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«Non voglio pensarti figlio di Dio
ma figlio dell'uomo, fratello anche mio.»
(Fabrizio De André)

Fabrizio Cristiano De André è nato a Genova il 18 febbraio 1940; è stato un poeta e cantautore italiano ed è scomparso a Milano l'11 gennaio 1999.


E' noto per aver dato spazio nelle sue opere a ribelli ed emarginati, oltre a persone collocate ai margini della società come le prostitute.

I suoi testi sono di solito considerati veri e propri componimenti poetici. Sono inseriti come tali nella maggior parte delle antologie di letteratura scolastica.


De Andrè ha prodotto quindici album nella sua carriera musicale. Un numero abbastanza contenuto, determinato dalla forte attenzione che l'autore dedicava alla qualità di ogni sua opera.


« Se nelle regioni meridionali non ci fosse la criminalità organizzata, come mafia, 'ndrangheta e camorra,
probabilmente la disoccupazione sarebbe molto più alta. »

Nell'agosto del '98 questa secca staffilata di De Andrè sollevò un'ondata di sdegno e proteste tra i benpensanti e gli esponenti di quella che De Andrè definiva la "classe politica borghese". Erano quegli stessi benpensanti che gridarono allo scandalo ogni volta che De André dedicò le sue rime a lestofanti, prostitute e suicidi ma che però lo avrebbero subito osannato definendolo "Grande Poeta" alla sua morte.


Coerenza e coraggio vanno riconosciuti a Fabrizio De André per aver scelto di evidenziare i tratti universalmente nobili degli emarginati e sconfitti nella bigotta e puritana società italiana del dopoguerra.


--Andrez 12:03, Dic 9, 2008 (CET)


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