• User Attivo

    Google riesce davvero a capire se un sito è apprezzato dall'utenza?

    La cosa di cui dovrebbe interessare di più a google, non dovrebbe essere se un sito piace a lui, ma se piace all'utenza.. ovvero, se la gente dopo averci cliccato lo trova interessante, quindi ci rimane molto tempo, visualizza molte pagine ecc.. Ma in definitiva, google è davvero in grado di capire se un sito piace, oppure ha una percentuale di rimbalzo del 90% ??? Qualcuno dice di si, ma considerato i siti che mi propina durante molte ricerche a me sembra tanto una leggenda metropolitana.. tendiamo forse a attribuirgli una potenza che in realtà non possiede.. voi cosa ne pensate?

    :ciauz:


  • Moderatore

    Ciao
    non so se rispondo alla tua domanda ma se un sito ha centinaia di ricerche Branded (ovvero cercano proprio lui) è un buon indice di apprezzamento.


  • Moderatore

    @Daniwebmaster said:

    ...Ma in definitiva, google è davvero in grado di capire se un sito piace, oppure ha una percentuale di rimbalzo del 90% ???...
    Anch'io non rispondo direttamente alla tua domanda aperta, faccio solo notare che una frequenza di rimbalzo del 90% non vuole necessariamente dire che l'utente non gradisce. In molti blog è normale, perché l'utente trova il contenuto gli serve e non è interessato a esplorarne altri nel sito.
    Ciao.


  • User Attivo

    Giusta osservazione Federico, capita anche a me di cercare ad esempio "come si chiamano gli abitanti di Caltanissetta".. Poi entro nel sito, in un secondo leggo nisseni ed esco.. Quindi, a conti fatti, l'unico parametro reale grazie al quale google valuta la bontà di un sito, è come dice Sermatica, il numero di ricerche del brand.. E come pensavo, a questo punto decade tutto l'alone di onnipotenza che vedrebbe google in grado di valutare in modo reale e diretto la bontà di un sito nei confronti dell'utenza..


  • Moderatore

    @Daniwebmaster said:

    Giusta osservazione Federico, capita anche a me di cercare ad esempio "come si chiamano gli abitanti di Caltanissetta".. Poi entro nel sito, in un secondo leggo nisseni ed esco.. Quindi, a conti fatti, l'unico parametro reale grazie al quale google valuta la bontà di un sito, è come dice Sermatica, il numero di ricerche del brand.. E come pensavo, a questo punto decade tutto l'alone di onnipotenza che vedrebbe google in grado di valutare in modo reale e diretto la bontà di un sito nei confronti dell'utenza..
    Non salterei troppo in fretta alle conclusioni.

    Le 164 pagine delle istruzioni per i Quality Raters di Google ci dicono chiaramente cosa Google vorrebbe vedere in un sito per giudicarlo di qualità (si potrebbe osservare che "di qualità" e "apprezzato dagli utenti" non siano sinonimi, vabbé).

    I Quality Raters sono individui come noi, non algoritmi. Non convinto tuttavia che i loro feedback siano usati oggi per istruire l'Intelligenza Artificiale di Google Search così che possa emularne le valutazioni.
    Che ci riesca non è dimostrato. Va anche detto poi in alcune SERP tutti i risultati possibili sono spesso porcherie, e qualcosa deve pur mostrare.

    Personalmente penso che curare i nostri siti perché figurino bene agli occhi di un Quality Rater è un investimento anche per gli algoritmi del prossimo futuro.


  • User Attivo

    Sinceramente, anche questa storia dei Quality Raters a me sa tanto di bufala, perché ok, un Quality Raters è un essere umano.. ma questi essere umani non si mettono ad analizzare sito per sito, istruiscono un software affinché lo faccia per loro.. ok, ma allora di cosa stiamo parlando? cosa è cambiato? Chiaramente, siccome non si programmano da soli dietro ogni software ci sono degli esseri umani, è così è dall'alba del web.. Solo che ora, quelli che stanno dietro ai bot google ha deciso di chiamarli Quality Raters, per dargli una rinverdita a livello di brand, come si fa ogni tanto quando si cambia il nome o i colori del logo alla propria azienda, perché faccia più colpo.. ma la minestra rimane la solita, dei bot che scansionano milioni di siti con i soliti algoritmi uguali per tutti. Diciamo quindi, che possiamo tranquillamente concludere che una verifica REALE dell'indice di gradimento di un sito nei confronti dell'utenza NON ESISTE, non è colpa di nessuno, è probabilmente una meta impossibile da raggiungere..


