• User Newbie

    [CONSIGLIO] Scommetto che avete il mio stesso problema - Sovraccarico di lavoro

    Salve web marketers ( e aspiranti tali), sto per porvi una domanda che spero vi sarà utile nel vostro percorso online:

    “Che cosa in questo momento sta rallentando o vi sta impedendo di mantenere alte concentrazione e produttività durante la vostra giornata lavorativa?"

    Inutile negarlo, il SOVRACCARICO da lavoro è all'ordine del giorno per un web marketers o imprenditore online e offline.

    In passato per me per esempio, è stata dura mantenere alte la produttività e il giusto FOCUS giorno per giorno o gestire lo stress quotidiano :x.

    E per voi? Individuarlo vi aiuterà ad definire l’ostacolo e superarlo. Almeno così è stato per me.

    Ditemi la vostra qua sotto che sono curioso ( e sono sempre accetti consigli 😉 )


  • Community Manager

    Ciao Mike e benvenuto sul forum gt 🙂

    Io trovo che non sia tanto il sovraccarico il problema, ma l'abitudine che abbiamo nel relazionarci a quello che accade.

    Il problema principale che ho affrontato negli ultimi anni è la dispersione di energie. Questo comportamento nasce da sempre, ma è alimentato dai social e portato dentro la vita di tutti i giorni.

    Sto parlando del fatto che la maggior parte delle volte noi siamo abituati a reagire a quello che accade invece che rispondere.

    Ovvero la reazione ha a che fare con qualcosa di quasi meccasino. La risposta invece si prende il tempo della riflessione.

    Ecco queste reazioni non ci consentono di comprendere le azioni veramente importanti da fare e quindi ci fanno perdere molto tempo in azioni che hanno poco conto. È una sorta di entropia comportamentale, se così si può definire.


  • User

    Sovraccarico o scarsa chiarezza dei ruoli


  • ModSenior

    Io quoto Giorgio, sta a noi non finire in sovraccarico... o meglio non finire nel circolo vizioso della dispersione di tempo ed energie preziose.
    Sento spesso problemi di questo genere, e li ho avuti anche io, e che problemoni!!!

    Le criticità che vedo spesso e che incontravo anche io sono:

    • interruzione dei flussi di lavoro, per mail, chat, telefonate > no, ogni cosa a suo tempo
    • interruzione dei flussi di lavoro per lavoretti "tanto bastano 5 minuti" > no, ne perdi 30 nel riprendere il flusso di lavoro iniziale
    • mancato rispetto delle scadenze, e tutto si ingarbuglia furiosamente > no, senza puntualità metti in crisi un team al completo
    • mancata autonomia > no, a meno che tu non sia uno stagista... e allora impariamo assieme come fare meglio 😄

  • User Newbie

    Il mio problema principale è non riuscire a organizzare il monte orario per i clienti, per cui spesso faccio decisamente di più di quanto pattuito.

    Spesso i clienti notano questa mia tendenza, e premono molto sulla mia gentilezza a risolvere i loro problemi, anche se questi non fanno parte del contratto pattuito.

    Sto già cercando di risolvere... ma non è facile, perché c'è bisogno di tenere un carattere molto diverso da parte mia 🙂


  • Community Manager

    Mi piacerebbe un giorno che una persona molto preparata scrivesse un articolo sul Wiki GT molto migliore di questo https://it.wikipedia.org/wiki/Sindrome_da_burnout

    Burnout, parola resa famosa in questo periodo da YouTube che offre consigli agli YouTuber.

    Giorgio Barilla (benvenuto sul forum gt): la conoscevi?

    Su Wikipedia ci sono le 4 fasi

    Negli operatori sanitari, la sindrome si manifesta generalmente seguendo quattro fasi.[SUP][5][/SUP][SUP][6][/SUP]

    • La prima, preparatoria, è quella dell'"entusiasmo idealistico" che spinge il soggetto a scegliere un lavoro di tipo assistenziale.
    • Nella seconda ("stagnazione") il soggetto, sottoposto a carichi di lavoro e di stress eccessivi, inizia a rendersi conto di come le sue aspettative non coincidano con la realtà lavorativa. L'entusiasmo, l'interesse ed il senso di gratificazione legati alla professione iniziano a diminuire.
    • Nella terza fase ("frustrazione") il soggetto affetto da burnout avverte sentimenti di inutilità, di inadeguatezza, di insoddisfazione, uniti alla percezione di essere sfruttato, oberato di lavoro e poco apprezzato; spesso tende a mettere in atto comportamenti di fuga dall'ambiente lavorativo, ed eventualmente atteggiamenti aggressivi verso gli altri o verso se stesso.
    • Nel corso della quarta fase ("apatia") l'interesse e la passione per il proprio lavoro si spengono completamente e all'empatia subentra l'indifferenza, fino ad una vera e propria "morte professionale".

