• User Newbie

    Partita iva da libero professionista

    salve a tutti, dopo aver letto il forum per un bel po mi restano ancora alcune domande. Anche perchè alla luce delle recenti manovre finanziarie non sono proprio sicurissimo che i topic più vecchi siano ancora validi.

    Sono un programmatore che vorrebbe mettersi in regola da quello che ho trovato su internet e su questo forum, ritengo che la formula migliore per me sia quella del libero professionista, sviluppo sopratutto app per android anche se quando capita non disdegno assistenze tecniche, siti internet ecc. ci sono alcune nozioni che non mi sono molto chiare,

    1. ci sarebbero quote fisse da versare.
    2. ci sono studi di settore che mi obbligherebbero a fatturare un tot. annuo.

    inoltre da quanto ho capito con la p. iva da libero professionista però non potrei fatturare per la vendita delle app sullo store oppure i ricavati di eventuali pubblicità presenti all'interno dei miei prodotti. Inoltre sto sviluppando un'app che richiede dell'hw aggiuntivo, la vendita dell'HW non è fattibile con quel tipo di partita iva ma andrebbe aperta una posizione differente alla camera di commercio, giusto?

    e un'ultima domanda almeno per ora, se ho un p.iva, servirebbe anche qualcuno che mi porti la contabilità e dovrei rivolgermi categoricamente a uno studio commerciale, giusto?


  • Super User

    Benvenuto sul nostro forum!
    Se opti per l'inquadramento come "libero professionista" quale ad esempio il consulente informatico, non avresti alcuna spesa fissa da sostenere.
    Con tale inquadramento, difatti, la gestione separata inps consente di non avere versamenti contributivi fissi obbligatori indipendenti dal reddito, ma i versamenti saranno sempre commisurati al reddito effettivamente conseguito.
    Potrsti, se ne hai i requisiti, optare per il regime fiscale dei minimi con il quale minimizzare l'aliquota d'imposta per 5 anni (o fino a compimento di 35 anni).
    Se puoi optare per tale regime non ci saranno studi di settore.
    A rigor di norma, se ti inquadri come professionista non potresti effettuare vendite, per le quali occorrerebbe inquadramento commerciale presso la camera di commercio il che implicherebbe l'inps commercianti (euro 3200 minimi fissi di inps all'anno).
    Non hai alcun obbligo di legge di avvalerti di un professionista esterno per la tenuta della contabilità e per la redazione delle dichiarazioni dei redditi; mi sento però di consigliartelo in quanto è abbastanza semplice poter commettere errori, anche per ciò che riguarda le pratiche di avvio dell'attività.


  • User Newbie

    quali sarebbero poi i limiti dell'inquadramento come libero professionista, a parte quello (ovvio) di non poter effettuare vendite?


  • Super User

    A mente non mi sovvengono altri limiti. Molto dipende dalla scelta del giusto (maggiormente opportuno) codice attività. Consiglio anche di contattare preliminarmente la camera di commercio della propria provincia per verificare se effettivamente, ad esempio, può essere considerata commerciale (o addirittura artigianale) una attività. Non tutte le camere di commercio seguono lo stesso orientamento.
    Per alcune attività il confine è veramente sottile. La differenza principale può risiedere nella differente contribuzione all'inps.

    saluti


  • User Newbie

    ok grazie mille, ricapitolando.
    Apro p. iva con il giusto codice attività e come libero professionista, se non fatturo nulla, non pago nulla.

    mettiamo che fatturo 1000 euro
    pago solo il 21% dei 1000 euro di iva
    pago un altro 25,72% dei 1000 euro all'INPS
    e ho estinto tutto quello che devo allo stato italiano.

    Ovviamente i costi di apertura delle varie posizioni e del commercialista esclusi.


  • Super User

    L'iva (se non si è nel regime dei minimi in quanto tale regime non prevede Iva) è da considerarsi neutra. La addebiti al cliente e poi la giri al Fisco detratta quella sugli acquisti (non è un costo).
    L'inps si paga sul reddito (ricavi - costi), non soltanto sui ricavi. Attualmente l'aliquota è del 27,72%.
    C'è poi da considerare la tassazione sul reddito (irpef o se in regime dei minimi, imposta sostitutiva, calcolate sempre sul reddito).


  • User

    @studionicola said:

    Se opti per l'inquadramento come "libero professionista" quale ad esempio il consulente informatico, non avresti alcuna spesa fissa da sostenere.
    Se non sbaglio, aprire l'attività come "consulente" è molto limitativo per un programmatore.
    Questo perchè l'attività di consulenza esclude la vera e propria "creazione", tipica di un'attività come questa, la quale potrebbe essere associata ad una posizione di Artigiano.