• Super User

    Chi è stato licenziato si trovi qualcosa da fare

    Da repubblica.it

    Il premier invita coloro i quali sono rimasti senza lavoro a seguito della crisi economica a trovarsi qualcosa da fare, insomma, a non stare con le mani in mano!
    Cosa ne pensate?


  • Consiglio Direttivo

    Buon giorno Gaetanuzza.

    La proposta cui fai riferimento mi lascia appena perplesso; pur essendo infatti pienamente condivisibile a livello teorico (è innegabile che anche una persona sprovvista di lavoro dovrà pur trovare i soldi per comprare il cibo, pagare le bollette e il mutuo / l'affitto), essa si scontra con numerosi fattori quantomeno sottostimati nel presente giudizio complessivo.

    Le possibilità di trovare un nuovo lavoro cambiano infatti drammaticamente al variare di chi ha perso un impiego; faccio solo qualche esempio:

    • Giovane lavoratore di call-center al primo impiego.
    • Donna in maternità, magari al terzo lavoro.
    • Metalmeccanico cinquantacinquenne a pochi mesi dalla pensione.
    • Imprenditore in bancarotta.
    • Ragazza da poco emancipatasi dalla casa dei genitori.
    • Disoccupato storico che aveva finalmente trovato un posto.

    Spero non mi si venga a dire che le probabilità di reinserirsi nel mondo del lavoro siano le stesse per tutti; sarebbe un'analisi abbastanza superficiale della situazione socio-economica del Paese.

    C'è poi un'ultima cosa, ma non riguarda il contenuto quanto piuttosto la forma della frase. Ammettendo che sia una citazione di prima mano di cui esiste una documentazione, allora devo dire che trovo davvero bizzarro il tono dell'espressione:

    "trovarsi qualcosa da fare"

    Come se il lavoro fosse solo un hobby con cui riempire noiose giornate tra un party e l'altro; come se si parlasse dei ragazzini che non vanno in vacanza d'estate e devono impiegare il tempo prima di tornare a scuola (magari falciando a pagamento il prato dei vicini più ricchi, in una gestione del rapporto padrone-lavoratore che rasenta - nella sostanza - la schiavitù).

    Che tipo di concezione del lavoro sta dietro ad una sequenza di parole del genere? La giustezza di fondo - quasi l'ovvietà - della frase non viene forse mortificata dalla scelta del verbo, così paternalistico e sbrigativo, semplicistico e (forse) indice di scarsa conoscenza di come funzionano certe cose nella realtà del quotidiano?

    Avrei un po' di opinioni in merito, ma mi fermo qui. Mi piacerebbe prima sentire il parere di altre persone - magari più inserite di me nel mondo del lavoro - tanto sul concetto proposto quanto sul modo di esprimerlo.


  • Super User

    htttp://www.corriere.it/politica/09_marzo_25/berlusconi_licenziati_fiat_pomigliano_959b0474-1976-11de-8031-00144f486ba6.shtml

    Le parole sono virgolettate quindi in teoria sono proprio le sue.

    E' ignobile che egli continui a dire ste cose...questa è peggio di quando ha consigliato ad una ragazza di trovarsi un figlio di Berlusconi e non avrebbe mai avuto problemi :gtsad:
    Parla come se gli italiani che hanno perso il lavoro fossero persone che se ne stanno con le mani in mano...come se anche se non hanno più il lavoro non debbano fare le loro spese quotidiane con fatica. Parla come uno che i soldi ce li ha e se ne frega degli altri, del popolo, del suo popolo in quanto nostro premier.

    Sono amareggiata.


  • User Attivo

    Veramente una frase ignobile, come se chi è stato licenziato voglia rimanere a casa senza lavorare a morire di fame..
    Forse sarebbe meglio che fosse lui a trovare qualcosa di meglio da fare, magari in pensione in una delle sue ville faraoniche..
    Il problema principale è che la gente che è stata licenziata lo voterà ancora!!!