• User Attivo

    :-( Non abbiamo più scampo, il virus J. Edwards ha invaso i nostri pc: si bruceranno

    Avete mai fatto leva sulla paura per attirare i vostri utenti? 😄

    Dai sermoni medievali ad Hitler, dai genitori che fanno raccomandazioni ai bambini alle campagne dei politici, dalle società di assicurazioni ai medici che vogliono che le loro prescrizioni vengano seguite... beh, non sono in pochi a far uso di questa emozione 😮 .

    1. Sarebbe interessante esaminare assieme siti che in qualche modo sfruttano questo stato, attuale o potenziale, dell'individuo... chissà che non ne esca fuori qualcosa di interessante 🙂
      Banner, contenuti, descrizioni, immagini, layout... insomma tutto ciò che, incutendo paure, spinge l'individuo (lo spingerà?) a compiere determinate azioni.

    2. Immaginate di volere spaventare le persone per indurre a cambiare opinione su un dato argomento. Secondo voi sarebbe più efficace una dose minima di paura oppure dovreste cercare di spaventarle a morte?


  • Moderatore

    @Calogero Dimino said:

    Avete mai fatto leva sulla paura per attirare i vostri utenti? 😄

    Mai... 🙂

    @Calogero Dimino said:

    1. Immaginate di volere spaventare le persone per indurre a cambiare opinione su un dato argomento. Secondo voi sarebbe più efficace una dose minima di paura oppure dovreste cercare di spaventarle a morte?

    Penso sia meglio dargli a poco poco dosi più grandi di paura... :D:D:D

    In fondo può essere vista come paura anche quella dei **saldi: **durano poco tempo e, quindi, spingi l'utente ad acquistare subito per paura che, se non lo farà, possa restare senza una cosa che la pubblicità gli ha fatto credere che per lui sia importante... 🙂


  • User Attivo

    L'angoscia per la percezione del tempo che scorre verso un termine ultimo oltre il quale un'azione sarà impossibile, e la percezione quindi di "ineluttabile" impossibilità di soddisfare un bisogno sono strumenti molto ultizzati dalla pubblicità. in questo senso tutte le offerte a tempo o a esaurimento scorte, o a saldo fanno leva proprio su questo.
    Credo sia però importante comprendere come, essendo questo un attegiamento emotivo, ha breve durata, quindi immagino che debba essere associato a una procedura di acquisto molto rapida e con poche scelte da compiere in modo da non "stimolare" la mente razionale.
    Credo però che utilizzare questi sistemi non sia molto etico o evolutivo per i consumatori.
    In effetti poi a pensarci questo meccanismo viene costantemente sfruttato dal "marketing politico"


  • User Attivo

    @sitionweb said:

    In fondo può essere vista come paura anche quella dei **saldi: **durano poco tempo e, quindi, spingi l'utente ad acquistare subito per paura che, se non lo farà, possa restare senza una cosa che la pubblicità gli ha fatto credere che per lui sia importante... 🙂

    E non diamo sempre la colpa alla pubblicità! 🙂

    Senza andare OT, il saldo non necessariamente sfrutta la leva della paura, anzi.

    Moltissime persone comprano cose inutili solo perché hanno la percezione che costino poco e siano un affare (quindi è una leva positiva).

    Percezione che viene rafforzata nei saldi da due componenti (questa volta negative):

    • scarsità delle risorse, perché c'è solo un pezzo della taglia e del colore che mi piace;
    • costrizione temporale, infatti i saldi non ci sono tempo e più passa meno affari ci sono.

    E tanto per andare OT su OT a proposito dell'idea di scarsità, anche molti negozi di alta moda ormai prendono solo 2, 3 copie di capi esclusivi e ti dicono "vieni che ti faccio vedere una giacca che abbiamo fuori dalla vetrina solo per i clienti" 🙂


  • User Attivo

    @Calogero Dimino said:

    1. Immaginate di volere spaventare le persone per indurre a cambiare opinione su un dato argomento. Secondo voi sarebbe più efficace una dose minima di paura oppure dovreste cercare di spaventarle a morte?

    Le variabili di solito sono 2:

    • quanto l'utente crede realmente verificabile l'evento negativo
    • quanto sarebbe la sua perdita in caso tale evento si verificasse.

    Si conbinano in questo modo (va da se che sono esempi triviali):

    Es.1
    la multa del divieto di sosta è 30 euro (poco) ma vedo il vigile a 20 metri ------> non parcheggio.

