• Community Manager

    Link building: diventa Brand Building con il Sentiment Analysis?

    Voi avete mai pensato che Google riconosce il tipo di sito e quindi le zone da dove vengono i link?
    E del fatto che con poco bugdet si può creare un contenuto di qualità?

    L'argomento link building è sempre molto caldo, Bino1979 ha lanciato una bella discussione qui. E in quella, oltre al video che ho creato, viene segnalata una risorsa molto interessante di Fabrizio Ventre: Link Building: 10 Test di vecchie e nuove tecniche di Link Building.

    Da qualche giorno invece è uscito questo di Alessandro Caira (Mod @Kiwi_Orange sul forum gt): Seo Test #1: la Link building diventa Brand Building con il Sentiment Analysis?

    L'ipotesi da cui lui parte è questa

    L’algoritmo di Google “legge” tutte le conversazioni sul web ed attribuisce un valore ad un brand, un prodotto o una persona in base a ciò che si dice di lui. Dunque non ha più bisogno di link per capire di chi si parla e se se ne parla in modo positivo o negativo, questo può raggiungerlo attraverso l’analisi del sentiment.

    È un'ottima intuizione per tutto quello che sta facendo Google e che sicuramente, prima o poi, in una direzione simile potrebbe andarci. Ma.

    Google solo a fine 2018 ha dichiarato di avere a regime il sistema che consente di capire cosa significa una parola vicina ad un verbo. E averlo implementato nel motore di ricerca. Per cosa?

    Per i SINONIMI in fase di Analisi della Query.

    Guardate che la maggior parte delle cose sulla "semantica" riguardano i siti solo per una percentuale molto bassa. Perché riguardano, tanto, l'analisi della query. E quelle che riguardano i siti, ad oggi, partono da Wikipedia, non dai testi dei siti. Cercano set STANDARD di dati.

    Sul Forum GT già dal 2008 parlavamo del brand ed è del 2009 questa fantastica discussione sui link e il brand.

    Nel 2014 parlavamo delle co-occorrenze e della SEO.

    Alessandro sta facendo una grande cosa dal mio punto di vista e merita lettura e attenzione.

    Però, per come la vedo io, lo studio del Sentiment da parte di Google è DOVUTO. Ci provano. Ci provano partendo da SET di dati che conoscono.

    NON SUI SITI. E ad oggi, le lingue sono poche (sì, c'è l'Italiano). Ma una cosa sono gli studi, un'altra è poi l'applicazione sugli algoritmi di ricerca.

    Una cosa è tutta la spinta che stanno dando, un'altra è l'applicazione di quelle cose sui siti e la SEO 🙂

    Ripeto: Alessandro sta facendo una cosa molto interessante.

    Ma secondo me sta per testare qualcosa che non c'è. Nella SEO.

    I testi sono stati strutturati in modo preciso, per far sì che il nome del brand venisse associato a termini e definizioni di sentiment positivo. Il sentiment fa parte dell’analisi del linguaggio naturale che ha lo scopo di estrarre e identificare le opinioni nel testo. Per fare un esempio, quando Google incontra una nuova pagina sul web (che sia su un forum o su un blog), è in grado di “comprendere” se si tratta di un’opinione positiva, negativa o neutra.

    Questa cosa non è attiva su Google per la SEO, per quanto ne so. Le volte che c'è stato un caso che ha coinvolto il sentiment...sono intervenuti a mano. E non intervengono spesso a manina perché sanno che sarebbe meglio risolverla via algoritmo.

    Però attendo smentite.

    L’algoritmo agisce con l’obiettivo di farsi un’idea dell’entità e, nel caso in cui dovesse trovare opinioni super positive o super negative, premiarlo o penalizzarlo nei risultati organici.

    Ma c'è una fonte Search di Google?

    Ma una menzione testuale non basta, soprattutto se arriva da un sito di poco valore. Così come per i link, anche le menzioni testuali di brand sono soggette all’autorevolezza del sito dal quale arrivano. Questo serve a prevenire anche attacchi di negative Seo, così la manipolazione sarà più complessa, proprio come accade per la link building tradizionale.

    Dove può essere l'errore di Alessandro?

    Non siamo sicuri che Google usi la citazione pura del dominio o la co-occorrenza. Ad oggi non abbiamo nessuna ufficialità nemmeno su questo.

    Ma facciamo finta di sì. Facciamo finta che la citazione pura del dominio sia un fattore.

    Se il sentiment non è attivo (e non lo è), Alessandro avrà risultati positivi e non saprà dire con certezza perché 🙂

    Perché magari viene premiato solo per la citazione.

    Ma il problema principale è che a quanto pare non ci sono termini di paragone. Quindi positivo rispetto a cosa?

    Aspettiamo news sul test.

    Evviva i SEO che fanno i test. Che portano valore a una community. Grazie Alessandro.

    :ciauz:


  • Moderatore

    Ciao
    grazie per aver segnalato la risorsa di Alessandro che non avevo visto.