  • Moderatore

    Ciao Mike! Una cosa che ci ha aiutato molto è cercare di razionalizzare le attività e ricondurle a "mattoncini" che potessero essere facilmente misurabili.

    Se sappiamo di avere a disposizione una cassetta degli attrezzi, in cui ogni attrezzo è un'attività (es. un'analisi di internal linking) di cui abbiamo identificato quali sono i parametri che ne governano la durata (es. Dimensione del sito espressa in pagine, numero di lingue, etc), poi è più facile organizzarsi le giornate a priori e dare la giusta priorità alle cose.
    Ovviamente la nostra cassetta degli attrezzi deve esser sufficientemente grande e ben studiata da non ridurre il lavoro a una sostanziale ripetizione delle attività che abbassa il valore del nostro lavoro invece che alzarlo ed efficientarlo.

    Il metodo migliore per costruire la propria cassetta è analizzare a fondo ogni situazione su cui lavoriamo e banalmente.. misurare il tempo in cui lavoriamo a certe attività. Ci vuole però molto tempo.

    Un metodo un po' accademico ma funzionale per raggiungere a risultati simili con minor sforzo di misurazione (ma comunque con un bello sforzo progettuale) è usare le WBS (Work Breakdown Structures). Si tratta di un metodo molto semplice che prevede di partire da un'attività definita nell'output ma non nelle modalità di lavorazione e andarla a spaccare su più livelli fino ad arrivare alle sue componenti base.
    Scomponendo così l'attività sarà facile dedurre il tempo di lavorazione delle componenti base e poi, per aggregazione, risalire a una stima attendibile del tempo complessivo richiesto dall'attività.

    Nel fare questo processo spesso ci si rende conto che magari un'attività in realtà ha alcune insidie o ha altre sotto attività.

    Nella mia esperienza personale questo è stato utile a mantenere più facilmente il focus durante le giornate, organizzare il proprio tempo e definire in modo chiaro con il cliente ciò che sarà erogato (e soprattutto in modo coerente con la nostra organizzazione). La chiarezza estrema in questo senso aiuta anche a definire in modo chiaro dove finisce il dovuto e inizia la gentilezza (è bellissimo fare qualcosa in più, ma deve esser chiaro a tutti quando si è passati oltre la soglia del pattuito, perché altrimenti spesso non se ne esce).

    Mi ricorda un po' quello che facevo scrivendo i temi a scuola: costruendo una mind map prima di iniziare riuscivo a produrre un testo ben organizzato e con un filo conduttore in pochissimo tempo e senza distrazioni. Se invece provavo ad andare a ruota libera, dipendeva troppo da cosa avevo mangiato a colazione!


  • Community Manager

  • User

    Ciao a tutti,

    essendo direttamente interessato alla cosa (diciamo che "Mi occupo di questo, dall'altro lato": cioè il recupero, del benessere, del "Fitness" - inteso come adattabilità della persona -) non potevo non intervenire.

    Spero di non sembrare "saccente", il mio è reale desiderio di condivisione. Perché, in fondo, questa è "la mia missione": cercare di far stare bene la gente senza ricette complicate.

    Nella realtà di cui mi occupo (Oukside) l'argomento in essere è all'ordine del giorno e, pensate, è per noi uno dei "9 fattori" che influiscono sul benessere globale. Lo identifichiamo come "Efficiency", e cioè la "Capacità di gestire il tempo organizzandolo senza sprechi per raggiungere obiettivi prefissati.", che è ciò che manca quando si va in burnout / sovraccarico.

    Quest'ultimo (ma non mi addentro ora nel discorso, molto complesso) avviene in quanto l'organismo tutto non riesce più a "mettere in moto", proprio come quando si scarica la batteria dell'auto.

    Non vado troppo lungo e sono qui per condividere dei consigli pratici con voi, che nel corso degli anni abbiamo raccolto e che - non appena ho saputo di questa discussione, visto quanto Giorgio e la community hanno dato a me nel corso degli anni - sono molto utili per "riorganizzarsi".

    Eccoli qui raccolti in maniera coerente in una sorta di "mini guida" (che è effettivamente ciò che forniamo quando una persona si rivolge a noi per essere guidata nel suo miglioramento a tutto tondo)...

    1. Inventario mentale
    Sarebbe utile dividere tutte le "cose da fare" in queste tre categorie:

    • Cose che devo fare (impegni di lavoro, pagare le bollette, fare la spesa, preparare la cena per la famiglia);
    • Cose che sarebbe utile fare (lavare l'auto, pulire il forno, rinnovare le prese elettriche, tenersi aggiornati sulla SEO);
    • Cose che vorrei fare (uscire fuori con il compagno/la compagna, andare a trovare un vecchio amico).

    Si va in burnout perché non c'è un buon equilibrio tra queste categorie o, meglio, come diciamo noi: non si sa come oscillare adeguatamente tra queste categorie.

    **2. Essere cattivissimi
    **Dopo l'inventario mentale, bisogna essere cattivissimi. Sarebbe bene porsi queste domande, per ognuna delle attività elencate:

    • È importante o mi rende schiavo? --> sapete già cosa eliminare
    • È vitale? Sono le cose che, se non fatte, potrebbero portare a conseguenze disastrose (fregarsene degli impegni di lavoro, ad esempio)
    • È rilevante? Sono le cose che, se non fatte, potrebbero portare ad insoddisfazioni (non aggiornarsi sulla SEO, potrebbe comportare che tra 3 anni con un'attività online che arranca).

    Dovete eliminare senza remore tutto ciò non è vitale e non è rilevante. Senza remore.

    **3. Procedere all'azione vera e propria
    **Adesso, delle cose rimaste, si può procedere a trasformarle in progetti soddisfacenti che si integrino "fluidamente" nella propria vita (quelli che chiamiamo "abitudini").

    Ogni progetto dovrebbe avere le seguenti caratteristiche. Se non le ha, allora è opportuno spezzettarlo cosicché ogni "sottoprogetto" le abbia: in sostanza, bisogna trovare il "minimo comun progetto" al progetto principale.

    • Dovrebbe essere a bassa spesa cognitiva, cioè non dovrebbe richiedere rivoluzioni: non "Fare una ricetta fantastica per la famiglia, ma "Fare la lista delle cose da comprare per quella ricetta fantastica";
    • Chiarezza e concretezza, cioè bisogna che l'azione sia limpida e concreta: non "Curare l'igiene dei denti ogni giorno", ma "Dopo ogni pasto, spazzolare i denti per almeno 120 secondi";
    • Dovrebbe essere immediato e tangibile, cioè ogni piccolo passo dovrebbe portare a una conseguenza positiva: non "Imparare la SEO", ma "Vedere l'ultimo video di Giorgio Taverniti e sintetizzarlo in uno schema che stia in un A5" (qui sembra difficile vedere cosa sia "tangibile": lo è la soddisfazione dopo avere imparato qualcosa di nuovo, e soprattutto averlo "fissato" e capito).

    4. Matrice di Eisenhover
    Dopo avere stabilito "piccole azioni semplici e concrete" (queste sono il segreto anche se si volesse costruire un razzo spaziale), si può procedere ancora a smagrire tramite la famosa Matrice si Esenhover: penso la conosciate, ma per completezza, eccola qui:

    [TABLE="class: grid, width: 500, align: center"]

    [TD]Importante[/TD]
    [TD]Decidi subito quando farla[/TD]
    [TD]Falla subito[/TD]
    [/TR]

    [TD]Non importante[/TD]
    [TD]Cestinala o programmala
    molto in là[/TD]
    [TD]Delegala a qualcuno[/TD]
    [/TR]

    [TD][/TD]
    [TD]Non urgente[/TD]
    [TD]Urgente[/TD]
    [/TR]
    [/TABLE]