  • Moderatore

    @Daniwebmaster said:

    Sinceramente, anche questa storia dei Quality Raters a me sa tanto di bufala, perché ok, un Quality Raters è un essere umano.. ma questi essere umani non si mettono ad analizzare sito per sito, istruiscono un software affinché lo faccia per loro.. ok, ma allora di cosa stiamo parlando? cosa è cambiato? Chiaramente, siccome non si programmano da soli dietro ogni software ci sono degli esseri umani, è così è dall'alba del web.. Solo che ora, quelli che stanno dietro ai bot google ha deciso di chiamarli Quality Raters, per dargli una rinverdita a livello di brand, come si fa ogni tanto quando si cambia il nome o i colori del logo alla propria azienda, perché faccia più colpo.. ma la minestra rimane la solita, dei bot che scansionano milioni di siti con i soliti algoritmi uguali per tutti. Diciamo quindi, che possiamo tranquillamente concludere che una verifica REALE dell'indice di gradimento di un sito nei confronti dell'utenza NON ESISTE, non è colpa di nessuno, è probabilmente una meta impossibile da raggiungere..
    Forse hai ragione, forse no.
    Non parliamo di algoritmi tradizionali qui, parliamo di reti neurali. E' difficile prevedere come sarà il futuro.

    Le reti neurali sono cose concettualmente abbastanza semplici, eppure già oggi fanno cose straordinarie. Istruire una rete neurale non è "programmare" nel senso tradizionale, è "addestrarle" dando loro degli input e chiedere che ad essi corrispondano i desiderati "output", e per quanto sembri miracoloso a input simili ma non esattamente uguali sono in grado di fornire output spesso straordinariamente sensati.

    Gli stessi ingegneri "tradizionali" tendono a diffidare delle reti neurali, perché è difficilissimo se non impossibile capire cosa produrranno, capire perché reagiscono in un modo particolare. Quando si dice che neanche gli ingegneri di Google sanno cosa c'è dietro alla risposta di un algoritmo, si intende che spesso o l'algoritmo è molto complesso, o nemmeno esiste un "algoritmo" nel senso tradizionale, ci sono sistemi di reti neurali che tarano continuamente le proprie risposte in un modo che è veramente dura riuscire a seguire.

    Le reti neurali - se hanno abbastanza "neuroni" (celle di memoria) e connessioni evolvono apprendendo continuamente.
    Oggi magari producono risultati non soddisfacenti, ma domani chissà.


  • User Attivo

    Caro Federico, il cervello di un solo uomo contiene tanti neuroni quante sono le stelle dell'universo, ed anche così fa un sacco di cazz.. Figuriamoci cosa faranno i quattro neuroni artificiali delle reti di google.. Sarebbe bello avere un web dove un pinco pallino qualsiasi che pubblica un contenuto di qualità, senza bisogno fare seo e comprare link potesse ritrovarsi in prima pagina.. ma la vedo dura, primo perché tecnologicamente non è possibile, secondo perché se anche lo fosse, tanti schifosi interessi che stanno sotto il funzionamento di google come in tutte le altre multinazionali a stellestrisce non lo consentirebbero.. Altrimenti, al posto delle multinazionali che investendo milioni di euro in seo e linkbuilding si COMPRANO i primi posti, ci sarebbe dell'altro. Ad esempio, invece delle pagine diffuse dalle maggiori case farmaceutiche, rischieresti di ritrovarti continuamente tra i piedi quelle del sitarello di un medico omeopata, e loro questo non lo vogliono di sicuro.. 😉 Quelli ci prendono per i fondelli, ma sono tutti d'accordo..


  • User Attivo

    Non so se la situazione sia cambiata ma i "quality raters" ci è detto che sono umani. Nel 2018 Google avrebbe messo sotto contratto 10.000 tra donne e uomini sparsi per il globo per fare ciò. Gli stessi, per compiere la loro missione devono seguire un documento che potete trovare facilmente online.


  • User Attivo

    OK Grifter, ma non è che 10.000 persone, che sembrano tante ma corrispondono alla popolazione di in piccolo e dimenticato comune di campagna, si metteranno a controllare manualmente ed uno per uno i siti di tutto il mondo.. Chiaramente, le diverse opinioni di queste persone saranno immesse in un software, ed andranno a costituire una intelligenza artificiale che opererà comunque attraverso i bot ed i loro algoritmi.. in realtà non è cambiato nulla, hanno semplicemente arricchito la quantità di dati sui quali gira il software del bot.. Tutto qui.. e come al solito si sono lodati e sbrodati per farci credere di aver fatto chissà che grande cosa..


  • Community Manager

    I Quality Rater offrono un giudizio su come stanno lavorando gli algoritmi di Google.

    Quindi il compito è doppio:

    • valutano se quello che valuta Google è corretto
    • aprono a nuovi sviluppi

    Google è in grado perfettamente di sapere alcune cose, altre non le saprà mai e altre ci sta lavorando.

    Quando dici "il cervello di un solo uomo contiene tanti neuroni quante sono le stelle dell'universo, ed anche così fa un sacco di cazz.." noi non abbiamo ancora scoperto come funzionano molte delle cose della mente e chissà se mai lo scopriremo.

    Questo non significa niente però.

    Le cose per valutare la qualità sono molte, alcune le sanno già, altre non le saprano mai e altre ci stanno lavorando.

    Dire che non riesce a farlo vuole dire vedere una cosa in bianco e nero.

    Il problema però è che loro sono già alle prime sfumature di grigio 🙂

    :ciauz:


  • User Attivo

    Scusa Giorgio, ma a me sembra che.. come dicono a Roma.. ci stanno a pià pel culo.. e cercano di farci vedere il nero come se fosse bianco, e viceversa (altro che grigio).. Secondo me, sono prima di tutto trovate pubblicitarie, che servono a dare l'immagine di una multinazionale dinamica e soprattutto più "umana". Mi piacerebbe sapere, aldilà dei loro paroloni, come farà qualche migliaio di persone a soppesare miliardi di valutazioni al minuto che fa l'algoritmo.. per migliaia, se non milioni di argomenti e tematiche differenti.. e poi, per l'adult cos'hanno predisposto, un migliaiaio di quality raters segaioli? Perdona la battutaccia ma cade a fagiolo, e rende l'idea dell'assurdo nel dire "I Quality Rater offrono un giudizio su come stanno lavorando gli algoritmi di google" questo è inverosimile, e mio nonno mi ha insegnato a riconoscere le balle, anche quando a spararle è una multinazionale da miliardi di dollari.


  • Community Manager

    Ovviamente posso sbagliarmi, ci mancherebbe.

    Però nello studio che faccio su Google e sui motori di ricerca in genere, da 17 anni a questa parte, ho un po' il fiuto sulle prese in giro. Ne vedo costantemente, ma non su questa 🙂


  • Moderatore

    Anche a me non sembra poi così strano che google metta dei quality rater umani a vigilare le serp più importanti e che le loro valutazioni possano portare ad aggiustamenti degli algoritmi.
    Nei panni di google 😄 farei esattamente lo stesso.

    Ovviamente non possono vigilare sulla selezione operata dagli algoritmi sui miliardi di pagine in rete, se non a campione, ma a valle di questa, sull'ordinamento delle pagine migliori già eseguito dagli algoritmi nelle varie serp, non vedo perché no.

    Quello che succede veramente non lo sappiamo ma non mi sembra così inverosimile, 10.000 qr nel mondo non sono neanche pochi. Metti che in proporzione possano essere un centinaio in Italia: suddivisi in gruppi per settore di competenza e impegnati a tempo pieno a controllare le serp principali un certo effetto qualitativo potrebbero averlo.


  • User Attivo

    Se non fosse una farsa, potrebbe avere risvolti negativi. I Quality Raters sono 10.000, gli argomenti trattati sul web miliardi, dividerli per settori sarebbe la prima violenza, farli valutare a persone che non hanno competenze specifiche la seconda.. Nell'impossibilità di entrare SERIAMENTE nello specifico di ogni argomento, meglio lasciare lavorare i robot in modo più generico. Ma come dicevo, sono sicuro che il rumore fatto intorno a tale fenomeno non sia minimamente rapportabile all'effettivo impatto che avrà tutto ciò.. e che in primis, quello che cercava google era proprio il rumore.. non dimentichiamo che google monopolizza un media, e sa bene che ogni tanto bisogna uscirsene con qualcosa che abbia un impatto mediatico, e da questa logica commerciale non si salvano neppure gli addetti ai lavori, cioè noi, che veniamo sommersi di balle e finte rivoluzioni dalla mattina alla sera.. 🙂


  • Community Manager

    @Daniwebmaster said:

    Nell'impossibilità di entrare SERIAMENTE nello specifico di ogni argomento, meglio lasciare lavorare i robot in modo più generico.

    Infatti fanno proprio questo: i Quality Rater agiscono a livello generico per offrire feedback sul resto.

    Non è una questione di valutazione solo di argomento, ma di cose che valgono per tanti argomenti, quindi il resto va a cascata su tutte le tipologie di informazioni simili.

    D'altra parte ogni essere umano è diverso no? Poi però i comportamenti della massa sono facilmente prevedibili 🙂

    È la stessa cosa 🙂


  • User Attivo

    Si, ma il feedback lo danno entrando nello specifico.. altrimenti a che servirebbe averli categorizzati per settori (cosa che a me fa venire i brividi). Si ritroveranno quindi a prevedere o valutare gli effetti generati da un determinato algoritmo, ad esempio nel settore "motori", senza avere competenze specifiche di un particolare modello di auto sportiva, o d'epoca, o di come si comportano e cosa piace vedere ai motociclisti più "cattivi" quando visitano il loro sito di moto chopper.. ecc.. ecc.. L'argomento SPECIFICO determina la struttura e la dinamica di ogni singolo sito.. Quindi Giorgio, sta cosa continua a non convincermi, e seguendo questo link troverai un sunto del mio pensiero sui quality raters pbs.twimg.com/media/DyfcIQgX4AApJGq.jpg 🙂