    Es. 2
    per eccesso di velocità mi tolgono la patente e 1000 euro di multa, ma sono su un tratto di strada dove non c'è nessuno né gli autovelox --------> vado tranquillamente veloce senza preoccuparmi

    L'intera idea dell'assicurazione si basa proprio su una grossa perdita che potrebbe verificarsi, ad esempio.


  • Moderatore

    @piernicola said:

    Moltissime persone comprano cose inutili solo perché hanno la percezione che costino poco e siano un affare (quindi è una leva positiva).

    Ma in questo caso è come fosse una paura di perdere l'affare... 🙂


  • User Attivo

    @sitionweb said:

    Ma in questo caso è come fosse una paura di perdere l'affare... 🙂

    Allora, se la metti così ogni tipo di motivazione può essere anche quella opposta.

    Avere/non avere soldi; fare/non fare un affare (perdonatemi il gioco di parole 🙂 ), etc...

    Il criterio che viene solitamente utilizzato per trarre la distinzione è la posizione (quella che si definisce "bias") dalla quale parte l'individuo in una decisione.

    Es1. tutti mi ritengono brutto perché sono vestito male, devo fare shopping -> bias negativo

    Es12. che bello ci sono i saldi, andiamo a fare shopping -> bias positivo

    Se poi volessimo andare a scavare in condizionamenti sociali, desiderio di approvazione e cose simili, si potrebbe anche approfondire.... ma sarebbe un pò come parlare del sesso degli angeli.


  • Super User

    Io ho usato la paura con delle landing per servizi di privacy.

    A dire il vero ho testato tre landing: una molto blanda, si invitava ad acquistare il servizio con testi acqua di rose, una media e una terrificante in cui venivano sbattuti in faccia all'utente tutti i rischi (e qualcosa di più) che correva l'utente non rispettanto la legge.

    Quale ha avuto più conversioni? Non ci credevo ma la terza! Ha sbaragliato letteralmente le altre e nessun nuovo cliente si è poi mai lamentato dei toni.

    Ma può essere solo un caso.

    :ciauz:


  • User Attivo

    Secondo me, correggetemi se sbaglio, una politica di questo tipo la sta usando un noto antivirus.

    Quest'ultimo spedisce una mail che invita a provare il loro servizio on-line scrivendo nell'oggetto :"Sei assolutamente certo che I tuoi PC non siano infetti?"

    e nel corpo della mail evidenziano che nel computer potrebbero esserci programmi dannosi non rilevati dall'attuale antivirus usato.

    Tutto ciò secondo me infonde in chi legge, soprattutto nei poco esperti, un certo timore....


  • Super User

    @Calogero Dimino said:

    1. Sarebbe interessante esaminare assieme siti che in qualche modo sfruttano questo stato, attuale o potenziale, dell'individuo... chissà che non ne esca fuori qualcosa di interessante 🙂
      Banner, contenuti, descrizioni, immagini, layout... insomma tutto ciò che, incutendo paure, spinge l'individuo (lo spingerà?) a compiere determinate azioni.
    2. Immaginate di volere spaventare le persone per indurre a cambiare opinione su un dato argomento. Secondo voi sarebbe più efficace una dose minima di paura oppure dovreste cercare di spaventarle a morte?

    Non ho mai usato strategie del terrore per stimolare qualche comportamento, ma evidenziare certi aspetti di scadenza = pericolo, in certi ambiti puo' servire (tipo il termine ultimo per presentare il dps - documento programmativo della sicurezza ..)
    oppure nel settore di antivirus o sistemi di sicurezza relativi a carte di credito e affini.
    magari non spaventerei a morte i miei clienti
    ma un po' di sana strizza.. congiuntamente a una grossa dose di informazioni rassicuranti. del tipo "se non fai così rischi questo perchè bla bla bla.."

    interessante ma completamente diversa la questione dei saldi o delle offerte a tempo: ho paura di perdere l'affare...

    forse pero' calogero pensava ad altro? hai qualche esempio in mente?


  • User Attivo

    La leva della paura, comporta anche un importante fattore:
    il non cambiamento da parte dell'individuo.

    Se io ho vendo un software-anti virus, e mando una mail a tutti i miei clienti, riguardanti una news in cui si dice che vi sono dei fortissimi virus, e gli faccio capire che con il mio software stanno bene e sopratutto con gli altri si, che devono avere paura, i miei clienti non cambieranno perchè la paura come in molti altri casi ben più eclatanti, costringe l'individuo(inconsciamente) ad avere paura del cambiamento, di cambiare!

