Con l'espressione sudditanza psicologica si vuole indicare il fenomeno in base al quale un soggetto si sente inferiore ad un altro, ad un gruppo, ad un oggetto (senza che ci siano necessariamente delle ragioni oggettive di inferiorità) e prova sensazioni di timore, imbarazzo e sottomissione.
Tali sensazioni possono arrivare al punto di indurre nel soggetto comportamenti che in situazioni normali non sarebbero previsti o tollerati.
Con la sudditanza psicologica si possono spiegare diversi comportamenti tipici dell'essere umano; tra questi vale la pena di citare:
Con riferimento al potere dei media e di certi gruppi o livelli sociali citiamo il caso del professore universitario che viene intervistato in una trasmissione televisa e dà il suo parere su un determinato argomento: la maggior parte degli spettatori, a meno di non essere in possesso di informazione contraddittorie, accetterà come vero ciò che riferisce il professore in quanto lo giudica culturalmente superiore.
Allo stesso modo un cliente che si reca in un negozio di articoli informatici per acquistare un nuovo computer si affiderà ai consigli del venditore, specie se ha scarse conoscenze in materia.
Si parla spesso di "sudditanza psicologica" in ambito sportivo (soprattutto nel mondo del calcio) quando si afferma che le terne arbitrali o più in generale gli organi di giustizia sportiva sarebbero naturalmente indotte ad una maggiore tolleranza nei riguardi di squadre particolarmente importanti, ricche o sostenute da presidenti potenti.
È poi sempre questo fenomeno a spiegare l'abitudine di certi ragazzi di iniziare a bere, fumare, drogarsi e compiere atti illegali o inappropriati pur di essere accettati in specifici gruppi sociali di loro coetanei (i "belli", quelli "alla moda", i "duri", i "vincenti" etc.).
Nei casi più gravi, la sudditanza psicologica distrugge il soggetto che ne è colpito, come accade in certe vittime di violenza carnale che si sottomettono ai propri aguzzini o in certi sequestrati che finiscono con il simpatizzare con i propri rapitori.
Nel corso della Storia non sono rari i casi di totale sottomissione psico-politica: ad esempio alcune dichiarazioni sono state accettate dalla maggior parte della popolazione semplicemente perchè la fonte che le riferiva era ritenuta particolarmente autorevole.
Sono noti l'obbedienza di alcuni popoli antichi ai sovrani ritenuti discendenti della divinità (Giapponesi, Egiziani, Incas) o alle caste sacerdotali considerate interpreti del sacro (Maya, Indiani americani, Indiani dell'Asia, tribù africane).
Più recentemente, fenomeni di sudditanza psicologica di massa si sono verificati nei Paesi europei, con esiti disastrosi (età napoleonica in Francia, dittatura nazista in Germania e regime fascista in Italia).
Attualmente si muovono accuse di esercizio della sudditanza psicologica a tutte le istituzioni consolidate (Chiesa Cattolica, regimi teocratici islamici, comunità scientifica, mezzi di comunicazione di massa).
La sudditanza psicologica può essere generata anche dalla debolezza rispetto ad un determinato stereotipo da parte di chi interagisce con l'ambiente.
Ad esempio il giudizio immediato su una determinata preparazione culturale di una persona può formarsi basandosi soltanto sull'uso di un registro linguistico elevato da parte di quella persona - e talvolta anche su altri elementi meno rilevanti come aspetto fisico e abbigliamento.
Ciò predispone il soggetto a determinati comportamenti nei confronti della persona che egli ha riconosciuto (magari sbagliando) come "superiore" a sé.
Articolo a cura di max0005 21:58, Set 11, 2009 (CEST)