fromboliere [from-bo-liè-re] s.m.
Nell'antichità, soldato armato di frombola, cioè di fionda, che prestava la sua opera con tale arma da tiro e da getto aiutando gli arcieri.
In ambito sportivo, come termine desueto, giocatore di calcio dotato di buona potenza di tiro; buon realizzatore di reti, cannoniere.
Ben prima della scoperta dell´arco erano appunto i frombolieri i prodi lanciatori capaci di eludere le difese del nemico, fiondando dall´alto pietre, piombi ed altro.
Il più famoso fromboliere della Storia è senza dubbio alcuno il re Davide che, in gioventù, impugnando una semplice striscia o correggia di cuoio in cui era stata ricavata una specie di tasca (frombola), riuscì ad abbattere il gigantesco soldato filisteo Golia scagliando una semplice pietra.
Nell´era classica tali tipi di soldato trovarono impiego sia tra le truppe di terra che sul mare, affermandosi presso numerosi regni ellenici cartaginesi e romani; questi ultimi, tuttavia, negli anni repubblicani preferirono sviluppare una solida fanteria ritenendo, a proprie spese, di dover impiegare le truppe di frombolieri per azioni di disturbo e/o copertura.
Difficile invece era il loro impiego presso popolazioni barbariche - celtiche e germaniche soprattutto - che trovavano onorevole solo il combattimento corpo a corpo e ripudiavano le armi da getto o da tiro.
Per molti secoli frombolieri ed arcieri combatterono fianco a fianco durante le guerre (la potenza d´impatto di una freccia, magari più precisa nel centrare il bersaglio, era comunque ben inferiore a quella del proietto scagliato da un fromboliere).
L´avvento del fustibalo fu solo la premessa dell´entrata in disuso delle truppe di frombolieri, che intorno al XIII-XIV secolo dovettero cedere il passo ai balestrieri.