    Questo semplice caso accade anche in forme molto più estese addirittura ad intere popolazioni, dove il mettere paura(sotto una diversa forma, dire che c'è pericolo, ma incitare a stare a testa alta ed a stare tutti uniti), comporta la volontà delle persone a stare uniti a non cambiare.


  • User Attivo

    @Hotshot said:

    La leva della paura, comporta anche un importante fattore:
    il non cambiamento da parte dell'individuo.

    Mmmm... posso non essere d'accordo? 🙂

    La leva negativa (che nel mio lavoro non mi piace usare, comunque) è una fonte potentissima di cambiamento, altroché!

    Ti cito solo alcuni esempi:

    • il papà che smette di fumare quando il bimbo gli dice: "papà, se fumi muori..";
    • la persona che inizia a fare sport dopo l'infarto:
      -etc..

    Semmai ciò che può essere rilevante è lavorare sulla percezione delle soglie di cui parlavo nei messaggi precedenti anche quando l'evento negativo è solo prospettato e non presente.

    Che poi una delle caratteristiche (anche fisiche:)) più presenti sia l'inerzia è un discorso a parte....


  • User Attivo

    @piernicola said:

    Mmmm... posso non essere d'accordo? 🙂
    Ovvio! 😄
    @piernicola said:

    Ti cito solo alcuni esempi:

    • il papà che smette di fumare quando il bimbo gli dice: "papà, se fumi muori..";
    • la persona che inizia a fare sport dopo l'infarto:
      -etc..

    Ma queste sono "paure" reali, una persona fa una determinata azione perchè sente in maniera individuale un tal bisogno.
    Ed inoltre il cambiamento della persona è dato dal fatto che sì il cambiamento porta a una risoluzione del problema, quindi non spinto solo dalla paura.

    Anch'io ti voglio citare un esempio(IMHO):
    Pensiamo al popolo americano, durante le elezioni, doveva scegliere se cambiare oppure no.
    Perchè ha scelto di non cambiare?
    Forse, anche perchè aveva "paura" che le cose andassero peggio.

    L'individuo quando sente paura preferisce appoggiarsi su quella sicurezza che già ha, o che ha avuto in precedenza.

    Ciao 😄


  • User Attivo

    @Hotshot said:

    Ma queste sono "paure" reali, una persona fa una determinata azione perchè sente in maniera individuale un tal bisogno.
    Ed inoltre il cambiamento della persona è dato dal fatto che sì il cambiamento porta a una risoluzione del problema, quindi non spinto solo dalla paura.

    Gli esempi che ho citato non sono di paure reali, in quanto la paura, per definizione, è una "intensa emozione derivata dalla percezione di un pericolo, reale o supposto" (virgolette tratte da wikipedia).

    Quindi una paura "vera" non esiste, può solo essere più o meno ragionevole in base al set di dati che si prendono in considerazione.

    Es.
    Vedo un serpente -> Paura
    Mi accordo che è dietro un vetro -> diminuisce la paura
    Guardo con attenzione e mi accorgo che la teca è aperta -> Paura

    Immettendo o togliendo dati cambia la reazione emotiva, e poi magari il serpente è di gomma 😉

    @Hotshot said:

    Anch'io ti voglio citare un esempio(IMHO):
    Pensiamo al popolo americano, durante le elezioni, doveva scegliere se cambiare oppure no.
    Perchè ha scelto di non cambiare?
    Forse, anche perchè aveva "paura" che le cose andassero peggio.

    Beh... qui ci sono troppe [url=http://en.wikipedia.org/wiki/Interpersonal_communication]letture di pensiero di fila.

    In realtà nè io e nè tu possiamo sapere con precisione perché Mr. John Smith quando era nell'urna ha scelto di votare una persona o l'altra.

    E la tua idea è solo una delle molteplici possibili interpretazioni.

    Es.
    Io ritengo che gli americani siano sostanzialmente guerrafondai 🙂
    Mio fratello ritiene che Kerry fosse troppo XXX
    E potremmo continuare all'infinito...

    L'individuo quando sente paura preferisce appoggiarsi su quella sicurezza che già ha, o che ha avuto in precedenza.

    Ciao 😄

    D'accordo al 100%.

    Solo che non è una questione di paura quanto di semplice inerzia.

    Il nostro focus in questa discussione è se e come è possibile utilizzare la paura per motivare le persone a compiere una azione.

    Ed anche volendoti far felice ed assumendo che le persone siano in una condizione di inerzia per paura, resta il fatto che basta prospettare loro una molto più grande per smuoverli 😉

    Ci sono fior fiore di schemi terapeutici che, infatti, si basano proprio su questo protocollo:
    a) Decidi un cambiamento che vuoi compiere:
    b) che cosa ti succederà se non cambi? AMPLIFICA il dolore
    c) Collega il dolore alla situazione di "stasi" attuale o al comportamento negativo da eliminare
    d) Crea una direzione alternativa POSITIVA
    e) Associa piacere alla azione (o non azione) da svolgere.

    Un protocollo di questo tipo (con le dovute modifiche ed abilità.... insomma.... bisogna saperlo fare :2: viene utilizzato con successo per smettere di fumare, eliminare addictions, etc..

    Andrà anche bene per azioni molto meno complesse come comprare un antivirus, no?

    Ma soprattutto, come si può utilizzare questo semplice schemino che ho fatto al volo per applicarlo ad una landing page? 😄 😄


  • Moderatore

    @Calogero Dimino said:

    Avete mai fatto leva sulla paura per attirare i vostri utenti? 😄
    L'Influenza Aviara: una delle più grandi operazioni di marketing che fa leva sulla paura mai realizzate. Scusate il tono polemico..


  • User Attivo

    @piernicola said:

    Gli esempi che ho citato non sono di paure reali, in quanto la paura, per definizione, è una "intensa emozione derivata dalla percezione di un pericolo, reale o supposto" (virgolette tratte da wikipedia).

    Quindi una paura "vera" non esiste, può solo essere più o meno ragionevole in base al set di dati che si prendono in considerazione.

    Es.
    Vedo un serpente -> Paura
    Mi accordo che è dietro un vetro -> diminuisce la paura
    Guardo con attenzione e mi accorgo che la teca è aperta -> Paura

    Immettendo o togliendo dati cambia la reazione emotiva, e poi magari il serpente è di gomma 😉

    Beh quindi, penso che non centra nemmeno la paura con gli esempi che precedentemente hai citato, riguardanti i comportamenti di un fumatore,
    se ho capito invece male il tuo pensiero, dimmi, dimmi 😄

    @piernicola said:

    Beh... qui ci sono troppe [url=http://en.wikipedia.org/wiki/Interpersonal_communication]letture di pensiero di fila.

    In realtà nè io e nè tu possiamo sapere con precisione perché Mr. John Smith quando era nell'urna ha scelto di votare una persona o l'altra.

    E la tua idea è solo una delle molteplici possibili interpretazioni.

    Beh, il mio è un pensiero, ma non si può negare che la comunicazione di massa, che trasmette un sentimento di paura, in questo caso non abbia avuto alcuna minima relazione con il comportamento finale della massa(in percentuale).

    Beh, guardiamo anche in Italia, anche alle nostre elezioni il centro destra, ha fatto una campagna di comunicazione che incrementava la paura verso il cambiamento, e anche se poi la Sinistra ha vinto,
    ha vinto di poco.... quindi penso che anche in questo caso questa comunicazione è riuscita in parte ha far ripensare ad una bella percentuale di persone a non cambiare.

    E' un mio modestissimo parere, di cui però ne sono convinto 😄
    Ciao!


  • User Attivo

    @Hotshot said:

    Beh quindi, penso che non centra nemmeno la paura con gli esempi che precedentemente hai citato, riguardanti i comportamenti di un fumatore,
    se ho capito invece male il tuo pensiero, dimmi, dimmi 😄

    Non ho detto che la mia paura era meglio della tua 😄

    Volevo solo farti capire che non si parla di realtà ma di percezione....


  • User Attivo

    @piernicola said:

    Non ho detto che la mia paura era meglio della tua 😄
    Absolutely Idem 😄


  • ModSenior

    @Calogero Dimino said:

    1. Sarebbe interessante esaminare assieme siti che in qualche modo sfruttano questo stato, attuale o potenziale, dell'individuo... chissà che non ne esca fuori qualcosa di interessante 🙂
      Banner, contenuti, descrizioni, immagini, layout... insomma tutto ciò che, incutendo paure, spinge l'individuo (lo spingerà?) a compiere determinate azioni.

    Nel caso di vendita antivirus, è molto interessate vedere questa landing by Madri 🙂

    http://www.madri.com/virus/

    Non fa una leva cruciale sulla paura, ma ti stuzzica al punto giusto, ponendoti al tempo stesso gli strumenti per risolvere il problema.


  • User Attivo

    @bocas84 said:

    Nel caso di vendita antivirus, è molto interessate vedere questa landing by Madri 🙂

    http://www.madri.com/virus/

    Non fa una leva cruciale sulla paura, ma ti stuzzica al punto giusto, ponendoti al tempo stesso gli strumenti per risolvere il problema.

