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    [Comunicazione] Come i grandi leader portano alle azioni: Perché > Come > Cosa

    Per chi non lo avesse mai visto, segnalo un video di un Ted Talk molto interessante che è dedicato a come fanno i grandi leader a comunicare e a creare poi un'azione concreta.. a muoverci (in fondo alla discussione).

    Al Web Marketing Festival, nella relazione che ho fatto dove ho spiegato alcune cose riguardanti la Comunicazione e la SEO, sono andato nel dettaglio di come calare queste cose in un sito web, specialmente da un punto di vista SEO Tecnico e di progettazione poi della pagina.

    Detto, questo però, il cappello di tutto l'intervento non è stato questo tipo di comunicazione. Perché per come la vedo io, Simon Sinek, quando parla di questo tipo di "strategia" commette un piccolo errore. Cioè non è proprio un errore, ma è una omissione appena accennata.

    Lui spiega che questo tipo di comunicazione funziona perché parla ad una determinata parte di noi. L'omissione che vedo è che lui avrebbe dovuto dire che parla ad una particolare categoria di persone. Non a tutti. Non siamo tutti uguali e non possiamo nemmeno usare la parola categorie. Però, usando uno dei tanti modi che ci siamo inventati per provare a fare ordine, per esempio l'Enneagramma della personalità, scopriamo che ci sono modi di parlare che attirano determinate persone piuttosto che altre.

    Sono convinto da un po' che nei prossimi anni saremo travolti da queste asserzioni anche nel campo del marketing; di fatto, tutti quelli che parlano di positioning non fanno altro che strutturare messaggi che attirano persone molto simili, sfruttando proprio le personalità (ancora probabilmente non se ne sono accorti).

    Questo è un aspetto fondamentale, perché in tanti creano dei messaggi e sono convinti che le persone siano arrivate da loro per il positioning, poi però non curano bene la comunicazione, non parlano alle personalità che hanno attirato e qualcosa non va 🙂

    Tutti parlano del Tone of Voice del brand, ma non ho mai visto capire che questo non è del brand e basta, non ho mai visto qualcuno andare oltre e parlare di cosa accade nel momendo in cui parliamo agli altri. Tutti parlano, allo stesso modo, della persuasione, del copy, delle miliardi di strategie: ma poi, delle persone chi ne parla? Ancora non abbiamo legato questi argomenti, ma sono convinto che lo faremo, con molti danni ovviamente 😄

    Se nella SEO sono nati i Guru, una cosa del genere è, per chi crede di saperne, molto più dannosa potenzialmente. La PNL le fa un baffo.

    Tralasciando il dibattito sul fatto che ognuno di noi è diverso con le proprie unicità ed il proprio percorso, tralasciando che anche volessimo usare le personalità ognuno potrebbe trovarsi in una delle tante fasi di quel percorso e tralasciando il fatto che di "sistemi come quello" se ne possono trovare tanti, c'è un fatto molto interessante. Che è la verità.

    Ma prima della verità: avete visto quante cose abbiamo tralasciato? E ce ne sono tante altre.
    Quando sentirete parlare di questi argomenti nel futuro non fidatevi a prescindere: servono parecchi anni di lavoro su come è fatto l'essere umano per provare semplicemente a creare un minimo di comunicazione con un po' di senso.

    Ma torniamo alla verità, che è la nostra ancora di salvezza.

    Il cappello dell'intervento che ho fatto al WMF quindi, non è stato quel tipo di comunicazione e basta, ma una frase di William Bernbach:

    La verità non è verità se la gente non ti crede, e non possono crederti se non sanno cosa dici, e non sanno cosa dici se non ti ascoltano, e non ti ascolteranno se non sarà interessante, e non sarà interessante se non dici le cose in modo fresco, originale, fantasioso.

    Vi consiglio il libro Bernbach pubblicitario umanista. La prima raccolta dei testi del più grande tra i mad men a cura di Giuseppe Mazza.

    Perché?

    È molto semplice: la verità è l'aspetto più importante nella comunicazione. Direi nella vita, ma non vorrei esagerare, d'altra parte ho tempo per diventare vecchio.

    Avete mai provato a raccontare una bugia complessa a qualcuno? Avete poi provato a raccontarla al contrario? Questa è una delle tecniche più conosciute, farsi raccontare le cose al contrario per vedere se si sta mentendo. Lo hanno raccontato libri, studi, film (vorrei però approfondire per verificare la veridicità di questa informazione, qualcuno lo ha mai fatto?).