    --

    **Altri importanti consigli
    **
    Esercizio fisico: quando si è "pieni di pensieri", super-oberati e sembra che non sia possibile pensare a nulla, fare anche soli 5 minuti di esercizio (e.g. i Jumping Jack o delle accosciate sulle gambe e successivi piegamenti [non vado nei dettagli, se occorre: chiedete pure 🙂 ]) aiuta moltissimo

    Sonno: tra finire un lavoro (magari al computer...) e andare a dormire per il sonno, scegliere di andare a dormire per il sonno: durante il sonno il cervello riorganizza le informazioni e si risolverà in un attimo qualcosa che altrimenti richiederebbe ore e ore; se è giorno, so che sembra strano dirlo, ma il tempo si può riavvolgere facendo un pisolino di 20-25 minuti (non di più, meglio). (Utili le App f.lux e twilight, per regolare la luminosità degli schermi, per chi lavora dopo il tramonto).

    Stress: usare la tecnica del pomodoro, cioè assegnarsi di completare dei task semplici in un tempo prestabilito di 25-30 minuti; quando finisce, imporsi di alzarsi, sgranchirsi, guardare altrove se si sta leggendo o lavorando al computer, quindi risedersi dopo 2-3 minuti; dopo 4-5 "cicli" del genere, prendere una macro pausa di 10-15 minuti. (Utilissima anche l'App Todoist.)

    Caffè: non lo fate, non bevete caffè "per tirarvi" su. Andrà sempre peggio (ve lo dice uno che si è letteralmente dopato di caffeina, arrivando a dosi altissime, in un periodo di inconsapevolezza, e successivo BOOM distruttivo su corpo e mente; ci ho messo 18 mesi per recuperare da quel "burnout" da stress e caffeina).

    --

    Per ora è "abbastanza", anche se non è tutto (ma come primo post penso che possa bastare; quel che mi preme di più, è che sia utile). Se occorre qualche ampliamento, sarei davvero felice: come detto, vorrei contribuire in quanto negli anni questa community, Giorgio e tutti i vari canali (GT Idea e così via), mi hanno dato davvero tantissimo.

    Buon riposo. 🙂


  • User Attivo

    Posso dare la mia esperienza...

    1. Fissare orari di lavoro ben definiti (possono esserci extra ma moderati e veramente importanti)
    2. Lavora 6 (non di più) ore al giorno... se il tuo lavoro richiede parecchio sforzo celebrale non hai rendita oltre
    3. Evita distrazioni. La tecnica del pomodoro (come proposto anche da dr.spot86) funziona bene... diciamo 20 minuti su un progetto, 5 di relax (pensa ad altro non al tuo lavoro) e 5 per guardare email, whatsapp (lavoro) ed altri sistemi di messaggistica.
    4. Tutto ciò che è distrattivo dal lavoro lo fai dopo le tue 6 ore (quindi silenzia ogni chat che non sia lavorativa)
    5. A giornata finita cerca di non ultimare l'ultimo lavoro che hai iniziato:vedrai che domani parti di slancio... io faccio sempre l'esempio della fatica per spostare un grosso peso.. il grosso è all'inizio (il grosso del lavoro di concentrazione lo farà il tuo cervello mentre riposi)
    6. Cerca di divertirti e svagarti dopo le tue ore lavorative.. rimuginare sul lavoro che hai da fare provoca solo stress e non ti permette di riposare
    7. Ricorda che il lavoro che svolgi è solo parte della tua vita... ma è della vita che devi godere.

    Fissati degli obiettivi giornalieri e cerca di concluderli (consiglio uno complesso e due facili) e tieni traccia delle tempistiche (ti serviranno in futuro per ottimizzare tempi e preventivi)

    Altra cosa, per i clienti è sempre tutto importantissimo ed urgente... non farti sopraffare.. valuta.. eventualmente ripianifica il tuo lavoro e chiedi "di più" per la loro urgenza. Avrai maggior gratificazione economica e stai tranquillo che se non ne vale la pena la prossima volta staranno ai tuoi tempi (e li avrai guadagnato in "tempo vita")


  • User

    @mirkonetit said:

    Posso dare la mia esperienza...

