma come, a me mi lascian qui di fuori, e loro, e loro chissà quand'è che vengon su...e poi il bottino me lo portano su a cento lire, un po' per volta: a far così non finiamo più!!! No, no, quest chi l'è proprio un laurà de ciula, io sono un palo, non un bamba, non ci sto più: io vengo via da questa banda di sbarbati, mi metto in proprio, così non ci penso più.
    (cantato)Faceva il palo nella banda dell'Ortica,
    faceva il palo perché l'era il so mesté,
    Faceva il palo nella banda dell'Ortica,
    faceva il palo, il palo, perché l'era, perché l'era il so mesté..
    "


  • Moderatore

    🙂

    "Tatta tira tira tira tatta tera tera ta
    Era quasi verso sera
    se ero dietro, stavo andando
    che si è aperta la portiera è caduto giù l'Armando.
    Commissario, sa l'Armando era proprio il mio gemello,
    però ci volevo bene come fosse mio fratello.
    Stessa strada, stessa osteria,
    stessa donna, una sola, la mia.
    Macché delitto di gelosia,
    io c'ho l'alibi a quell'ora sono sempre all'osteria.
    Era quasi verso sera, se ero dietro stavo andando
    che si è aperta la portiera è caduto giù l'Armando.
    Tira ta tira...
    Commissario, sa l'Armando mi picchiava col martello,
    mi picchiava qui sugli occhi per sembrare lui il più bello.
    Per far ridere gli amici, mi buttava giù dal ponte
    ma per non bagnarmi tutto
    mi buttava dov'è asciutto.
    Ma che dice, che l'han trovato
    senza scarpe, denudato, già sbarbato?
    Ma che dice, che gli han trovato
    un coltello con la lama di sei dita nel costato?
    Commissario, 'sto coltello non lo nego, è roba mia,
    ma ci ho l'alibi a quell'ora sono sempre all'osteria.
    Tira ta tira...
    Era quasi verso sera
    se ero dietro, stavo andando
    che si è aperta la portiera
    ho cacciato giù... pardon... è caduto giù l'Armando.
    " [LEFT]
    [/LEFT]


  • Moderatore

    "***Dai dai, conta su...ah be, sì be....

    • Ho visto un re.
    • Sa l'ha vist cus'e`?
    • Ha visto un re!
    • Ah, beh; si`, beh.
    • Un re che piangeva seduto sulla sella
      piangeva tante lacrime, ma tante che
      bagnava anche il cavallo!
    • Povero re!
    • E povero anche il cavallo!
    • Ah, beh; si`, beh.
    • è l'imperatore che gli ha portato via
      un bel castello...
    • Ohi che baloss!
    • ...di trentadue che lui ne ha.
    • Povero re!
    • E povero anche il cavallo!
    • Ah, beh; sì, beh.
    • Ho visto un vesc...
    • Sa l'ha vist cus'e`?
    • Ha visto un vescovo!
    • Ah, beh; si`, beh.
    • Anche lui, lui, piangeva, faceva
      un gran baccano, mordeva anche una mano.
    • La mano di chi?
    • La mano del sacrestano!
    • Povero vescovo!
    • E povero anche il sacrista!
    • Ah, beh; si`, beh.
    • e` il cardinale che gli ha portato via
      un'abbazia...
    • Oh poer crist!
    • ...di trentadue che lui ce ne ha.
    • Povero vescovo!
    • E povero anche il sacrista!
    • Ah, beh; si`, beh.
    • Ho visto un ric...
    • Sa l'ha vist cus'e`?
    • Ha visto un ricco! Un sciur!
    • S'...Ah, beh; si`, beh.
    • Il tapino lacrimava su un calice di vino
      ed ogni go, ed ogni goccia andava...
    • Deren't al vin?
    • Si`, che tutto l'annacquava!
    • Pover tapin!
    • E povero anche il vin!
    • Ah, beh; si`, beh.
    • Il vescovo, il re, l'imperatore
      l'han mezzo rovinato
      gli han portato via
      tre case e un caseggiato
      di trentadue che lui ce ne ha.
    • Pover tapin!
    • E povero anche il vin!
    • Ah, beh; si`, beh.
    • Ho vist un villan.
    • Sa l'ha vist cus'e`?
    • Un contadino!
    • Ah, beh; si`, beh.
    • Il vescovo, il re, il ricco, l'imperatore,
      persino il cardinale, l'han mezzo rovinato
      gli han portato via:
      la casa
      il cascinale
      la mucca
      il violino
      la scatola di kaki
      la radio a transistor
      i dischi di Little Tony
      la moglie!
    • E po, cus'e?
    • Un figlio militare
      gli hanno ammazzato anche il maiale...
    • Pover purscel!
    • Nel senso del maiale...
    • Ah, beh; si`, beh.
    • Ma lui no, lui non piangeva, anzi: ridacchiava!
      Ah! Ah! Ah!
    • Ma sa l'e`, matt?
    • No!
    • Il fatto e` che noi villan...
      Noi villan...
      E sempre allegri bisogna stare
      che il nostro piangere fa male al re
      fa male al ricco e al cardinale
      diventan tristi se noi piangiam,
      e sempre allegri bisogna stare
      che il nostro piangere fa male al re
      fa male al ricco e al cardinale
      diventan tristi se noi piangiam!***"

  • Moderatore

    "***Che scuse', ma mi vori cuntav ***
    [LEFT]***d'un me amis che l'era anda a fa'l bagn
    sul stradun, per andare all'idroscalo
    l'era li', e l'amore lo colpi'.
    El purtava i scarp de tennis, el parlava de per lu
    rincorreva gia' da tempo un bel sogno d'amore.
    El purtava i scarp de tennis, el g'aveva du occ de bun
    l'era il prim a mena via, perche' l'era un barbun.
    Un bel di', che l'era dre' a parla'
    de per lu, l'aveva vista passa'
    bianca e rossa, che pareva il tricolore
    ma po lu, l'e' sta bon pu' de parla'.
    El purtava i scarp de tennis, el parlava de per lu
    rincorreva gia' da tempo un bel sogno d'amore.
    El purtava i scarp de tennis, el g'aveva du occ de bun
    l'era il prim a mena via, perche' l'era un barbon.
    (parlato)Un bel di a che'l pover diavul che riva na machina, ven giu' vun e domanda: "Ohe'!" "Chi a mi?" "Si', a lu, savaria, savaria no per piasee' la strada per andare all'aeroporto Forlanini?" "No, signore non sono mai stato io all'aeroporto Forlanini,non lo so in due l'e'." "La strada per andare all'Idroscalo, almeno, la conosce?" Si, l'Idroscalo al so in dua l'e', al meni mi all'Idroscalo, vengo su anch'io sulla macchina, e' forte questa, e' forte la macchina. "Lasa sta la machina barbon." "No, signore vengo anch'io sulla macchina, non sono mai stato su una macchina io, Bella questa macchina...Ferma signore, che'l me lasa, che'l me lasa giu chi che sono arrivato,un piasee' che'l se ferma chi.
    (cantato) Un piasee', ch'el me lasa gio' chi
    che anca mi mi go avu il mio grande amore
    roba minima, s'intend, s'intend roba da barbon.
    El purtava i scarp de tennis, el parlava de per lu
    rincorreva gia' da tempo un bel sogno d'amore.
    El purtava i scarp de tennis, el g'aveva du occ de bun
    l'era il prim a mena via, perche' l'era un barbon.
    L'an trova, sota a un muc de carton
    l'an guarda' che'l pareva nisun
    l'an tuca che'l pareva che'l durmiva
    lasa sta che l'e' roba de barbon.
    El purtava i scarp de tennis, el parlava de per lu
    el purtava i scarp de tennis, perche' l'era un barbun,
    el purtava i scarp de tennis, el parlava de per lu
    el purtava i scarp de tennis, perche' l'era un barbun... ***"
    [/LEFT]
    [RIGHT]

    [/RIGHT]


  • Moderatore

    ***"Si potrebbe andare tutti quanti allo zoo comunale
    Vengo anch'io? No tu no
    Per vedere come stanno le bestie feroci
    e gridare "Aiuto aiuto è scappato il leone"
    e vedere di nascosto l'effetto che fa

    Vengo anch'io? No tu no
    Vengo anch'io? No tu no
    Vengo anch'io? No tu no
    Ma Perché? Perché no

    Si potrebbe andare tutti quanti ora che è primavera
    Vengo anch'io? No tu no
    Con la bella sottobraccio a parlare d'amore
    e scoprire che va sempre a finire che piove
    e vedere di nascosto l'effetto che fa

    Vengo anch'io? No tu no
    Vengo anch'io? No tu no
    Vengo anch'io? No tu no
    Ma Perché? Perché no

    Si potrebbe poi sperare tutti in un mondo migliore
    Vengo anch'io? No tu no
    Dove ognuno sia gia` pronto a tagliarti una mano
    un bel mondo sol con l'odio ma senza l'amore
    e vedere di nascosto l'effetto che fa

    Vengo anch'io? No tu no
    Vengo anch'io? No tu no
    Vengo anch'io? No tu no
    Ma Perché? Perché no

    Si potrebbe andare tutti quanti al tuo funerale
    Vengo anch'io? No tu no
    per vedere se la gente poi piange davvero
    e scoprire che battono anche le suore
    e vedere di nascosto l'effetto che fa***".


  • Super User

    Affascinata dalla sua Mexico e Nuvole è un autore che non ho mai esplorato a fondo.
    La sua scomparsa è stata un'occasione per scoprire un cantautore eccezionale, al pari di Gaber che amo, dalle mille vite e suoni, lirico e antiretorico...per una poesia dal basso che mi ha subito conquistata.

    [video=youtube;0z8Yi647NE4]

    In ritardo, ma non è mai tardi per la poesia, gli offro il mio saluto emozionata.


  • Moderatore

    Erano amici e collaboratori di lunghissimo corso, con Gaber.

    Con la sigla I due corsari](http://it.wikipedia.org/wiki/I_Due_Corsari), negli anni '50-'60, e Ja-Ga Brothers](http://it.wikipedia.org/wiki/Ja-Ga_Brothers) negli anni '80.

    Eccoli qui in Una fetta di limone.

    "***Signora, non ci siamo capiti,
    signora, sta a sentir quel che ti dico
    No, ai tuoi baci dico no,
    no, al tuo amore dico no,
    al tuo languido sorriso dico no, no, no!

    Non voglio i tuoi palazzi, non voglio le ricchezze, non voglio le carezze,
    sei ricca ma sei racchia, ma guardati allo specchio,
    non vedi che sei vecchia.
    Dimmi che vuoi da me!
    Ma visto che tu insisti nel farmi le proposte,
    ti diro, qualcosa c'e che desidero da te...

    Una fetta di limone, una fetta di limone,
    una fetta di limone, una fetta di limone nel te`.

    Non voglio i cento sacchi del grano che m'intoppi e regalini a mucchi
    sei ricca ma sei sciocca, per me sei troppo secca, per questo non mi cucchi.
    Dimmi che vuoi da me!
    Ma visto che tu insisti nel farmi le proposte,
    ti diro, qualcosa c'e che desidero da te...

    Una fetta di limone, una fetta di limone,
    una fetta di limone, una fetta di limone nel te'.***"


  • Super User

    Avete fatto una favolosa carrellata: grande Enzo, ci mancherai.