• Super User

    Bombe a grappolo (cluster bomb) - gli USA non ci rinunciano

    Gli Stati Uniti non intendono rinunciare alle bombe a grappolo, e respingono la proposta di metterle al bando dal 2008, così come chiesto oggi a Oslo da 46 Paesi di tutto il mondo. Lo ha ribadito il portavoce del Dipartimento di Stato americano, Sean McCormack: Washington "conferma che queste munizioni continueranno a far parte dell'arsenale statunitense e saranno usate rispettando appropriate regole di ingaggio".

    La Conferenza internazionale per la messa al bando delle cosiddette "cluster bomb", le munizioni a grappolo, si è chiusa venerdì 23 dopo due giorni di lavoro, sotto gli auspici di sei agenzie delle Nazioni Unite e di almeno 50 organizzazioni della società civile di tutto il mondo. All'incontro hanno partecipato delegazioni ufficiali di 48 Paesi, impegnate nella stesura di un nuovo trattato che dovrà essere pronto entro il 2008.

    Il ministro degli Esteri norvegese, Jonas Gahr Stoere, nell'aprire i lavori si era detto fiducioso di raggiungere l'obiettivo "condiviso" di vietare "finalmente" l'uso di questi ordigni che causano "sofferenze inaccettabili" alle popolazioni civili. Si tratta di ordigni che, nell'impatto al suolo, disseminano centinaia di munizioni più piccole: molte restano inesplose nel terreno, pronte a scoppiare quando urtate inavvertitamente diventando vere e proprie mine anti uomo, e spesso anti bambino]. I rapporti delle principali organizzazioni umanitarie mostrano come che il maggior numero di vittime di questi ordigni è tra la popolazione civile, soprattutto tra i bambini.

    Le conseguenze di queste munizioni, ricorda la 'Cluster Munition Coalition (Cmc)', sono visibili in molti Paesi teatro anche di recenti conflitti: Afghanistan, Kosovo, Libano, Iraq. Nonostante molti Paesi - Gran Bretagna, Stati Uniti, Russia, India, Cina, Canada e Francia - abbiano ancora questi ordigni nei loro arsenali, il consenso attorno a una moratoria sulle bombe a grappolo è cresciuto nel corso dell'ultimo anno. Il Belgio è stato il primo Paese a metterle al bando, seguito dalla Norvegia cui va il merito di avere promosso un'iniziativa internazionale per arrivare a una moratoria.

    Ma alla riunione di Oslo non hanno preso parte gli Stati Uniti, una scelta dovuta al fatto che Washington ritiene che sia un'altra la sede adeguata per la trattativa. McCormack ha spiegato che gli Usa si stanno già muovendo con altre iniziative, e ha sottolineato che la sede che Washington ritiene più adatta al negoziato è la "Convention on Certain Conventional Weapons", che ha già messo a punto un trattato sottoposto dall'amministrazione Bush al Senato.
    il corsivo e' mio.
    Fonte: Repubblica.it (link)

    Ci sono scelte che mi lasciano senza parole.
    Le regole di ingaggio non sono dichiarate a livello internazionale, ma vengono dichiarate nei diversi conflitti, per cui le regole di ingaggio in Iraq sono diverse da quelle in Afghanistan, e saranno diverse da un prossimo conflitto, questa semi arbitrarieta' e' il rischio, chi mi assicura che queste bombe, dannosissime e odiose (tanto odiose che 46 Paesi su 48 le vogliono mettere al bando) in quanto imprecise nel colpire saranno usate rispettando giuste (e non appropriate) regole di ingaggio?
    😞


  • Moderatore

    beh non per fare polemica ma è stupido parlare di giusto o sbagliato in una guerra....

    poi lo sanno tutti ormai che gli americani ragionano a modo loro, si comportano come gli dei schizofrenici dei testi sumeri....saranno mica parenti!?! 😄

    è chiaro che a quelli gliene frega poco se muoiono civili o se interi Paesi vengono distrutti, anzi è meglio perchè poi c'è il business della ricostruzione, e poi fondano quelle belle ONG a cui noi tutti destiniamo fondi come pecore, fondi che poi finiscono nelle tasche dei soliti draga made in USA...

    se gli USA fossero davvero il Paese democratico e civile che dicono di essere ( a parte che storicamente gli USA sono stati fondati da pirati e galeotti provenienti da ogni parte del mondo, comunque ) non andrebbero in giro a sparare sugli altri, ma permetterebbero ai popoli di formarsi una coscienza propria e rovesciare i loro regimi.....così invece pare che il gioco non è redditizio ed ecco che li trovi a produrre bombe, aerei ( il cui prezzo ormai è osceno si parla di 120 milioni di dollari per ogni F22 ), cluster bombs, tank, droni e quant'altro passa per la testa di quelle menti bacate che formano la "crema" della società USA....

    e l'Europa? beh l'Europa non può alzare la voce più di tanto, almeno fin quando non avrà un esercito dell'Unione in grado di fronteggiare la sconsiderata ciurma bellica americana....mi chiedo però se l'Europa avesse una simile forza cosa farebbe? mi vengono i capelli bianchi solo a pensarci....

    l'unica certezza è che ormai una guerra contro l'Iran è imminente, una guerra che porterà quantomeno Cina e Russia ad arrabbiarsi non poco, senza contare che i due succitati Paesi sanno che dopo Iran e Siria gli obiettivi saranno proprio loro, è chiaro che non si lasceranno prendere a schiaffi senza muovere nemmeno un dito.....già adesso Cheney tuona contro la Cina, segno che da qui ad un paio d'anni l'obiettivo è quello....del resto i cinesi si stanno armando pesantemente...

    beh che dire, di sicuro quest'epoca passerà alla storia, saremo solo una noiosa pagina di storia per gli studenti del XXIII secolo, una pagina che per alcuni rappresenterà un 8 per altri un 3....

    P.S. viva Voltron http://hardware.slashdot.org/article.pl?sid=07/02/24/021210


  • Super User

    @paolino said:

    già adesso Cheney tuona contro la Cina, segno che da qui ad un paio d'anni l'obiettivo è quello....del resto i cinesi si stanno armando pesantemente...
    Dubito su un attacco USA alla Cina, almeno finche' quest'ultima avra' in pugno il debito pubblico degli Stati Uniti. 😄
    Per il resto e' triste ma e' cosi', anzi, forse e' anche piu' grave, potrebbe perfino non esserci da parte USA un disegno geopolitico internazionale ben definito, il che significa che ogni loro azione potrebbe avere conseguenze non previste neppure da loro. :bho:


  • Moderatore

    @Lkv said:

    Dubito su un attacco USA alla Cina, almeno finche' quest'ultima avra' in pugno il debito pubblico degli Stati Uniti. 😄
    Per il resto e' triste ma e' cosi', anzi, forse e' anche piu' grave, potrebbe perfino non esserci da parte USA un disegno geopolitico internazionale ben definito, il che significa che ogni loro azione potrebbe avere conseguenze non previste neppure da loro. :bho:

    da quando gli americani riescono a prevedere le conseguenze delle loro azioni?

    c'è una cosa curiosa che mi racconta spesso mio padre e che esprime "l'estrema competenza" dell'esercito statunitense....

    durante la seconda guerra, montarono un enorme cannone con 2 bocche di fuoco nel mio paese e da lì sparavano a Montecassino dove erano arroccatti i tedeschi....per la cronaca il mio paese dista un bel pò da montecassino....insomma gli americani vincono perchè c'hanno i mezzi mica perchè sono furbi, del resto i Simpson dicono tutto 😄

    il problema è che c'è un gruppetto di criminali alla guida degli USA, soggetti i cui nonni finanziavano le avventure scellerate del famoso Adolf, insomma è chiaro come andrà a finire

    un attacco alla Cina non è vicino ma è certo....il punto è che gli USA sanno che i cinesi sono forti e più passa il tempo più la Cina diventa forte, si arma, acquisisce materie prime e sviluppa armamenti sofisticati....il mese scorso fecero dei test su un laser che serve a distruggere i satelliti che sono la punta di diamante del sistema bellico americano


  • User Attivo

    In questa operazione chi ne risulterà avvantaggiata sarà l' industria della difesa statunitense che è molto avvantaggiata degli esplosivi fuel.

    Il punto per i militari è che dopo la guerra fredda, i bersagli sono soprattutto bersagli d'area molli.

    Non essendo bunker o unità corazzate non ha molto senso lanciare una "iron bomb" ad alto esplosivo.

    La risposta è stata la riscoperta delle vecchie "spezionere" della II Guerra mondiale inserendo le bombe più piccole all'interno di un ordigno più grosso che farà da vettore disseminando le sub munizioni prima di toccare terra.

    La nota dolente è che queste submunizioni hanno parecchi difetti di fabbricazione e spesso non esplodono come dovrebbero restando comunque innescate, inoltre le piccole dimensione (e l' elevato numero) ne rendono difficile l' eliminazione da parte degli artificieri.

    Già da anni, l' industria americana stà mettendo appunto delle bombe caricate con esplosivi fuel, in questo caso la bomba prima di cadere non dissemina submunizioni ma un esplosivo liquido che forma un aerosol prima di essere innescato.

    L' effetto di questi esplosivi è devastante, sia per la potenza, essendo un esplosivo che si combina con l' aria non è necessario che sia contenuto anche l' ossidante (che generalmente è da 2 o 4 volte il riducente) con il risultato che a parità di peso la bomba è fino a 4 volte più potente.

    Immaginate di essere il bersaglio di una di queste bombe ed improvvisamente tutta l' aria che vi circonda esplode.

    Il problema tecnico è che l' aerosol si deve formare con un corretto rapporto stechiometrico con l' aria indipendentemente se si è in un deserto, in alta quota o se tira vento.

    Anche la detonazione al momento giusto (e nel posto giusto della nube) non è un' impresa facile.

    Attualmente l' industria americana (che ringrazierà chi sta mettendo al bando le cluster) è l' unica che ha i mezzi per risolvere i problemi tecnici con le "fuel".

    Quanto al discorso umanitario, le cluster sono tutto quello che dicono, ma cerchiamo anche di immaginare quali potrebbero essere gli effetti collaterali dovuti allo spostamento d'aria della detonazione di una iron bomb classica.

    Sicuramente nel momento dell'esplosione di una "bomba classica" il danno collaterale è di gran lunga superiore a quello di una cluster che però ha lo svantaggio di essere pericolosa anche a distanza di anni se le sue submunizioni non sono del tutto esplose.

    :ciao: