• User Newbie

    Regolarizzare Lavoro Occasionale

    Salve o ricercato nei vari post ho trovato qualcosina ma vorrei andare sul diretto.

    1. Quali lavori possono rientrare nei prestazioni occasionali?
    2. Come regolarizzare la posizione di lavoratore occasionale?

    Io per esempio sviluppo grafiche che poi ricamo su tessuti con l'ausilio di un macchinario, un lavoro svolto in maniera prettamente artistica occasionalmente, in pratica non ho molti clienti che richiedono le mie creazioni, come posso regolarizzarmi in modo da pagare il meno possibile tra tasse e spese varie a loro aggiunte?


  • Consiglio Direttivo

    Ciao Giogran, Benvenuto nel Forum GT, e Buona Pasqua. 🙂
    In merito al quesito n.1 la risposta sembrerà banale, ma ne rientrano quelli occasionali, sporadici, non organizzati, nel vero senso della parola. Quindi, indipendentemente dai soldi percepiti, quando le commesse superano un certo numero (3-4 l'anno) il termine "occasionalità" comincia a vacillare.
    Tra l'altro, se per eseguire il tuo lavoro occasionale è necessario possedere un dato macchinario (quanto esclusivo e costoso?) la situazione si complica: nessuno comprerebbe macchinari e si doterebbe di una pur piccola organizzazione per eseguire prestazioni "occasionali".
    Detto questo, la situazione migliore per pagare meno tasse non saprei dirtela, visto che dipende da molti fattori. Con le prestazioni occasionali sarai tassato in maniera "convenzionale" a seconda degli scaglioni di reddito. Con la partita iva potresti avere indubbi vantaggi sulle tasse (il regime dei minimi attuale prevede un 'imposta sostitutiva del 5%) ma dovrai mettere in conto il versamento dei contributi previdenziali.
    Ma, ripeto, la differenza tra lavorare con partita iva ed emettere prestazioni occasionali dipende da condizioni oggettive e non di convenienza economica.


  • User Newbie

    Ciao lorenzo-74 e Buona Pasquetta a te.
    Si credo anchio che un macchinario complichi un pò tutto e poi sinceramente vorrei sperare in più di tre quattro commesse, quindi lasciamo stare, invece cosa deve pagare un libero professionista al confronto di un artigiano o un commerciante?


  • Consiglio Direttivo

    La differenza sostanziale tra un libero professionista e un artigiano/commerciante è il diverso inquadramento previdenziale. I liberi professionisti se non hanno cassa propria versano alla gestione separata inps, mentre gli artigiani/commercianti nelle loro rispettive gestioni inps.
    La gestione separata non prevede minimali; si paga un'aliquota (salata) in rapporto al reddito. La gestione artigiani e commercianti prevede un minimale intorno ai 3000 euro annui, con un'aliquota percentuale più bassa.

    Ps: comunque per il tuo caso l'inquadramento corretto mi pare quello di artigiano.


  • User Newbie

    Si pare pure a me che il miglior inquadramento sia l'artigiano ma se mettiamo il caso che il cliente mi commissiona il lavoro e io lo giro ad un altro artigiano?
    Mi spiego: Arriva un cliente che vuole ad esempio stampare o ricamare delle t-shirt, io scelgo e preparo la grafica o il cliscè assieme al cliente e poi invio le magliette al tizio che le stamperà o ricamerà con la pubblicità da me preparata, in questo caso potrei anche inquadrarmi come libero professionista visto che ho compiuto solo un lavoro come mi hanno spiegato "intelletuale", corretto?
    A quale percentuale del reddito corrisponde questa famosa aliquota?