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Font in informatica è l'insieme di caratteri di stampa con caratteristiche formali omogenee.

I font si caratterizzano per:

  • l'aspetto tipografico (Courier, Helvetica, New Century Schoolbook ecc.),
  • per il passo (il numero di caratteri che possono essere stampati nell'unità di misura lineare; solitamente 1 pollice),
  • per lo stile (lo spessore dei caratteri e le eventuali variazioni di forma, come grassetto, sottolineato, corsivo ecc.).

Inoltre, rispetto al passo, i font possono essere:

  • fisse (tutti i caratteri di uguali dimensioni, come nel Courier)
  • proporzionali (con caratteri di dimensioni variabili; ad esempio, il carattere relativo alla lettera 'i' occupa meno spazio di quello relativo alla 'm').

I font vengono usate sia dai computer, per la visualizzazione su schermo, sia dalle stampanti, per le copie su carta. In entrambi i casi sono costruite o a partire da mappe di bit, cioè come combinazioni di punti (font bit-map), o a partire da linee curve e spezzate definite da un insieme di formule matematiche che ne permettono il ridimensionamento senza perdita di definizione (font scalabili o vettorizzati o anche 'outline font'). I programmi che permettono l'uso di diverse font sono in grado di inviare a una stampante o al video informazioni sulla tipologia e sulle dimensioni dei caratteri.

Caratteristiche dei tipi di carattere

I tipografi hanno derivato un completo vocabolario per descrivere e discutere l'aspetto dei caratteri. Qualche termine è applicabile solo ad alcuni sistemi di scrittura.

Dimensioni

La maggior parte dei modi di scrittura condividono la nozione di una linea di base: una linea orizzontale immaginaria su cui si appoggiano i caratteri. Talvolta parte dei glifi, la parte discendente, cresce al di sotto della linea base. Similmente, la distanza tra la linea base e la cima del glifo più alto è chiamata ascesa. L'ascesa e la discesa non necessariamente includono lo spazio occupato da accenti o altri segni diacritici.

Nelle scritture latina, greca e cirillica, la distanza fra la linea base e la cima di un normale carattere minuscolo è chiamata occhio medio. La parte di glifo al di sopra è l'ascendente. L'altezza dell'ascendente può avere un effetto sostanziale sulla leggibilità e l'aspetto di un carattere. Il rapporto fra l'occhio medio e l'ascesa è spesso utilizzata per classificare i caratteri tipografici.

Minuscole: l'altezza delle minuscole è misurata sulla lettera x. Infatti le lettere tonde tendono ad avere dimensioni più grandi delle lettere lineari, per applicare una correzione ottica senza la quale apparirebbero al lettore più piccole delle altre.
Maiuscole: è l'altezza misurata sulle lettere maiuscole, solitamente sulla E, sempre per problemi legati alla correzione ottica.
Ascendenti: l'altezza delle lettere minuscole quali l e f ad esempio, è più grande di quella delle altre lettere minuscole, e, di norma, anche delle lettere maiuscole.
Allineamento: è la somma della distanza tra la linea dell'ascendente e la linea di delimitazione del corpo superiore e la linea del discendente e la linea di delimitazione del corpo inferiore. In pratica è la distanza verticale minima dei caratteri.

Apertura

L'andamento delle aste curve aperte di caratteri come la C, c, S, s, a, e e così via, è de?nito apertura. Alcuni caratteri come l'Helvetica o il Bodoni sono caratterizzati da aperture più ridotte, mentre il Bembo, il Centaur o il Rotis possiedono aperture più ampie.

Crenatura

La crenatura, in inglese "kerning", indica la riduzione dello spazio in eccesso tra le due lettere, allo scopo di eliminare spazi bianchi antiestetici e dare un aspetto più omogeneo al testo. Un esempio dove spesso si attua la crenatura è quello di avvicinare le due lettere a bracci obliqui A e V. Può comunque avvenire tra lettere curve come O e C.

Peso

Il peso è il rapporto tra area inchiostrata ed area in bianco della serie di caratteri, o meglio lo spessore dei tratti che lo compongono indipendentemente dalla sua dimensione.

Grazia

Si possono suddividere i tipi di carattere in due categorie principali: con o senza grazie (note anche con l'inglese serif). I caratteri graziati hanno delle particolari terminazioni alla fine dei tratti delle lettere. L'uso delle grazie deriva dai caratteri lapidari romani, dove era molto difficile scalpellare nel marmo angoli di novanta gradi necessari a terminare le aste.

L'industria tipografica si riferisce ai tipi di carattere senza grazie come bastoni, lineari, sans-serif (dal francese sans, "senza") o anche grotesque (in tedesco grotesk).

Esiste una grande varietà sia fra i tipi di carattere graziati che fra i bastoni; entrambi i gruppi contengono tipi progettati per testi lunghi e altri intesi per scopi principalmente decorativi. La presenza o l'assenza di grazie è solo uno dei molti fattori nella scelta di un tipo.

I caratteri con grazia sono generalmente considerati più facili da leggere in lunghi passaggi che quelli senza. Gli studi al riguardo sono ambigui e suggeriscono che la maggior parte dell'effetto sia dovuta solo ad una maggiore familiarità ai caratteri con grazie. Come regola generale, i lavori stampati come libri e giornali usano quasi sempre caratteri graziati, almeno per il corpo del testo. I siti Web non sono obbligati a specificare un tipo di carattere e possono semplicemente rispettare le preferenze dell'utente. Fra i siti che specificano il carattere, la maggior parte utilizzano un tipo di carattere non graziato moderno quale il Verdana dato che è opinione comune che, diversamente dal materiale stampato, sullo schermo del computer i caratteri senza grazie siano di migliore leggibilità a causa della loro minore risoluzione.

Proporzionalità

Un carattere tipografico che mostri glifi di larghezza variabile è detto proporzionale mentre un carattere tipografico che possieda glifi con larghezza fissa è detto non proporzionale (o monospace o a larghezza fissa): ad esempio nei caratteri proporzionali la "w" e la "m" sono della stessa larghezza mentra la "i" è più stretta.

I caratteri proporzionali sono generalmente considerati più attraenti e più facili da leggere e sono quindi i più comunemente utilizzati in materiale stampato pubblicato professionalmente. Per la stessa ragione, sono tipicamente utilizzati anche nelle interfacce grafiche delle applicazioni per computer. Molti caratteri proporzionali contengono cifre di larghezza fissa in modo che le colonne di numeri possano essere allineate.

I primi caratteri monospazio sono stati creati per le stampanti, in quanto lo spostamento da un carattere all'altro era sempre della larghezza. L'utilizzo dei caratteri a larghezza fissa continuò nei primi computer che potevano visualizzare un solo tipo di carattere. Comunque, anche se i moderni pc possono mostrare qualsiasi carattere, i caratteri monospazio vengono ancora usati nella programmazione, l'emulazione di terminale e per la stampa di dati incolonnati dei documenti di solo testo. Esempi di tipi di carattere monospazio sono l'Andale Mono, il Courier, il Prestige Elite, il Monaco e l'OCR-B. I caratteri non proporzionali sono considerati migliori per alcune applicazioni, dato che si allineano in colonne ordinate.

I redattori leggono i manoscritti in caratteri a larghezza fissa. Sono più semplici da correggere ed è considerato scortese inviare un manoscritto scritto con un carattere proporzionale.

Famiglie di caratteri

Dato che è stata creata una quantità immensa di caratteri nei secoli, essi vengono comunemente categorizzati in famiglie, in base alla loro apparenza. Questa categorizzazione corrisponde vagamente con la loro evoluzione storica. Inizialmente si possono suddividere fra maiuscoli, con grazie, senza grazie, e decorativi.

  • Gotico: i primi caratteri tipografici utilizzati con l'invenzione della pressa da stampa, somigliano alla calligrafia maiuscola dell'epoca. Molti li chiamano script gotici.
  • I caratteri con grazie, qualche volta chiamati romani, comprendono a loro volta quattro gruppi principali:
    • Rinascimentale o Garalde Oldstyle, con solo piccole differenze in spessore all'interno del glifo; questa categoria include i tipi di carattere Garamond e Palatino.
    • Baroque or Transizionale, dove lo spessore all'interno del glifo ha maggiore varietà; questa categoria include Baskerville e Times New Roman.
    • Classicisti o Moderni, con la massima variazione di spessore all'interno del glifo. L'introduzione delle tecniche di fusione perfezionate alla metà del diciottesimo secolo permise tratti più fini e influenzò grandemente questi caratteri. La famiglia comprende il Bodoni, il Didot e il Century Schoolbook.
    • Contemporanei, specialmente quelli intesi per scopi decorativi, sfuggono generalmente ad ogni classificazione. Per esempio i caratteri slab serif come il Rockwell sembrano appositamente artificiali, con forme quasi rettangolari.
  • I caratteri senza grazia sono generalmente utilizzati, ma non esclusivamente, per la tipografia da mettere in mostra, come per cartellonistica, titolazioni e altre situazioni in cui è necessario un chiaro significato senza la necessità di lunghe letture. Il testo delle pagine web offre un'eccezione: è generalmente in sans-serif poiché le grazie rendono i caratteri meno leggibili sullo schermo.Per la classificazione i sans-serif si dividono grossolanamente in quattro gruppi principali:
    • Grotesques, i primi sans-serif, come il Grotesque o il Royal Gothic.
    • Neo-grotesques, design moderni quali lo Standard, l'Helvetica, l'Arial, e l'Univers.
    • Humanist (Railway type di Edward Johnston, Gill Sans o Frutiger).
    • Geometrici (Futura o Spartan).
    • Transport D, ideato negli anni cinquanta ed usato in Italia ed in Spagna come carattere tipografico per i segnali stradali, sia neretto che condensato.
  • Informali (o script) simulano la calligrafia: Zapfino e Zapf Chancery ne sono esempi. Non si prestano molto bene a grandi quantità di corpo di testo, poiché l'occhio umano li trova più difficili da leggere rispetto a molti serif o sans-serif.
  • originali hanno generalmente forme di caratteri molto particolari e possono addirittura comprendere immagini di oggetti, animali o altro nel design. Hanno generalmente caratteristiche molto specifiche (per esempio, evocativi del Wild West, del natale, di film dell'orrore,...) e quindi uso molto limitato. Non sono adatti per il corpo del testo.
  • PI sono principalmente costituiti da pittogrammi come segni decorativi, orologi, simboli da orari ferroviari, numeri racchiusi in cerchi ed altro. Alcuni esempi sono lo Zapf dingbats, il Webdings e il Wingdings.
  • Simboli consistono di simboli e non da caratteri per il testo. Esempi ne sono lo Zapf Dingbats (un famoso tipo di carattere con simboli vari) e il Sonata (un tipo di carattere per spartiti musicali).


--W.style 14:30, Ott 28, 2007 (parte dell'articolo è tratto da encarta e da wikipedia)


  • Questa pagina è stata modificata per l'ultima volta il 10 giu 2009 alle 20:50.
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