• User

    Tecnologia Informatica (IT) e Pedagogia

    Mi inserisco in questa discussione, che trovo interessantissima, per proporre uno spunto di riflessione rispetto all'utilizzo delle tecnologie informatiche (da ora in poi IT) applicate alla didattica. Sono una pedagogista e, sia nel mio percorso di studi, che in quello professionale, ho avuto modo di verificare e confermare come l'utilizzo delle IT siano cruciali nella formazione del pensiero critico e della strutturazione del sapere dei ragazzi che vivono nell'attuale società.

    Informatica non è solo "uso del computer" ma può rappresentare una metologia di pensiero adeguata alla formazione delle competenze necessarie alla gestione dei molteplici linguaggi del nostro tempo. Se mi consentite vorrei citare Umberto Margiotta (Pedagogista) che nel suo libro "Pensare in rete" (CLUEB editori) a pagina 168 dice "il problema che l'informatica oggi pone agli insegnanti, è di decidere quale sia il modo migliore per insegnare a distinguere, ordinare, suddividere le conoscenze, utilizzando dell'informatica tutto ciò che aiuta a selezionare tra dati di conoscenze e programmi di sviluppo della conoscenza".
    Non si tratta più di considerare l'informatica come una materia da inserire nei curricula scolastici, piuttosto di un metodo di lavoro per apprendere.

    I desolanti risultati che gli studenti delle scuole italiane raggiungono nelle ricerche internazionali continua a dirci che qualcosa non va.
    Forse è colpa degli studenti che guardano troppa televisione? Forse è colpa delle famiglie troppo prese da loro stesse da non riuscire più a fornire ai figli le motivazioni per studiare ed andare bene a scuola? Forse è colpa della società che non attribuisce più il giusto valore al sacrificio nello studio e invia continuamente messaggi contraddittori a questi studenti disorientati? E gli insegnanti nel complesso, quando cominceranno ad interrogarsi sui loro metodi, sulle loro lezioni frontali, sulla didattica uguale per tutti, sull'esigenza di una reale integrazione (e non il semplice inserimento) della diversità nelle loro classi? Ci sono ottimi insegnanti che si impegnano come veri avanguardisti per dare ai loro studenti ciò che è adeguato per loro, ma probabilmente nel complesso, essi sono la manifestazione del disagio e della melanconia della nostra scuola.:bho:
    La società muta, si trasforma e la scuola.... mette le pezze sul suo vecchio vestito.
    Queste sono le mie riflessioni, ma sarei contenta di considerare altri punti di vista sull'impatto che possono avere le IT sul modo di pensare dei bambini e sull'importanza che l'informatica non esca dalla scuola, non solo come materia, ma tanto più come metodologia di pensiero.

    Marseb


  • Super User

    Personalmente sono molto dispiaciuta di questa sparizione.
    I nostri figli, hanno sicuramente bisogno di basi come dice Leonov però tutto questo per loro arriva prima di quanto previsto e da noi vissuto.

    Le regole della convivenza le imparano gia nei tre anni di materna, imparano così ad ascoltare, ad aspettare, a parlare con ordine, a fare un coro, una rappresentazione, la differenza dei momenti di insegnamento, il movimento ... di solito l'ultimo anno di materna imparano anche a scrivere leggere e far di conto :).

    Nel frattempo a casa gia a quell'età cominciano ad usare tutto: computer, console, ma anche solo sky e skype. Così l'età della scelta si anticipa (nei limiti della libertà lasciata dai genitori).
    Personalmente ho preferito insegnare ad usare le cose invece di vietarle, così ho fatto con coltelli e scale e così con televisione e computer.

    Mi trovo molto daccordo con Marseb quando dice:

    Informatica non è solo "uso del computer" ma può rappresentare una metologia di pensiero adeguata alla formazione delle competenze necessarie alla gestione dei molteplici linguaggi del nostro tempo

    e credo sia un bene cominciare fin da subito con questo approccio.

    La voglia di utilizzare i vari strumenti tecnologici favorisce e stimola la voglia di capire l'inglese, (alcune parole giocando rimangono impresse: il loading dei giochi ad esempio così come il play), a me ha aiutato a far capire l'ordine (finestre da chiudere, altre da aprire, salvare in una cartella le cose da ritrovare, parole -anzi frasi- da usare nelle ricerche su google), la manualità e la coordinazione ma anche tanto la voglia e la possibilità di relazionarsi ad altri.
    Non è -secondo me- la tecnologia a poter creare problemi e squilibri (parlo delle problematiche legate al troppo tempo passato di fronte al computer anziche all'aria aperta) ma la mancanza di stimoli vari da parte dei genitori.
    Un abbraccio non si sostituisce e i bambini lo sanno però è inutile negare che hanno a disposizione tantissimi strumenti e che li vogliono usare.

    Ecco perchè mi sarebbe piaciuto un aiuto e una guida da parte della scuola.

    Sono andata a cercare qualcosa sul Pedagogista indicato da Marseb: Margiotta. Ho trovato interviste molto interessanti specie sul mondo universitario, estremamente concrete ... per arrivare a quello che descrive e che condivido, bisogna partire dalle basi e credo che i genitori andrebbero supportati fin dall'inizio.

    Come sempre, sarà la rete a supportare i genitori in mancanza di direttive statali adeguate. Da quando sono mamma ho trovato aiuto, sostegno, condivisione, confronto, possibilità di scelta e informazioni vere, più dalla "rete" che dalle istituzioni preposte. Ed è su questo aspetto, maggiormente quindi sulle possibilità in più che la tecnologia può fornire, che focalizzo con mio figlio il discorso.

    So che il tema era più complesso e tecnico la mia è solo un'esperienza .. :ciauz:


  • Community Manager

    Benvenuta Marseb nel forum gt 🙂

    Grazie per aver arricchito questa discussione portando il tuo punto di vista da persone che si occupa dell'argomento in prima linea.

    Nel mondo IT, ed in particolare su Internet (per quanto riguarda l'Italia), c'è una nazione che viene sottovalutata e che invece ha costruito basi solide per il futuro: l'India.

    Porto un estratto di Wikipedia.

    Più recentemente l'India è riuscita a capitalizzare l'istruzione in lingua inglese di molte persone, diventando un'importante meta di outsourcing per le società multinazionali e una popolare meta per il turismo medico. L'India è diventato anche grande esportatrice di software e finanza, ricerca e servizi tecnologici. Le sue risorse naturali comprendono seminativi, bauxite, cromite, carbone, diamanti, minerali di ferro, calcare, manganese, mica, gas naturale, petrolio, titanio.

    Nel 2007 le esportazioni erano stimate in 140 miliardi di $ e le importazioni erano pari a 224,9 miliardi di $. Tessuti, gioielli, prodotti dell'ingegneria e software erano le principali voci dell'esportazione; mentre il petrolio greggio, macchinari, concimi, prodotti chimici e lo erano fra le importazioni. I più importanti partner commerciali dell'India sono Stati Uniti, l'Unione Europea e la Cina.
    Molti pensano che gli indiani vengono scelti per i bassi costi, mentre in realtà loro sono dei veri geni in programmazione.

    Le aziende di primo livello, come Google ad esempio, hanno anche queste persone in ruoli importanti.

    Questo è dovuto proprio all'approccio scolastico, dove appunto Inglese e Informatica non vengono trattate "come una materia da inserire nei curricula scolastici, *ma come *un metodo di lavoro per apprendere".


  • Community Manager

    @Marseb said:

    ... Nella mia scuola ideale, ci sono invece insegnanti che lavorano in cooperative-learning con i loro studenti; dove si fa storia in aula informatica, andando alla ricerca (guidata) di documenti storici, informazioni di autori che la pensano diversamente; la mia è una scuola dove il materiale raccolto viene selezionato, discusso e rielaborato su supporto informatico per essere modificato, ampliato e migliorato nel tempo e da altri; è una scuola dove il lavoro di storia si collega con link ipertestuali a matematica, filosofia, letteratura, disegno tecnico ... insomma dove mentre si studia si impara ad apprendere.

    Ho messo dei grassetti.

    In giro porto sempre due mie opinioni per far capire il cambiamento epocale che stiamo vivendo:

    • nel futuro un bambino del Burindi potrà accedere allo stesso livello di insegnamento di un Bambino di New York (anche di possibilità economica).
    • magari avessi avuto la possibilità di sapere che cosa pensava mio nonno o cosa pensavano le persone che hanno vissuto sulla propria pelle la 2° Guerra Mondiale.

    Il secondo punto è quello che mi interessa portare nella discussione perchè è proprio quando hai detto tu: "dove si fa storia in aula informatica, andando alla ricerca (guidata) di documenti storici, informazioni di autori che la pensano diversamente".

    Quando discutevo di questi argomento ancora Google non si era così evoluto e mi ricordo che dissi che proprio lui applicherà dei filtri che ci faciliteranno la raccolta delle informazioni storiche.

    Più il web crescerà nel suo sviluppo tecnologico, più avremo a disposizione strumenti di ricerca migliori in grado di estrapolare dati di vario tipo; avremo inoltre strumenti per l'immisione di contenuti sempre migliori (immagino già Twitter che permetterà di geolocalizzare ogni singolo post).

    Ad oggi è possibile fare delle ricerche molto interessanti.

    Per fare un esempio, dovendo fare delle ricerche sugli eventi di repressione in Birmania il percorso potrebbe essere questo:

    • Andare su Wikipedia nella scheda della Birmania per rintracciare le date in cui si sono svolti questi avvenimenti.
    • Trovate le date è possibile andare su Google Search e richiedere documenti creati tra quelle date e su Google Blog Search e richiedere gli articoli creati durante quelle date.
    • Trovare le foto caricate durante quel periodo su Flickr.
    • In futuro sarà possibile cercare anche su Twitter i post tra quelle date in modo più preciso (lo strumento non è preciso oggi).
    • Sono convinto che presto anche la ricerca avanzata di YouTube ci permetterà di ricercare quei video caricati durante quel periodo.
    • E' possibile inoltre usare Archive.org per provare a rintracciare le home page dei vari siti all'epoca e prelevare informazioni, link ect. Anche se non la ricerca di Archive.org non raggiunge sempre una precisione giornaliera, ma con un pò di fortuna... 😉
    • Senza contare gli aggregatori di news che ci sono in giro e altri servizi del genere.

    Magari appena ho tempo faccio un video dove tratto proprio questo argomento portando l'esempio con qualche evento accaduto di recente per mostrare come funzionano.

    Chiudo con una mia frase: una volta bisognava saperle le cose; oggi è importante saperle cercare.

    @Marseb said:

    ... Ma poi mi sveglio e mi dicono che l'informatica sarà tolta dai programmi scolastici e allora anche l'incubo della maestra robot 😮
    ... beh! ... mi sembra meno aberrante.

    :eheh:


  • User Attivo

    Il computer è uno strumento che ci permette d'immagazzinare grosse quantità d'informazioni, è l'estensione della nostra memoria e quindi delle nostre capacità di calcolo per quanto è potente il nostro hard disk, ma la vera rivoluzione è la rete che estende la nostra memoria e le nostre capacità di calcolo a tutti i computer interconnessi e che attraverso la simulazione e l'interazione sta modificando le nostre strutture di pensiero, i nostri metodi di cognizione. (la tecnologia viene scoperta od inventata a fronte di un bisogno umano, ma poi con le sue potenzialità modifica l'uomo).

    "Non esiste una semplice catena di causalità. Noi realizziamo le tecnologie, e queste costruiscono noi e le epoche storiche. Le epoche storiche si costruiscono, noi facciamo le macchine, le macchine realizzano le epoche storiche. Diventiamo gli oggetti che realizziamo, ma questi diventano quel che noi ne facciamo.:surprised:
    Ci sono stati grossi cambiamenti in quel che i computer fanno ?per? noi e in quel che fanno ?a? noi.
    Riflettere sul nostro rapporto con la tecnologia significa riflettere sulla nostra natura umana.
    Il computer è un oggetto evocativo che provoca la rinegoziazione di vecchi confini tra ciò che è reale e ciò che non lo è; tra astrazione e concretezza, tra umano e non-umano.
    Oggi l'informatica ha poco a che fare con il calcolo e le regole; abbiamo a che fare più con la simulazione, la navigazione, l'interazione; l'immagine del computer come macchina da calcolo è diventata eccentrica e datata.
    Non è più necessario avere dimestichezza con la programmazione per usare il computer.
    Dalla cultura moderna del calcolo si è quindi passati alla cultura post-moderna della simulazione.
    Appena 20 - 25 anni fa, la gente si stava appena abituando all'idea che il computer potesse proiettare ed estendere ?l'intelletto? della persona. Oggi si va affermando il concetto che il computer sia in grado di estenderne la ?fisicità?. Dal computer ?logico? siamo passati al computer ?bio-logico?. Infatti, la tradizionale distanza tra macchine e persone è diventata più difficile da mantenere, perché gli esseri umani diventano sempre più interconnessi con la tecnologia ed è quindi sempre più difficile stabilire nettamente che cosa sia umano da che cosa non lo sia".[S.Turkle]
    :ciauz: