• Consiglio Direttivo

    Le voci del bosco - Mauro Corona

    Corona, M.: Le voci del bosco. Collana "Oscar bestsellers"; Mondadori, 2009. [Riedizione dell'omonimo testo pubblicato dalla Biblioteca dell'immagine, Pordenone, 1998.]

    Un piccolo libro che tuttavia regala tante emozioni e soddisfazioni. 🙂

    La "tesi", dichiarata apertamente all'inizio, è che umani ed alberi - specie quelli di montagna - si somigliano molto più di quanto un'occhiata distratta possa far credere.

    A riprova di ciò, Mauro Corona (alpinista, scrittore e scultore) ci accompagna in un breve viaggio: un itinerario che somiglia a certi percorsi del Club Alpino Italiano, immerso nel verde boschivo d'alta quota cui egli è affezionato e legato, durante il quale la sua voce asciutta e scarna di uomo cresciuto nel freddo tagliente di erti declivi mescola ricordi personali e immagini recenti, nomi di amici perduti e istantanee di donne ammalianti, descrizioni da botanico e considerazioni da scultore.

    I protagonisti assoluti sono gli alberi della zona del Vajont, nelle valli al confine tra Veneto e Friuli: abeti e cirmoli, tassi e maggiociondoli, pini e larici, betulle e viburni, ciliegi e carpini; ciascuno è descritto con perizia e rispetto, in uno stile senza fronzoli che va dritto al cuore dell'argomento senza per questo sembrare brusco o freddo.

    Sorprende la ricchezza di dettagli e informazioni che possono scaturire da un semplice tronco o da una chioma odorosa; soprattutto, stupisce scoprire quanto un bosco sia un ente dinamico, quasi l'antitesi della lentezza statica cui siamo abituati a causa di osservazioni troppo lontane e superficiali.

    Sebbene non manchino giudizi severi, a volte critici e perfino taglienti, in ogni paragrafo dedicato alle piante si percepiscono umanità e calore, onestà e rigore, un fare spigoloso e disadorno che lotta per una decisa riaffermazione della naturalità dell'essere umano troppo frequentemente mortificata da una vita che lo aliena.

    Il Lettore, poi, è gentilmente invitato al "gioco" di riconoscersi in un tipo particolare di tronco, chioma o carattere degli alberi (perché sembra proprio che anche i fusti lignei abbiano una propria personalità, a volte interessante quanto e più di quella di un uomo), cosa che rende preziosa e stimolante la compagnia di questo piccolo libello.

    Le pagine offrono insomma un "assaggio" gustoso e invitante di ciò che potrebbe essere la nostra vita se decidessimo di riavvicinarci - psicologicamente, materialmente e geograficamente - alla Natura splendida delle nostre Alpi e delle loro complesse ma stupende comunità umane.

    Buona lettura. 🙂


  • Consiglio Direttivo

    Ho letto questo libro e altri dello stesso autore, tutti con nuova sorpresa e schietto piacere. 🙂

    Devo confessare, però, che da oggi mi piace ancora di più: la tua recensione ha saputo cogliere tutti i pregi del libro e lascia traspirare il rispetto per l'autore, abitante dei boschi di cui a volte è possibile seguire i passi e la voce mentre passeggia tra i monti.
    Le tue parole ci accompagnano anche loro in una breve passeggiata nel bosco e si sente il tuo passo leggero mentre lo sguardo cerca di cogliere il suo stesso sapere tra i rami.

    Dal sito ufficiale di Mauro Corona si legge questo passo, che - se ben ricordo - è semplicemente un estratto del libro:

    LE VOCI DEL BOSCO
    (Edizioni Biblioteca dell'Immagine, 1998)

    Le pagine di questo libro non contengono un trattato di botanica e nemmeno parole di assoluta verità. Ciò che in esse vi si potrà leggere sono "verità personali" suscitate da riflessioni indotte da oltre quarant'anni di vita nei boschi e dialoghi con le piante. Durante questo lungo tempo, ho capito che tutto, in natura, ha un proprio carattere, una personalità, un linguaggio, un destino. Osservando e ascoltando con attenzione il creato, è possibile udire la sua voce...
    Gli alberi non si spostano, ma possiedono un loro carattere che comunicano in vari modi: con la bellezza, con l'oscillazione delle fronde, con la consistenza delle fibre. E anche con la diversa reazione che hanno nei confronti di chi li tocca. In queste righe si parla di loro e di uomini: a volte bene e altre male... e così il cattivo, senza quasi rendersi conto, proverà simpatia per il sambuco, il buono per il larice, il sempliciotto per il faggio, l'elegante per la betulla, il cocciuto per il carpino e via dicendo...

    Mauro Corona

    Anche il suo viso è quello di un albero. Le curve della corteccia ispessita intorno agli occhi, occhi che hanno visto tanta vita, con tutto il suo carico di dolore, ma che ancora brillano di fronte alla meraviglia della natura.

    Concedetemi di lasciar parlare la sua voce. E chissà che un giorno non passi di qui a lasciare un saluto.


  • User

    Vorrei proprio leggere questo libro! il titolo fa un'ottima impressione 🙂 grazie per la recensione!