    Ecco: se la vostra comunicazione è basata su cose non vere farete una fatica immensa a ricordarvi tutto. Immaginate lo sforzo di un team, di dover tutti ricordate questa cosa.

    Invece la verità è semplice 😄

    Il problema è che appena mollate un poco, appena decidete di dire una piccola bugie, si instaura un processo lungo anche molti mesi se non anni che vi porta nella direzione sbagliata. A voi e al vostro team.

    Rimanere nell'ambito della verità è sicuramente molto faticoso, ma per come la vedo io è la strada giusta per uscire da quel meccanismo che oggi ci ha portati, per esempio, a guardare i numeri di Facebook e a volerne sempre di più, senza pensare al resto. A farci guidare in quella lotta dai contenuti che creano più volumi di dati, invece che a pensare a chi stiamo parlano e con chi vogliamo parlare.

    Con chi vogliamo parlare? Questa è una domanda interessante.

    Partire dalla verità nella comunicazione è importante. Direi che è l'unica cosa che conta. Così, estremizzando un po' il concetto, ne possiamo vedere i limiti 🙂

    Personalità e verità.

    Salvini con il suo linguaggio ha attirato un tipo di personalità.
    Qualcuno gli è andato dietro, ha visto che sui social questa cosa funziona, crea interazione, attira, quindi ha pensato bene di mettersi a quel livello di comunicazione.

    Non gli è andata benissimo. Che errore.

    Con chi vogliamo parlare?

    Dove va la verità nel momento in cui la dimentichiamo? Da nessuna parte, non ne parla nessuno, il dibattito rimane superficiale e si parla sempre alle paure fondamentali di quel gruppo di persone. È una trappola di comunicazione bella e buona. Fino a quando non si darà l'opportunità di affrontare quella paura il gruppo di persone attirate da questa crescerà sempre di più.

    Per questo motivo è importante rimanere sempre nell'ambito della verità. Scolpirla sempre. Parlarne sempre.

    Quando comunichiamo non dovremmo mai dimentare il Perché, portarcelo sempre dietro. E il Perché deve essere la nostra Verità che poi noi andiamo a declinare, dopo il Perché, nel Come lo diciamo per cercare di far uscire il Cosa. E dobbiamo cercare di comprendere con chi stiamo parlando.

    Non è facile, non c'è un framework di questo tipo e mi auguro di non vederlo mai. Mi piace di più, in questo argomento, parlarne in modo confusionario come questa discussione, con tanti ami lanciati nelle varie righe: perché niente è certo quando c'è al centro l'essere umano.

    [video=youtube;qp0HIF3SfI4]

    :ciauz:


  • User Newbie

    Salve
    credo davvero che in questo articolo si siano voluti lanciare tanti ami, forse troppi. Mi dispiace doverlo dire ma l'ho trovato confusionario e poco chiaro. La comunicazione e la verità nella comunicazione sono argomenti talmente vasti, appassionanti e ricchi che, mi è sembrato semplicistico il modo in cui sono stati trattati. Tante nozioni pertinenti e corrette ma buttate lì un po a caso.


  • Community Manager

    Ciao Wilma e benvenuta sul forum gt,

    sì è come scrivevo sopra:

    @Giorgiotave said:

    Mi piace di più, in questo argomento, parlarne in modo confusionario come questa discussione, con tanti ami lanciati nelle varie righe

    Perché, d'altra parte, questo è un forum di discussione dove ci sono pochi articoli e molte discussioni 🙂


  • User Attivo

    Concordo in gran parte con ciò che leggo in questo articolo anche se voglio precisare una cosa: più che dire la verità, il segreto del successo della comunicazione dei grandi leader risiede nell’essere credibile.

    Troppo spesso la verità è un concetto relativo ed aleatorio, lo è per argomenti scientifici che dovrebbero prevedere una sola risposta, figuriamoci per argomenti sociali, politici o filosofici. Quindi affermare che si debba “dire la verità” è discutibile. Sicuramente un grande leader per essere credibile e quindi guadagnarsi la fiducia del suo pubblico non può spargere fake news a destra e a manca, quindi evitare di dire il falso su fatti accaduti e verificabili, ma ciò che è più importante è la forma di ciò che si dice, più che l’effettivo contenuto di un discorso.

    Oltre ad essere veritiero e credibile, un grande leader sa parlare al cuore e alla mente del proprio target di ascoltatori, comprendendone e anticipandone i bisogni e le paure, proponendo una risoluzione sensata e ovvia ad essi. Così ci si guadagna l’ascolto e la fiducia del pubblico.