• User Newbie

    Autocostruzione

    Il mondo è cambiato.
    Dibbiamo riappropiarci di antiche consuetudini e comportamenti che, prima della differenziata del solare, delle onlus ecc., erano di per se rispettosi della natura, delle persone e degli esseri viventi in genere.
    Io identifico questo con una parola "sobrietà".
    La si può applicare a qualsiasi cosa, io la applico alla casa, meglio, alla così detta prima casa.
    Detto questo, cos'è l'autocostruzione? E' costruire la propria casa con le nostre mani. Ci sono adempimenti e regole da rispettare, tanta sobrietà, solidarietà e tanto lavoro manuale.
    Non si parla di singole case, ovviamente, ma di un gruppo di individui (single, famiglie, ecc.) che si mettono insieme per realizzare una serie di unità abitative, nei ritagli di tempo libero dal lavoro o incombenze primarie simili. E' un impegno gravoso sia fisicamente sia mentalmente, ma che da diverse soddisfazioni, non ultimo il risparmio di parecchi soldini. Forse è per questo che non è molto ben visto dalle Amministrazioni, dai costruttori, dagli speculatori e dai professionisti.
    Non sono un esperto in materia, solo un semplice, vecchio professionista con qualche "fissa" di troppo.
    Se vi interessa possiamo parlarne.
    ciao


  • Consiglio Direttivo

    Certo che possiamo parlarne!
    Ciao gianniepinotto e Benvenuto nel Forum Gt.

    Dobbiamo riappropriarci di vecchie consuetudini e comportamenti?

    La vedo difficile per svariati motivi:

    tolta l'edilizia spontanea autocostruita ed abusiva che ha portato alla cementificazione delle nostre città, campagne, coste e montagne, non mi sembra di ricordare esperienze positive in merito all'autocostruzione.

    Inoltre, con le leggi attuali (antisismiche, di conformità degli impianti, sulla bioclimatica ed il risparmio energetico, ecc) i lavori che possono essere fatti "in economia" sono veramente pochi, e di impatto economico trascurabile. Puoi montare le porte o posare le maioliche, ma non potrai di certo preparare le carpenterie, gettare, disarmare, realizzare gli impianti, ecc.
    Non si possono di certo più realizzare edifici in blocchetti di tufo o cellublock come si faceva una volta.

    Io sono del parere opposto; massima industrializzazione e specializzazione nei processi costruttivi. 🙂


  • User Newbie

    Grazie per il benvenuto e ricambio i saluti.

    Incominciamo a dire che l'autocostruzione non è edilizia abusiva.
    Ci sono regole precise e diversi attori che concorrono al buon esito dell'edificazione di edifici perfettamente in regola con norme e leggi locali e nazionali.
    In poche parole, un po' semplicistiche, la procedura è:

    • una Pubblica Amministrazione (Sindaco ecc.) che conceda in uso di superfice un proprio terreno, individuata come area PEEP,
    • un gruppo di persone che abbiano volontà di costruirsi la casa (con i requisiti necessari: reddito ecc.),
    • un moderatore,
    • i tecnici necessari per la progettazione, la direzione lavori e collaudi delle varie fasi.
      Tolto il costo del terreno, che incide e non poco, degli oneri e dell'impresa (limitate a quelle minime opere come lo scavo) e diluiti i costi di parcelle (su più unità tutte uguali), si abbattono notevolmente i costi pur realizzando case ottime e perfettamente conformi. Ci sono diversi risultati che si possono raggiungere quello che ritengo più importante è di dare case a chi non può permetterselo, nemmeno in affitto, senza costi, o limitati alle opere di urbanizzazioni, per la P.A.
      Non ho niente contro l'industrializzazione e specializzazione, l'autocostruzione è un'altra cosa, ovviamente non si possono costruire palazzi ma semplici agglomerati di edifici (questo non vuole dire che debbano essere brutti o anonimi!).

  • Consiglio Direttivo

    Ok... è una forma di edilizia sovvenzionata. Già l'eliminazione dell'incidenza del costo del terreno ed, immagino, degli oneri concessori, concedendo il diritto di superficie porta ad un bel risparmio. Concordo quindi sugli aspetti "filosofico-sociali-etici".

    Mi permangono dubbi sugli aspetti tecnici.
    Ok alla presenza dei tecnici (Progettista, Direttore dei Lavori, Collaudatore, ecc) ed al moderatore, che immagino sia una sorta di capocantiere.

    Unica cosa che non capisco, come possono persone non qualificate eseguire opere di una certa complessità tecnica e per le quali la legge prescrive il possesso di requisiti minimi? Chi certifica le strutture? Gli impianti?

    Non credo che la casalinga muratrice improvvisata possa allestire le casseforme, disporre i ferri, gettare, disarmare, realizzare i solai, la copertura, gli impianti elettrici, ecc.

    Poi, quale professionista si prenderebbe la responsabilità di fare il Direttore dei Lavori o il Coordinatore della sicurezza in un cantiere di questo tipo?

    Non è più semplice la classica edilizia economica e popolare, la cui costruzione e gestione è demandata al pubblico?


  • User Newbie

    Come si sa niente è facile, ma niente è impossibile.
    Credo non bisogna sottovalutare le capacità delle donne, poi potrebbero avere un compagno, un marito, dei figli, amici ... ho visto professori universitari costruire di tutto, donne sistemare casa in tuta di lavoro ...
    Certo servono manualità, volontà e un po' di incoscenza. Il nemico numero 1 è la burocrazia, se poi c'è un Assessore architetto o costruttore si potrebbe trovare anche dell'altro oltre la burocrazia.
    Chi si mette in quest'avventura, lo fa con molta serietà, molta di più di tante imprese, ci mette molto impegno ha desiderio di imparare, molto di più di tanti artigiani. Per questo il lavoro dei professionisti è, sembrerà paradossale, più facile e coinvolgente anche in tema di sicurezza. Vale l'assioma: sto costruendo casa mia, non mi va di barare con i materiali, né, tanto meno, non mi va di lasciarci la pelle.
    Per finire, l'autocostruzione non può sostituire l'impegno pubblico di costruire alloggi sovvenzionati, soprattutto nelle grandi città, ma, soprattutto nei piccoli centri, può aiutare a dare un alloggio a chi non se lo può permettere, e che non ha o non vuole avere i requisiti per l'"housing sociale", a basso costo anche per le casse comunali.