• User Attivo

    Pedagogia Informatica per i Genitori?

    Mi sembra di capire dalle varie discussioni nel forum Pedagogia Informatica che ci sia una convergenza su come risolvere il problema dei pericoli della rete (malware, pedopornografia, adescamento, ...), in sintesi:

    • maggior conoscenza da parte degli adulti della rete Internet
    • educazione dei bambini alla navigazione della rete Internet.
      Il primo punto oggi, almeno in teoria, ha facile soluzione, esistono tantissime scuole d'informatica, le motivazioni per frequentarle sono le domande ed i pericoli dei nostri figli, il datore di lavoro che chiede questo know-how, gli amici che ci segnalano siti di vario genere, le Istituzioni che ci segnalano siti informativi.

    Eppure il gap sull'informatica nelle generazioni dai 30 anni in su è molto alto:? per cui credo che bisogna agire ulteriormente sulla motivazione facendo capire più che i pericoli le potenzialità della rete ed agire sulle modalità d'insegnamento:

    • alle generazioni dell'epoca moderna non piace fare, ma sapere prima che cosa faccio
    • insegnare agli adulti significa tenere conto della loro esperienza, poichè tutti valutiamo ciò che ci viene spiegato in base a quello che sappiamo, (i bambini non lo fanno inizialmente, assorbono perchè non hanno un'esperienza a cui far riferimento), dobbiamo quindi smontare il castello dell'adulto per poi farglielo riassemblare con il nuovo.
      Il secondo punto presuppone che il genitore sia un educatore, fino al 1600 questo era dato per scontato: il suo ruolo, aldilà dei bisogni fisiologici era semplicemente di trasmettergli un mestiere per imitazione ed una eredità.
      Dal 1600 si scopre che il bambino ha una psiche diversa dall'adulto, (in crescita), e soprattutto che l'influenza dei genitori con l'educazione può plasmare un diverso cittadino.
      Dal 1900 in poi con l'avvento della psicologia (Freud, Piaget, ...) si scoprono sempre più i processi che possono determinare i successivi comportamenti di un bambino.
      Ma tutta questa conoscenza sempre più approfondita del ruolo insostituibile dei genitori, (si dice che il carattere ed il comportamento di una persona sia al 90% quello dei suoi genitori!), non ha portato a nessuna scuola per il mestiere di genitore!:bho:

    Io penso quindi che attualmente l'aiuto per diventare un educatore possa essere la psicologia vista come:

    • riscoperta di sè stessi, (pregi e difetti),

    • conoscenza della psicologia dei comportamenti infantili

    • sperimentazione di tecniche di dinamica del singolo
      e la pedagogia vista come:

    • conoscenza dei metodi d'insegnamento

    • sperimentazione di tecniche d'appprendimento.
      Scusate se forse scrivo come un docente, ma lo sono.

    Ciao
    Marcello:ciauz:


  • Super User

    Ciao Marcello,
    non scusarti, al contrario ti ringrazio ancora per i tuoi interventi da cui si evince subito la competenza :).

    Assolutamente daccordo e consapevole di quanto hai scritto, considero un figlio, oltre al resto, la seconda enorme occasione per accogliere (quindi conoscere, comprendere, accettare, trasformare) quella parte fondamentale di noi stessi che abbiamo ereditato da e nutrito dei nostri genitori.

    Forse per una madre è ancora più immediato che per un padre ma gia dal test di gravidanza ti accorgi (o ti puoi accorgere) del conflitto immediato tra cio che senti veramente di fare e quello che ti deriva da famiglia e società.
    Psicologia prima e Pedagogia dopo sono stati gli aiuti fondamentali a cui continuo ad attingere.

    Devo constatare però, che la stessa diffidenza che incontro nei confronti della tecnologia, c'è anche verso la pedagogia.
    A molte altre mamme che sapevano della mia frequentazione settimanale con una pedagogista, ho dovuto spiegare che non avevo un figlio problematico o quanto meno non più di quanto lo fossimo il padre ed io :).

    :ciauz:


  • User Attivo

    @cherryblossom said:

    Devo constatare però, che la stessa diffidenza che incontro nei confronti della tecnologia, c'è anche verso la pedagogia.
    A molte altre mamme che sapevano della mia frequentazione settimanale con una pedagogista, ho dovuto spiegare che non avevo un figlio problematico o quanto meno non più di quanto lo fossimo il padre ed io :).

    :ciauz:

    Credo che ancora una volta sia un fatto di pregiudizi generazionali, creato dalle abitudini, in quanto se finora per educare i figli era ritenuto sufficiente aver avuto dei genitori (i modelli), è chiaro che andare dal pedagogista significa dire pubblicamente non sono capace di fare il genitore, perchè i miei genitori non mi hanno insegnato tutte le risposte!

