Sparatutto in prima persona (abbreviato spesso con l'acronimo FPS, dall'inglese First Person Shooter) è il termine adottato per indicare i videogiochi dove lo scopo principale è quello di affrontare livelli ambientati in esterni o interni con la visuale di gioco che simula la vista del personaggio principale (in prima persona). Normalmente in un videogioco di questo genere dal basso del campo visivo è possibile vedere la propria arma.
Il termine italiano deriva dalla combinazione di due diciture inglesi:
Il termine italiano vuole spesso sottolineare la frenesia di gioco tipica di molti titoli
Lo sparatutto in prima persona ha avuto una evoluzione ben precisa dovuta inizialmente a problemi correlati alla potenza di calcolo dei sistemi su cui questi giochi nascevano e giravano, e successivamente alla vera e propria meccanica di gioco. È possibile suddividere questa categoria infatti in alcuni sottogeneri
All'inizio gli sparatutto in prima persona utilizzavano una grafica poco elaborata e realistica, in cui, per la tecnologia limitata, i nemici erano rappresentati da immagini in due dimensioni in movimento chiamate Sprite.
Il primo First Person Shooter in assoluto è stato 3D Monster Maze, sviluppato nel 1981 per Sinclair ZX81. Mentre il primo First Person Shooter per IBM comatibile fu Catacomb 3D del novembre 1991.
Più tardi fu rilasciato il primo First Person Shooter che ebbe un grosso successo commerciale, ossia Wolfenstein 3D del maggio 1992, nato su personal computer ed esportato poi verso le console.
La tendenza è quella di creare uno sparatutto prima su personal computer e poi convertirlo per le console, questo per motivi legati alla tecnologia di sviluppo, la memoria utilizzata per l'esecuzione del gioco e le schede grafiche sempre più potenti.