    Ecco quello che aspettavo 😄
    Questo esempio calza a pennello 🙂
    Ovviamente l'antivirus è il caso più naturale in cui applicare una tale strategia, quindi sarebbe interessante scovare applicazioni più creative 🙂

    Naturalmente il virus che ho nominato nel titolo non esiste, ma la scelta del nome non è casuale 😉

    E' così dunque che gli uomini nello stato di natura sono nelle mani di Dio, sospesi sopra il pozzo dell'inferno; hanno meritato il pozzo infuocato, e la condanna è già stata pronunciata [...] il demonio li attende, l'inferno si spalanca sotto di loro, le fiamme divampano e dardeggiano intorno a loro e bramano di impossessarsi di loro e inghiottirli [...] In breve, non hanno rifugio, niente cui appigliarsi; quello che li salva in ogni momento non è che la volontà arbitraria, la pazienza incondizionata e libera di un Dio corrucciato.

    Cerchiamo di calarci ad Enfield (New England) nel 1741, nella cultura e con la mentalità del tempo e capiremo perché la gente cominciò a piangere angosciosamente dopo questo famoso sermone pronunciato da Jonathan Edwards.

    Passiamo per la Germania degli anni 30?
    Verosimilmente un discorso di Hitler poggiava la sua roccaforte tematica su università piene di studenti rivoltosi e comunisti che stavano cercando di distruggere il paese. Quindi a pericoli che provenivano dall'esterno e che si sviluppavano intestinamente non si poteva non reagire con legge ed ordine! Senza di essi la nazione, semplicemente, non poteva sopravvivere.

    3 obiettivi differenti, metodo simile, soprattutto per gli ultimi due che sicuramente sono stati molto efficaci 😉
    Una paura illegittima favorisce l'inganno 😉

    Volevo quotate due ottimi spunti 🙂
    @Piernicola said:

    Le variabili di solito sono 2:

    • quanto l'utente crede realmente verificabile l'evento negativo
    • quanto sarebbe la sua perdita in caso tale evento si verificasse.

    @Hotshot said:

    Se io ho vendo un software-anti virus, e mando una mail a tutti i miei clienti, riguardanti una news in cui si dice che vi sono dei fortissimi virus, e gli faccio capire che con il mio software stanno bene e sopratutto con gli altri si, che devono avere paura, i miei clienti non cambieranno perchè la paura come in molti altri casi ben più eclatanti, costringe l'individuo (inconsciamente) ad avere paura del cambiamento, di cambiare!

    Anche il non cambiare è, e si ottiene, con un'azione 🙂
    Più precisamente mettendo in una relazione di contrarietà il cambiamento e l'immobilità, per raggiungere l'immobilità passiamo dal non cambiamento, contraddicendo il cambiamento (operazione di negazione), che la comprende (operazione di asserzione secondo una relazione di complementarietà).

    @Catone said:

    Io ho usato la paura con delle landing per servizi di privacy.
    A dire il vero ho testato tre landing: una molto blanda, si invitava ad acquistare il servizio con testi acqua di rose, una media e una terrificante in cui venivano sbattuti in faccia all'utente tutti i rischi (e qualcosa di più) che correva l'utente non rispettanto la legge.
    Quale ha avuto più conversioni? Non ci credevo ma la terza! Ha sbaragliato letteralmente le altre e nessun nuovo cliente si è poi mai lamentato dei toni.
    Ma può essere solo un caso.

    Non è, o secondo molti studi e ricerche non dovrebbe essere, solo un caso 😉 😄

    Ma giochiamoci un pò su... ragionamo 🙂
    Ecco... ora mi spingo nella direzione opposta 😛
    Supponiamo che il mio obiettivo sia invitarvi a guidare con prudenza image
    Vi faccio vedere corpi mutilati, insanguinati... oppure vi mostro paraurti sfondati e vi parlo di ritiro della patente?
    Una paura eccessiva potrebbe essere controindicata?
    Così continuiamo a viaggiare a velocità elevata o se abbiamo bevuto un bicchierino... pensiamo che in fondo siamo abbastanza lucidi, abbiamo abbastanza autocontrollo... "quello" nn accadrà a me.
    Alcune conseguenze sono così grandi che cerchiamo di non pensarci :rollo:

    Una campagna con uno slogan "dire no!" all'uso di cocaina quanto potrà essere efficace?
    Sarebbe bello accompagnare le riflessioni con esempi visibili come ha fatto Bocas... se qualcuno scovasse qualche altra cosa... 😄