    1. Fissare orari di lavoro ben definiti (possono esserci extra ma moderati e veramente importanti)
    2. Lavora 6 (non di più) ore al giorno... se il tuo lavoro richiede parecchio sforzo celebrale non hai rendita oltre
    3. Evita distrazioni. La tecnica del pomodoro (come proposto anche da dr.spot86) funziona bene... diciamo 20 minuti su un progetto, 5 di relax (pensa ad altro non al tuo lavoro) e 5 per guardare email, whatsapp (lavoro) ed altri sistemi di messaggistica.
    4. Tutto ciò che è distrattivo dal lavoro lo fai dopo le tue 6 ore (quindi silenzia ogni chat che non sia lavorativa)
    5. A giornata finita cerca di non ultimare l'ultimo lavoro che hai iniziato:vedrai che domani parti di slancio... io faccio sempre l'esempio della fatica per spostare un grosso peso.. il grosso è all'inizio (il grosso del lavoro di concentrazione lo farà il tuo cervello mentre riposi)
    6. Cerca di divertirti e svagarti dopo le tue ore lavorative.. rimuginare sul lavoro che hai da fare provoca solo stress e non ti permette di riposare
    7. Ricorda che il lavoro che svolgi è solo parte della tua vita... ma è della vita che devi godere.

    Fissati degli obiettivi giornalieri e cerca di concluderli (consiglio uno complesso e due facili) e tieni traccia delle tempistiche (ti serviranno in futuro per ottimizzare tempi e preventivi)

    Altra cosa, per i clienti è sempre tutto importantissimo ed urgente... non farti sopraffare.. valuta.. eventualmente ripianifica il tuo lavoro e chiedi "di più" per la loro urgenza. Avrai maggior gratificazione economica e stai tranquillo che se non ne vale la pena la prossima volta staranno ai tuoi tempi (e li avrai guadagnato in "tempo vita")

    Da sottolineare e ri-sottolineare:

    per i clienti è sempre tutto importantissimo ed urgente... non farti sopraffare.. valuta.. eventualmente ripianifica il tuo lavoro e chiedi "di più" per la loro urgenza.

    (non sempre facile: il chiedere di più a volte fa pensare "Guarda questo snob [per non dire altro]")

    In merito al punto 4:

    1. Tutto ciò che è distrattivo dal lavoro lo fai dopo le tue 6 ore (quindi silenzia ogni chat che non sia lavorativa)

    una curiosità (vi consiglio, se interessa, l'articolo "The Cost of Not Paying Attention: How Interruptions Impact Knowledge Worker Productivity" - non posso ancora linkare, perciò scrivetelo su Google e il primo risultato è quello giusto 😄 ).

    In sintesi: tutte le distrazioni, controllare le notifiche, la battutina del vicino di scrivania, e via dicendo... Sono stimati in costi aziendali **nei soli U.S.A. **di 588 miliardi (588.000.000.000) - cinquecentottantotto MILIARDI - di dollari all'anno.

    Qui si aprirebbe anche un'altra importante parentesi: come fare a discriminare - ad esempio in uffici giovani, dinamici e "smart" - una "distrazione" da un input che potrebbe portare ad un'idea geniale? È un bel dilemma... La soluzione più semplice è impostare un tempo per il brainstorming, un tempo per l'esecuzione, un tempo per la progettazione (che è quello che è giusto fare). Il nuovo problema è che così facendo si potrebbe rischiare di soffocare tutti quegli "Aha moment" che possono risolvere in maniera immediata problemi che sembravano impossibili da risolvere solo un momento prima.

    (e c'è anche da dire che... Quei momenti arrivano quando si è in condizioni di massima rilassatezza; i.e. Stress e sovraccarico uccidono la creatività e la crescita, e favoriscono la stagnazione).


  • User Attivo

    @dr.spot86 said:

    (non sempre facile: il chiedere di più a volte fa pensare "Guarda questo snob [per non dire altro]")

    Ovvio che poi non sempre fai pagare di più... ma fai comprendere al cliente che la sua in realtà non è un urgenza altrimenti dedicherai le tue giornate a gestire urgenze.
    Suggerisco canali differenti di comunicazione (oggi ne abbiamo tanti.. anzi troppi) e quindi ad ogni canale la sua "importanza":

    1. Telefono: se è veramente un urgenza (server down o cose del genere)
    2. E-Mail / Ticket: cose importanti che però non esigono un intervento immediato
    3. Whatapp / Telegram: cose di minor importanza (io preferisco proprio non usarle)

    Il primo caso prende la priorità su tutto il lavoro, gli altri vengono schedulati in maniera che possano essere fatti in tempi "decenti"... ah dimenticavo, io normalmente tengo un giorno alla settimana (il venerdì) come giornata bonus che sfrutto per inserire gli imprevisti o per prendermi un po di riposo in più

    @dr.spot86 said:

    Qui si aprirebbe anche un'altra importante parentesi: come fare a discriminare - ad esempio in uffici giovani, dinamici e "smart" - una "distrazione" da un input che potrebbe portare ad un'idea geniale? È un bel dilemma... La soluzione più semplice è impostare un tempo per il brainstorming, un tempo per l'esecuzione, un tempo per la progettazione (che è quello che è giusto fare). Il nuovo problema è che così facendo si potrebbe rischiare di soffocare tutti quegli "Aha moment" che possono risolvere in maniera immediata problemi che sembravano impossibili da risolvere solo un momento prima.

    Quoto in toto. Comunque se nel team usano tutti lo stesso metodo i "momenti" non mancano.


  • User Newbie

    Ciao ragazzi, vorrei fare alcune precisazioni in merito a quanto discusso finora, tra l'altro ho trovato alcuni spunti emersi davvero interessanti. Io sono uno Psicologo e mi occupo sia di Clinica (il Burnout è un contesto clinico) che di Comunicazione e Marketing.

    La Psicologia del Lavoro (una grande categoria diciamo) si occupa proprio di tutto ciò, intersecandosi per ovvi motivi nei campi che ho appena citato. Occorre fare un attimo attenzione al concetto di Burnout, esso non è il sovraccarico da lavoro, lo stress derivante o altro, il Burnout è un esaurimento emotivo dovuto ad un lavoro usurante in termini di "relazione" con gli altri.

    Sono quindi soggette a Burnout tutte quelle persone che svolgono lavori a stretto contatto quotidiano ed incessante con altre persone (ad es. insegnanti, psicologi, assistenti sociali, mamme ecc.). Ultimamente si è infatti allargato lo spettro includendo le forze dell'Ordine, i pompieri (tutti a causa dell'impatto emotivo del loro lavoro) fino a ciò che riguarda questo forum più da vicino: Manager, Account e tutti quei professionisti che si relazionano necessariamente con qualcuno continuamente in determinate condizioni.

    Pertanto lo Stress/Sovraccarico è una concausa del Burnout, quest'ultimo riguarda più precisamente un lavoro che vi "spreme" a livello empatico-relazionale.

    Infatti gli spunti emersi riguardano più il Time Management ed il "normale" stress derivante, piuttosto che un esaurimento nervoso dove non si sopporterebbero più i clienti o altre persone. Il Burnout vero e proprio, secondo alcune ricerche, è persino assimilabile alla depressione, perchè porta con sè sintomi alienanti, ansiosi, depersonalizzazione e perdita di interesse sia nel lavoro che nel contesto famigliare (a proposito appunto di quelle 4 fasi su Wikipedia).

    Negli operatori sanitari, la sindrome si manifesta generalmente seguendo quattro fasi.

    • La prima, preparatoria, è quella dell'"entusiasmo idealistico" che spinge il soggetto a scegliere un lavoro di tipo assistenziale.
    • Nella seconda ("stagnazione") il soggetto, sottoposto a carichi di lavoro e di stress eccessivi, inizia a rendersi conto di come le sue aspettative non coincidano con la realtà lavorativa. L'entusiasmo, l'interesse ed il senso di gratificazione legati alla professione iniziano a diminuire.
    • Nella terza fase ("frustrazione") il soggetto affetto da burnout avverte sentimenti di inutilità, di inadeguatezza, di insoddisfazione, uniti alla percezione di essere sfruttato, oberato di lavoro e poco apprezzato; spesso tende a mettere in atto comportamenti di fuga dall'ambiente lavorativo, ed eventualmente atteggiamenti aggressivi verso gli altri o verso se stesso.
    • Nel corso della quarta fase ("apatia") l'interesse e la passione per il proprio lavoro si spengono completamente e all'empatia subentra l'indifferenza, fino ad una vera e propria "morte professionale".

    Tra l'altro il Burnout non è considerato un problema "individuale" ma di contesto, quindi del lavoro in sè: si risolve migliorando il lavoro laddove presenta dei problemi (alcuni hanno infatti correttamente parlato della chiarezza dei ruoli ad esempio) che fanno pressione sui lavoratori. Immaginate un dipende di azienda che non si vede mai riconosciuto il valore del proprio lavoro, che non conosce bene i confini dello stesso e dei ruoli presenti, che deve lottare con i propri colleghi per ogni attività, ebbene qui può scattare il Burnout perchè c'è un grosso problema relazionale in termini di "giustizia sociale" all'interno del proprio mondo lavorativo. Le Family Business sono fra le più colpite proprio perchè esiste un rapporto famigliare prima che lavorativo.

    Lo Stress Lavoro-Correlato, fra le varie possibilità, concerne invece anche alle richieste di lavoro che eccedono le risorse disponibili di ogni persona. Se a questo tipo di stress si unisse un farsi carico eccessivo a livello empatico di persone alle quali "badiamo" allora ci sarebbe il rischio di Burnout, cioè di bruciarsi perchè esaurite tutte le risorse!

    L'articolo postato da Giorgio (sugli effetti negativi del lavoro a livello mondiale) afferisce proprio a queste persone, cioè a coloro che a causa di una eccessiva produttività stressogena hanno compromesso tutta la propria sfera di vita relazionale arrivando al Burnout.

    Ho letto fra i vari commenti qui molte strategie utili e consolidate che offrono la possibilità di prevenire ogni di tipo di stress, basta infatti darsi delle "sane" regole oltre a dividere il lavoro in piccoli obiettivi raggiungibili (una tecnica mutuata dalla Psicoterapia Strategica).

    Stress: usare la tecnica del pomodoro, cioè assegnarsi di completare dei task semplici in un tempo prestabilito di 25-30 minuti; quando finisce, imporsi di alzarsi, sgranchirsi, guardare altrove se si sta leggendo o lavorando al computer, quindi risedersi dopo 2-3 minuti; dopo 4-5 "cicli" del genere, prendere una macro pausa di 10-15 minuti. (Utilissima anche l'App Todoist.)

    Quest'altra tecnica quassù viene pure dalla Psicoterapia: deriva dalla tecnica del Blocco dello Studio. Serve specialmente in casi di bassa produttività, cioè quando non riusciamo a portar a termine un compito (ad es. studiare per un esame appunto).
    Una persona è così tenuta a stare al tavolo di lavoro (o studio) per un tempo fissato (solitamente 30 minuti o 1 ora) entro il quale può lavorare/studiare o anche fare altro (che non sia il lavoro) ma sempre seduto al tavolo. A tempo concluso potrà fare qualsiasi altra cosa ma non risedersi a lavorare o studiare, si ha solo quel tempo giornaliero dedicato al compito. Ciò serve per motivare le persone ad iniziare, proseguire, concludere il da farsi. Chiaramente la versione "agricola" in salsa di pomodoro è spesso modificata in base alle esigenze lavorative contestuali. In questo caso è mixata proprio con la scomposizione in piccoli step di cui sopra.

    Quindi ricapitolando: lo Stress/Sovraccarico non è il Burnout (come rispondere ai troppi messaggi, alle mail, finire progetti nei tempi ecc.), il Burnout è quando è presente una relazione disfunzionale che in quanto tale richiede più energie di quante ne possediamo.

    Quanto scritto nei primi commenti è un perfetto ultimo esempio di rischio Burnout in toto:

    Il mio problema principale è non riuscire a organizzare il monte orario per i clienti, per cui spesso faccio decisamente di più di quanto pattuito.

    Spesso i clienti notano questa mia tendenza, e premono molto sulla mia gentilezza a risolvere i loro problemi, anche se questi non fanno parte del contratto pattuito.

    Sto già cercando di risolvere... ma non è facile, perché c'è bisogno di tenere un carattere molto diverso da parte mia 🙂

    In questo caso il lavoro così come è stato "costruito" (con appunto delle concessioni ai clienti) presenta una relazione disfunzionale contestuale.

    In conclusione c'è il troppo lavoro o la troppa relazione (che negli operatori sanitari coincide con il troppo lavoro) e se si hanno entrambi c'è il Burnout.

    Spero di aver fornito anche io qualche spunto interessante, un saluto a tutti!