    Peggio ancora se guardiamo alla psicologia, considerata fino a ieri la scienza per curare i pazzi,:x oggi con i film tipo quelli di Verdone ci si è accorti che contro lo stress moderno non basta un cynar, a parte gli scherzi anche io ho considerato per lungo tempo la psicologia una scienza inutile e a volte dannosa perchè evidenziava la causa del tuo malessere, ma non la curava oppure ti diceva cose che un buon amico, un educatore sapeva dirti.
    Ma poi sono stato costretto a frequentare una psicologa per capire meglio i miei figli, ecco la motivazione potente come l'amore per i figli permette di avvicinarsi al nuovo e tentare di conoscerlo,:surprised: dopo se si è apprezzato lo si divulgherà anche se in quel momento si è considerati dei diversi.

    Marcello:ciauz:


  • User

    In questo periodo con mia moglie stiamo pensando di avere il primo bambino per cui discussione come questa catturano tutta la mia attenzione.
    Concordo con i concetti espressi in precedenza circa l'importanza di approfondire molti aspetti nella preparazione tecnica e psicologica di una persona chiamata al sempre piu' difficile ruolo di genitore considerando l'importanza che questa figura ha nella formazione dell'uomo di domani e la societa' di oggi, la quale propone modelli di comportamento per i quali l'individuo a qualunque eta' e' invitato ad aderire al piu' bievo e retrivo egoismo, per cui i piu' consiedrano un bambino un peso che impedisce loro di fare cio' che hanno nella loro testa.
    Con riferimento all'informatica penso che occorra insegnare ai genitori che istallare un PC nella stanza di un loro figlio e non prestare alcuna attenzione all'attivita' svolta da ques'ultimo sulla rete, equivale a lasciare il portone di casa propria aperto.
    I genitori capirebbero che i pericoli connessi alla seconda situazione sono una minima parte di quelli lagati alla prima e' avrebbero la spinta emozionale necessaria epr approfondire, studiare, conoscere e provvedere.
    Circa il ruolo di genitori nella nostra societa' dominata dalla tecnologia e da media che pompano e vendono come "must" tutti i principi e i comportamenti da cui ci si dovrebbe sforzare di tenere lontani i propri figli, penso che occorra molta attenzione e dedizione al ruolo di educatore per far si che si possano dare ai propri figli gli elementi necessari affinche' essi siano coscienze critiche capaci di autonomi processi di scelta e giudizio.
    Non e' facile, lo so e me ne rendo conto, ma certo mettere al mondo i propri figli e abbandonarli o dai nonni, o davanti alla tv, o da baby - sitter, solo perche', egoisticamente, si vuole pensare alle proprie vite, e' il modo migliore per allontanarli da se' e perdere qualsiasi parvenza di possibilita' di stabilire con essi un rapporto positivo.


  • Super User

    @Fortunato said:

    In questo periodo con mia moglie stiamo pensando di avere il primo bambino per cui discussione come questa catturano tutta la mia attenzione.

    Ciao Fortunato,
    prima di tutto, in bocca al lupo per questo vostro meraviglioso pensiero :sun: e grazie di averci portato la tua esperienza in questa Sezione.

    Sono temi di cui non mi stancherei mai di parlare, anche perchè la mia personale esperienza -in questi anni di maternità- si è seriamente arricchita, proprio attraverso lo scambio ed il sostegno di altri genitori, conosciuti in rete.

    Continuo a riconoscere che -quello del genitore- è un ruolo davvero impegnativo. In passato ne avevo previsto e scelto la bellezza e la fatica ma non ne avevo sperimentato la continuità e durata, che è quello che cambia e stravolge tutti i calcoli o comunque ogni aspettativa.
    Ci vuole impegno, ci vuole presenza, ci vuole anche tanto equilibrio; a mio parere, ci vuole tanto coraggio per vivere tutto e più che altro con la massima allegria.

    Ho ancora difficoltà a comprendere come si possa ragionare e scegliere tra pensare ai figli o pensare alla propria vita; sono la stessa cosa.
    Credo la scelta sia tra pensare alla propria vita reale, concreta (con o senza figli) o restare attaccato ad un passato che non esiste più e volerlo prolungare.

    Così con la tecnologia; snobbarla o vietarla/evitarla, secondo me, equivale a lasciar soli e impreparati i nostri figli. Perchè la realtà è questa ed è appunto una realtà tecnologica.
    :ciauz:


  • User

    @cherryblossom said:

    Ho ancora difficoltà a comprendere come si possa ragionare e scegliere tra pensare ai figli o pensare alla propria vita; sono la stessa cosa.
    Credo la scelta sia tra pensare alla propria vita reale, concreta (con o senza figli) o restare attaccato ad un passato che non esiste più e volerlo prolungare.

    Quoto appieno questo ultimo pensiero,, atteggiamento determinato da un egoismo infinito.
    Penso, inoltre, che la tecnologia non puo', ormai, essere snobbata per nessun motivo e in nessun campo.