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    Maturità Italiano: Social Network, Intenet, Media

    Ieri è apparsa questa traccia per la maturità d'italiano:

    [LEFT]4. AMBITO TECNICO - SCIENTIFICO[/LEFT]

    ARGOMENTO:
    [LEFT]Social Network, Internet, New Media.
    [LEFT]«Immagino che qualcuno potrebbe dire: ?Perché non mi lasciate da solo? Non voglio far parte della vostra Internet, della
    vostra civiltà tecnologica, o della vostra società in rete! Voglio solo vivere la mia vita!? Bene, se questa è la vostra
    posizione, ho delle brutte notizie per voi. Se non vi occuperete delle reti, in ogni caso saranno le reti ad occuparsi di voi.
    Se avete intenzione di vivere nella società, in questa epoca e in questo posto, dovrete fare i conti con la società in rete.
    Perché viviamo nella Galassia Internet.»
    M. C[/LEFT]
    [/LEFT]
    [LEFT]ASTELLS¸ Galassia Internet, trad. it., Milano 20072:bho:

    [LEFT]«C?è una mutazione in atto ed ha a che fare con la componente ?partecipativa? che passa attraverso i media. Quelli nuovi
    caratterizzati dai linguaggi dell?interattività, da dinamiche immersive e grammatiche connettive. [...] Questa mutazione
    sta mettendo in discussione i rapporti consolidati tra produzione e consumo, con ricadute quindi sulle forme e i linguaggi
    dell?abitare il nostro tempo. Questo processo incide infatti non solo sulle produzioni culturali, ma anche sulle forme della
    politica, sulle dinamiche di mercato, sui processi educativi, ecc. [...] D?altra parte la crescita esponenziale di adesione al
    social network ha consentito di sperimentare le forme partecipative attorno a condivisione di informazioni e pratiche di
    intrattenimento, moltiplicando ed innovando le occasioni di produzione e riproduzione del capitale sociale.»
    G. B[/LEFT]
    [/LEFT]
    [LEFT]OCCIA ARTIERI, Le culture partecipative dei media. Una introduzione a Henry Jenkins, Prefazione a
    [LEFT]H. J[/LEFT]
    [/LEFT]
    [LEFT]ENKINS, Fan, Blogger e Videogamers. L?emergere delle culture partecipative nell?era digitale, Milano 2008:o

    [LEFT]«Ciò che conosciamo, il modo in cui conosciamo, quello che pensiamo del mondo e il modo in cui riusciamo a
    immaginarlo sono cruciali per la libertà individuale e la partecipazione politica. Il fatto che oggi così tanta gente possa
    parlare, e che si stia raggruppando in reti di citazione reciproca, come la blogosfera, fa sì che per ogni individuo sia più
    facile farsi ascoltare ed entrare in una vera conversazione pubblica. Al contempo, sulla Rete ci sono un sacco di
    sciocchezze. Ma incontrare queste assurdità è positivo. Ci insegna a essere scettici, a cercare riferimenti incrociati e più
    in generale a trovare da soli ciò che ci serve. La ricerca di fonti differenti è un?attività molto più coinvolgente e autonoma
    rispetto alla ricerca della risposta da parte di un?autorità.»
    Y. B[/LEFT]
    [/LEFT]
    [LEFT]ENKLER, Intervista del 10 maggio 2007, in omniacommunia.org🙂

    [LEFT]«Siamo in uno stato di connessione permanente e questo è terribilmente interessante e affascinante. È una specie di
    riedizione del mito di Zeus Panopticon che sapeva in ogni momento dove era nel mondo, ma ha insito in sé un grande
    problema che cela un grave pericolo: dove inizia il nostro potere di connessione inizia il pericolo sulla nostra libertà
    individuale. Oggi con la tecnologia cellulare è possibile controllare chiunque, sapere con chi parla, dove si trova, come si
    sposta. Mi viene in mente Victor Hugo che chiamava tomba l?occhio di Dio da cui Caino il grande peccatore non poteva
    fuggire. Ecco questo è il grande pericolo insito nella tecnologia, quello di creare un grande occhio che seppellisca l?uomo
    e la sua creatività sotto il suo controllo. [...] Come Zeus disse a Narciso ?guardati da te stesso!? questa frase suona bene
    in questa fase della storia dell?uomo.»
    D. [/LEFT]
    [/LEFT]
    [LEFT]DE KERCKHOVE, Alla ricerca dell?intelligenza connettiva, Intervento tenuto nel Convegno Internazionale
    [LEFT]?Professione Giornalista: Nuovi Media, Nuova Informazione? ? Novembre 2001:?[/LEFT]

    [LEFT]«Agli anziani le banche non sono mai piaciute un granché. Le hanno sempre guardate col cipiglio di chi pensa che invece
    che aumentare, in banca i risparmi si dissolvono e poi quando vai a chiederli non ci sono più. [...] È per una curiosa
    forma di contrappasso che ora sono proprio gli anziani, e non i loro risparmi, a finire dentro una banca, archiviati come
    conti correnti. Si chiama ?banca della memoria? ed è un sito internet [...] che archivia esperienze di vita raccontate nel
    formato della videointervista da donne e uomini nati prima del 1940. [...] È una sorta di ?YouTube? della terza età.»
    A. B[/LEFT]
    [/LEFT]
    [LEFT]AJANI, «YouTube» della terza età, in ?Il Sole 24 ORE?, 7 dicembre 2008:bigsmile:

    [LEFT]Che ne pensate?[/LEFT]

    [LEFT]Marcello:ciauz:[/LEFT]

    [/LEFT]


  • Super User

    « Il Social NetWork[...] come concetto cruciale per una forma emergente di "democrazia virtuale" capace di andare oltre le attuali esistenti forme di collegamento tra le persone:

    • la rete comune di ogni individuo composta di "amici" di al più una dozzina di persone,

    • le ramificazioni locali derivanti da grandi associazioni come i partiti o le squadre sportive, la religione e movimenti culturali, oppure quelle legate alla parentela o a tradizioni etiche ad essa collegate, che arrivano a coinvolgere generalmente un centinaio di persone.

    • La cosiddetta "regola dei 150" di Dunbar](http://www.giorgiotave.it/wikigt/os/Numero_di_Dumbar), sostiene che la consistenza di una reale rete sociale è limitata a circa 150 membri.
      Questo numero corrisponde all'ideale concetto antropologico della dimensione massima di un villaggio, oggi riferibile alla sfera di contatti sociali che ognuno di noi alimenta attorno a sé nel proprio interagire con la realtà quotidiana.
      Qualcuno sostiene (psicologia evoluzionista) che il numero di 150 possa apparire come un limite alla capacità media delle persone di interagire con membri del gruppo o villaggio mantenendo per ognuno di essi una traccia dei vari avvenimenti emotivi dati dai rapporti interpersonali.

    • Gruppi che presentino numeri di componenti decisamente maggiori a 150 tendono a consentire, ed anzi facilitare, l'adesione ed il prosperare di scrocconi, bugiardi ed ingannatori, più o meno celati, in quanto si riduce sino a cessare la capacità di mantenere tra ogni componente traccia dei rapporti umani ed emotivi quotidiani, dando spazio a "presenze anonime" ed in quanto tali potenziali approfittatori dei beni del Gruppo.

    La versione Internet del Social NetWork [...] forma evoluta di comunicazione e condivisione in rete, ed uno strumento capace di andare oltre la "regola dei 150", pur riconfermandola alla base.

    Il **Social NetWork **[...], consentendo e facilitando le relazioni sociali che migliaia di utenti tesseranno in essa ogni giorno nei modi più o meno casuali ed in differenti ambiti ed argomenti, lo farà seguendo la traccia della "regola dei 150 di Dunbar", facilitando ed anzi stimolando cioè la formazione di Gruppi specifici; piccole comunità virtuali come ecovillaggi che abbiano in ogni momento la possibilità di interagire con i componenti del *villaggio virtuale *vicino. »

    GiorgioTave; *Perchè il social network giorgiotave 🙂

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